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 2019  settembre 19 Giovedì calendario

Biografia di Sophia Loren


Sophia Loren (Sofia Villani Scicolone), nata a Roma il 20 settembre 1934 (85 anni). Attrice. Tra i suoi film: Pane amore e... (Dino Risi, 1955), La ciociara (Vittorio De Sica, 1960, premio Oscar, Nastro d’argento e David di Donatello come miglior attrice protagonista), Ieri oggi domani (De Sica, 1963, David), Matrimonio all’italiana (De Sica, 1964, David e nomination all’Oscar), I girasoli (De Sica, 1970, David), Il viaggio (De Sica, 1974, David), Una giornata particolare (Ettore Scola, 1977, David e Nastro). Nel 1991 fu premiata con l’Oscar alla carriera, nel ’94 con l’Orso d’oro a Berlino e nel ’98 con il Leone d’oro a Venezia, sempre alla carriera. Mito del nostro cinema e donna italiana per eccellenza in tutto il mondo: tra i sette italiani a cui è dedicata una stella sulla Walk of fame di Los Angeles (unica donna oltre a Anna Magnani) • «Il nostro amore per l’Italia è profondo: amiamo il vino, il cibo, Sophia Loren» (Barack Obama a Matteo Renzi) • Una «maggiorata fisica», parola inventata da Vittorio De Sica in contrapposizione a «minorata mentale» • «La Loren poi... è lassù, irraggiungibile» (Margherita Buy)
Vita La madre, Romilda Villani, era insegnante di pianoforte. Aveva vinto un concorso per andare a Hollywood come sosia di Greta Garbo ma la famiglia si era opposta perché rimase incinta. «Aveva amato un uomo, Riccardo Scicolone, all’epoca impiegato in una società di costruzioni ferroviarie, che poi non la volle sposare, ma che riconobbe come proprie le due figlie naturali Sofia e Maria» (Marcello Garofalo) • Il papà? «Tanto bello anche lui. Alto, robusto, distinto, capelli brizzolati, volto un po’ tondo, naso adunco simile a un becco, mani e piedi grandi, ma caviglie e polsi sottili. Sempre vestito con eleganza sobria, da gran signore. Un bel sorriso, un’espressione sprezzante. Pieno di charme». Mise su famiglia con un’altra donna • Romilda gli scriveva telegrammi tipo «Sofia gravissima, vieni subito»: «Lui il più delle volte ci cascava. Ma appena arrivato scopriva che stavo bene e allora si arrabbiava. La sua famiglia l’aveva a Roma. Io ho due fratellastri. Era un estraneo, non vedeva l’ora di andar via, tanto più che i miei non gli perdonavano di non aver sposato mia madre. Era come un asino tra i suoni. Lo diciamo a Napoli. Vuol dire: come un intruso» (ad Alberto Moravia, L’Europeo, n. 38, 1962) • Infatti «vidi mio padre quando avevo 5 anni, lo rividi quando ne avevo 7 e, infine, l’ho visto per l’ultima volta quando è morto» (La Stampa, 3/9/1996) • Vive a Pozzuoli, in via Solfatara. «Due camere da letto, la sala da pranzo e la cucina. In sala da pranzo c’erano dei mobili di noce scolpito con dei motivi di frutta e di uccelli. Le camere da letto avevano mobili marroni filettati d’oro. Ci vivevamo in otto: mio zio, sua moglie, mio nonno, mia nonna, mia zia, mia madre, mia sorella e io» (a Moravia) • «Non sono mai stata bambina. Mai» (a Fulvia Caprara, La Stampa, 10/8/2014) • «Se in casa non ci sono i soldi per comprare qualcosa da mangiare e a letto non dormi per la fame, è dura» (a Daniela Monti, Corriere, 29/1/2016) • «Mio nonno mi svegliava, io andavo in cucina e cominciavo a studiare per la scuola. Lui mi portava l’orzo e un pochino di pane e mi diceva: “Lelletta, come hai passato la nottata?”