Corriere della Sera, 5 ottobre 2019
Gli ambientalisti radicali pronti a fermare Londra
Da lunedì parte a Londra l’assedio ai palazzi del potere. Ma questa volta la Brexit non c’entra: sono gli attivisti per il clima di Extinction Rebellion che promettono di paralizzare per due settimane l’attività di governo e Parlamento britannici.
Extinction Rebellion è l’«ala militante» del movimento ambientalista: come dice il nome, loro sostengono che il Pianeta sia ormai avviato all’estinzione a causa del cambiamento climatico – e dunque si ribellano. Il loro simbolo è una clessidra stilizzata (allusione al fatto che il tempo sulla Terra ormai sta scadendo) e le loro azioni sono spettacolari: già a Pasqua avevano imbottigliato per una settimana il centro di Londra, occupando fisicamente Oxford Circus e Marble Arch e trasformando così Oxford Street in una surreale zona pedonale, dove non passavano più bus, taxi o auto private.
Le loro tattiche sono non violente, ispirate alla disobbedienza civile del Mahatma Gandhi: si sdraiano nelle strade, montano accampamenti improvvisati nelle piazze e così bloccano tutto. La polizia non sa che fare, perché tecnicamente le loro azioni non sono illegali: gli agenti li portano via di peso, li trattengono per qualche ora, ma poi devono rilasciarli. E loro ritornano al punto di partenza, in una specie di gioco dell’oca con le forze dell’ordine.
Accampamenti
Si sdraiano nelle strade fanno accampamenti improvvisati nelle piazze e bloccano tutto
Questa volta però Extinction Rebellion punta molto più in alto: in un affollatissimo incontro giovedì pomeriggio nel centro di Londra, a Soho, hanno presentato un piano degno di un’équipe militare: da dopodomani bloccheranno tutti gli accessi a Westminster, andandosi a piazzare a Trafalgar Square, sul ponte di Westminster e attorno alla stazione di Victoria. Una protesta che durerà per due settimane e che li vedrà dispiegare un cordone sanitario di «siti» attorno ai palazzi del potere, in cui gli attivisti si accamperanno e daranno vita a resistenza passiva.
Una protesta il cui effetto sarà moltiplicato dal fatto che si tratta di giorni cruciali per la politica britannica, in dirittura d’arrivo per la Brexit. Lunedì 14 è previsto il discorso della Regina a Westminster: ma a questo punto l’appuntamento solenne rischia di saltare, con Elisabetta imprigionata a Buckingham Palace.
Extinction Rebellion è partito anche prima del fenomeno Greta Thunberg, ma è chiaro che trae forza dall’onda d’urto sollevata dalla giovane svedese: annunciano che già quasi diecimila persone si sono registrate per prendere parte alla protesta delle prossime settimane, ma che ne aspettano in piazza fino a trentamila. Si presentano come un movimento spontaneo e senza gerarchie: infatti sul palco di Londra si alternano diversi portavoce, per lo più giovani e studenti, anche se la portavoce in capo pare essere una giovane madre, Zion, esile, occhialuta e tatuata.
A sentirli profetizzare l’apocalisse imminente, non si capisce se ci si trova di fronte a dei fanatici esaltati o a degli idealisti romantici, gli unici ad aver capito che bisogna mettersi in gioco in prima persona se si vuole salvare il Pianeta. Da lunedì saranno pronti anche a farsi arrestare per lanciare il loro grido contro l’estinzione climatica: i potenti di Londra sono avvertiti.