. E io: “Bene”. Ed ero contenta» (a Elvira Serra, Corriere della Sera, 25/9/17) • «La mia infanzia è stata un’esperienza negativa, con la guerra, i marocchini, la povertà, la mancanza di un padre. Però tra noi c’era molto amore, così non sono diventata una persona amara: sono anzi ottimista, mi sveglio ogni mattina certa che dietro l’angolo mi aspetta una cosa bella» (a Mimmo Carratelli) • Da bambina è così magra che la chiamano Sofia Stuzzicadente • Durante l’occupazione tedesca deve sfollare a Napoli. «Non avevamo da mangiare, perfino da bere. Mia madre raccoglieva l’acqua piovana nelle strade, la filtrava alla meglio e ce la dava così, senza neppure bollirla, perché non c’erano né carbone né legna per accendere il fuoco» (Maria Scicolone, sorella di Sophia) • «Tutta la prima parte della mia vita è stata un soffrire in silenzio perché non volevo che mia madre se ne accorgesse» • «Andavo al cinema perché lì si poteva sognare di più e così riuscivo a concedere al mio cuore una speranza più grande della sopravvivenza» • Quando ha 15 anni, la mamma la spinge a partecipare a un concorso di bellezza a Napoli, ma vince solo un premio di consolazione. «Acerba nei modi, ma promettentissima nel fisico, la giovane Sofia percorreva la passerella in un affollatissimo Metropolitan, il cineteatro di via Chiaia insieme con 36 ragazze selezionate fra 400 candidate, al cospetto di una giuria di 60 commissari, giornalisti, artisti e gente del bel mondo napoletano, duemila persone nel cineteatro, altrettante fuori. Era la più alta, i lineamenti inconfondibili che le avrebbero regalato fama e notorietà, spiccava tra tutte ma il voto deluse la ragazza di Pozzuoli. La madre, determinata a farne una stella dello spettacolo, protestò energicamente per la mancata vittoria della figlia al Metropolitan. Entrò furente nella redazione del Corriere di Napoli trascinando Sofia al cospetto dei giornalisti del quotidiano e, ordinandole di mostrare le gambe e sollevandole la gonna, rimproverò tutti di avere negato il primo premio “a questo ben di Dio”» (Carratelli) • A ogni modo, con i soldi vinti per il concorso, la madre affitta un appartamento a Roma: vuole lanciare Sofia nel mondo dello spettacolo. Per farlo, lei interrompe gli studi: «Ho lasciato la seconda magistrale superiore con tutti zero: quando vidi i cartelli con quei voti tornai a casa vergognandomi. Ma andavo sempre a Roma con mia madre per i provini» (alla Serra). Il padre è contrario e le segnala alle forze dell’ordine. «Una mattina all’alba sentimmo bussare alla porta di casa. Stupite per l’ora andammo ad aprire e ci trovammo davanti la polizia. “Romilda Villani? Scicolone Sofia? Venite con noi” […] Ci aveva denunciato avanzando il dubbio che avessimo trasformato il nostro appartamento in una casa di appuntamenti» (dall’autobiografia della Loren, citato da Libero, 6/5/2015) • «Prese la “carriera” della diva come si prendono i voti: disposta, pur di assolverli, a ogni sacrificio e penitenza. […] Quando il coraggio le veniva meno, suppliva quello di Romilda, che ne possedeva riserve inesauribili» (Indro Montanelli, Corriere della Sera, 1966) • «Mia mamma mi ripeteva sempre la stessa cosa, “statt’attient, non ti fidare di nessuno”» (Caprara) • «Appena arrivata a Roma […] andai all’atelier delle Sorelle Fontana per trovarmi un lavoro da indossatrice. Mi avrebbero preso solo se fossi dimagrita un chilo. Un chilo, si rende conto? Me ne andai, mangiavo già abbastanza poco ai tempi» (a Paola Jacobbi, Vanity Fair 14/11/2012) • Nel 1950 partecipa a Miss Roma ma arriva seconda. Poi a Miss Italia, dove conosce il produttore Carlo Ponti. «Noi a 16 anni non sapevamo niente, eravamo bambine. Io sono andata a Miss Italia e tenevo per la mano mia madre perché avevo paura, non sapevo dire una parola, per timidezza mi mettevo dietro mammina. E lei: “Esce fuore, esce fuore, non ti vede nessuno”. Fino ai 18-20 era così, poi passavi dall’essere bambina all’essere donna, ti sposavi, senza essere pronta» (a Marina Cappa, Vanity Fair, 9/12/2009). Arriva solo quarta: «Troppo alta, troppo magra, troppo poco donna, troppo adolescente ancora, male impastata e, soprattutto, troppo bocca» (il commento del giornalista Orio Vergani, citato da Gianluca Bauzano, Sette, 21/11/2002) • Lavora per i fotoromanzi, le danno il nome d’arte di Sofia Lazzaro: «Idea di un regista convinto che resuscitasse i morti» (Tony Damascelli, il Giornale, 29/1/2014) • «Per mano a sua madre, fece la fila davanti ai cancelli di Cinecittà alla questua di una particina di comparsa» (Montanelli) • Debutta in Quo vadis? «La madre al provino in inglese si raccomandò: “Rispondi sempre ‘yes’”. Hai già lavorato nel cinema? “Yes”. Quanti anni hai? “Yes”» (Valerio Cappelli). Ovviamente fu scoperta. E allora Romilda «superò lo sbarramento delle guardie, si presentò davanti al regista [Mervyn LeRoy] e gli urlò: “L’inglese non lo sappiamo, ma ce murimmo e famme, e questo you understand...». Roy le prese tutt’e due come comparse» (Barbara Palombelli, Corriere della Sera, 27/10/2003) • Nel 1951 pronuncia la prima battuta della sua vita in un film di Alberto Lattuada: «Strizzata in una maglia nera, con una parrucca di rafia d’oro e la bocca violentemente truccata, la ragazza entrava in un bar. Lo spavaldo barista Vittorio Gassman le faceva: “Ciao, bella, quando?”. Lei rispondeva sussiegosa: “Mai”. […] Il riscatto dal mutismo di comparsa» (Lietta Tornabuoni, La Stampa,  4/7/2005) • «Diciannovenne, apparve in un paginone centrale del settimanale Cronache, diretto da Gualtiero Jacopetti, “come in Italia non s’è mai vista coi capezzoli di fuori”» (Giorgio Carbone, Libero, 9/4/2014). Era appena scollata, ma Jacopetti si beccò comunque una condanna a 1 anno e 4 mesi per fabbricazione, commercio e spaccio di foto pornografiche • «Il primo a farle credito di qualche possibilità di attrice fu Goffredo Lombardo, che, oltre a una parte vera e propria in Africa sotto i mari, le diede anche il nome. Sofia fino a quel momento si era chiamata Lazzaro. Lombardo la ribattezzò Sofia Loren, anzi Sophia, che faceva tanto nordico, in un momento in cui le nordiche andavano di moda. Ed è curioso vedere con che tenacia essa seguita a difendere quel ph anche ora che potrebbe farne comodamente a meno. In quel film, che fu girato buona parte sulle sponde del Mar Rosso, Sofia doveva nuotare e, da buona napoletana, non sapeva. Non lo confessò per paura di venire “protestata”, si buttò in acqua ugualmente, e rischiò di affogare. L’episodio è rivelatore […] Per anni i produttori si rifiutarono di vedere in lei qualcos’altro che delle forme e dei volumi. Accettava tutto, anche l’umiliazione dello sbugiardamento, anche quella di tingersi da negra per fare la schiava etiope innamorata di Radamès nell’Aida di Fracassi. La pellicola non la valorizzò di certo, ma le portò fortuna. Carlo Ponti, venuto a vedere qualche ripresa, riconobbe, pur sotto quella colata di pece e nerofumo, la ragazza che aveva appena incrociato a un concorso di bellezza, anni prima, a Salsomaggiore. Parlò con lei del più e del meno, mostrando poco interesse a ciò ch’essa faceva. Poi, d’un tratto e a bruciapelo, le propose una scrittura per sette anni. […] Da come poi si sono svolte le cose, siamo autorizzati a arguire che Ponti vide lungo e giusto. Forse non intuì, là per là, che Sofia sarebbe stata anche una moglie esemplare per monolitismo sentimentale e monogamico rigore. Ma certamente comprese che quel cavallo, se azzeccava il fantino giusto, aveva nei garretti il Gran Premio. Aveva cioè scoperto uno dei segreti di Sofia: la sua illimitata e incondizionata disponibilità. […] È un’argilla docile e duttile che le consente di essere con disinvoltura oggi Cleopatra, domani la ciociara. Dipende dal polpastrello che la modella. Ponti le trovò quello più congeniale: De Sica» (Montanelli) • Nel frattempo «evitando di farlo sapere ai quattro venti, dopo i primissimi film, Sofia intensifica le lezioni di recitazione con i migliori insegnanti della capitale, studia le lingue, legge i classici anglosassoni che Carlo Ponti, già uomo della vita anche se era ancora sposato, le faceva recapitare» (Caprara). La sua carriera decolla: nel 1956, a 22 anni, inizia a lavorare a Hollywood.
Ponti «Il produttore che fu tutto, amante, marito, padre, consigliere e datore di lavoro» (Caprara) • 22 anni più di lei, già sposato con due figlie. Nel 1957 ottiene il divorzio in Messico e sposa la Loren per procura. Lei era a Los Angeles, stava girando un film in cui sposava Cary Grant: «Cary mi fece gli auguri per la mia nuova vita, ma fu doloroso per noi girare quella scena. Io indossavo un abito bianco e un velo e Cary mi aspettava all’altare. Quando ci baciammo mi venne da piangere» • «Il bigottismo dell’Italia democristiana era tale che, dopo le pseudo nozze messicane, i legali consigliarono a Sophia di non rientrare in patria per non correre il rischio di essere arrestata, come prevedeva (solo per le donne) l’accusa di adulterio. Per poterla sposare, e placare le ire dell’Osservatore Romano o della pessima stampa che giudicava la Loren una rovinafamiglie, e bollava la coppia innamorata come pubblici peccatori, come concubini, [si trasferiscono in Francia]» (Pietro M. Trivelli) • Il presidente Pompidou concede a entrambi la cittadinanza francese e i due convolano a nozze nel comune di Sèvres il 9 aprile 1966 • «Ma come diavolo ha fatto Sophia Loren a sposare uno così» (Moira Orfei citata da Stefano Lorenzetto, il Giornale, 8/12/2008).
Il successo Negli anni 60 diventa una stella del cinema mondiale. Lavora sia con produzioni italiane che americane, con registi come De Sica, Sidney Lumet, George Cukor, Mario Monicelli, Michael Curtiz (quello di Casablanca), Ettore Scola, Dino Risi e Charlie Chaplin • «Se Chaplin mi avesse dato da recitare l’elenco del telefono, l’avrei fatto» • Nel 1958 De Sica vuole trarre un film da La ciociara di Moravia. Pensa ad Anna Magnani per il ruolo della madre e a Sophia per il ruolo della figlia. La Magnani rifiuta: «Io la madre e la Loren la piccola Rosetta? Il pubblico si sarebbe aspettato che fosse lei a violentare i marocchini e non il contrario!». De Sica allora fa fare la madre a Sofia, anche se ha solo 24 anni • Il film è un grandissimo successo, viene candidata al premio Oscar: «Eravamo Carlo e io nel nostro appartamento all’Ara Coeli, e c’erano anche mia madre e mia sorella. Aspettavamo notizie ma verso le 4 del mattino decidemmo di andare a dormire, tanto non avevo alcuna speranza. Poi verso le 6 squillò il telefono, Carlo rispose ed era Cary Grant che gridava: “Sophia ha vinto, ha vinto!”. Mia madre si mise a cantare ”Abbiamo vinto, abbiamo vinto!”. Era la prima volta che un attore italiano vinceva quel premio per un film italiano parlato in italiano».
Famiglia Nel 1968 nasce il primo figlio: Carlo Ponti junior, detto Cipì, e il presidente Saragat le manda un telegramma di congratulazioni. Nel 1973 nasce Edoardo, detto Dodò. «Mi sono realizzata nel lavoro e nell’amore. Meno male, ché se manca qualcosa poi si diventa cattive» (a Silvia Fumarola, la Repubblica, 9/7/19).
Pazzi di lei «Corpo statuario, della vita sottile, del seno rigoglioso, delle gambe lunghissime e degli enormi occhi da gatta» (Caprara)Le sue misure nel 1950: 90, 66, 94 • «Le sue sopracciglia sono interamente disegnate» (Sette, 18/05/1995) • «Di perfetto non ha quasi nulla, è come una giraffa, una mostruosità della natura, quella bocca sproporzionata, due seni come meloni, i fianchi stretti, ma l’insieme è irresistibile» (Giorgio Albertazzi a Giancarlo Dotto) • «Tutto quel che vedete lo devo agli spaghetti»Come molte attrici negli anni 50, non usa depilarsi le ascelle: «alla Mostra del Cinema di Venezia del 1955 […] posava per una foto in bustino di jersey di seta drappeggiato, braccio alzato ed esuberanti riccetti in primo piano, accanto al volto e alla grande bocca tumida socchiusa, e gli americani ne rimanevano sconvolti al punto di domandarsi se non fosse il caso di rifuggirla, quella scandalosa Italia che mostrava in modo così plateale la propria natura sensuale, o buttarcisi a capofitto (scelsero la seconda opzione […])» (Fabiana Giacomotti, Il Foglio, 23/4/2019) • «Dei seni epocali» (Lina Wertmüller) • «Un albero di Natale» (Alberto Sordi) • «Il petto atlantico» (Marcello Marchesi) • «Un giorno la vidi uscire da un negozio di via Veneto. Io stavo al caffè con il poeta Sinisgalli e forse Federico. Lei aveva un tailleur bianco. C’era il sole che la illuminava, era così bella che ci alzammo tutti in piedi per la commozione» (Dino Risi) • Ha fatto innamorare di se, tra gli altri, Richard Burton, Peter Sellers (allora sposato), l’addetto stampa Enrico Lucherini e Cary Grant. «Sophia riuscì a farsi sposare da Carlo Ponti mettendo in giro la voce che Cary Grant era pazzo di lei e voleva sposarla, ma naturalmente non era vero, visto che Cary Grant era omosessuale» (Dino Risi) • Nel 1981 visse una storia d’amore tra Parigi e i Caraibi con l’endocrinologo francese Étienne-Émile Baulieu, l’inventore della pillola Ru486. Eppure non lasciò mai il marito • «Il sesso mi scoccia. La vita coniugale mi diverte» • Non sopportava invece Marlon Brando, che le diede una pacca sul sedere (lei gli tirò un ceffone): «Ero indignata […]: “Ma chi sei? Ma chi ti conosce? Come ti permetti?» (lei). «Se dovessi morire, evitate soltanto che quella venga a piangere sulla mia tomba con tanti fotografi attorno» (lui) (citato da Mascheroni, Il Giornale 2/7/2014) • «Non è il mio tipo. Troppa. Una bellezza prepotente» (Dino Risi) • «Una bella donna ma non il mio genere» (lo stilista Roberto Capucci a Maria Corbi, La Stampa, 10/7/2019) • «Il sex appeal è al cinquanta per cento quello che hai e al cinquanta per cento quello che gli altri pensano che tu abbia» (lei, citata nel libro Falli soffrire di Sherry Argov)
Diva «Star non si diventa, si nasce. Si nasce con qualcosa in più. Io, per la verità, non so se sono una grande star. E del resto non me ne importa niente. Quello che conta nella vita è ottenere più dei sogni. Così la vita diventa una favola. E a me è successo proprio così» • «A parte lei, chi è la donna più bella del mondo? “La Madonna”» • «Aveva un po’ di puzza sotto al naso, poi però è diventata più socievole» (Anna Longhi, attrice) • «La più dispettosa […] Ricordo che al trucco le abbassavo un po’ la pettinatura e lei non reagiva, Ma appena era sul set, senza una parola, fulminea, estraeva chissà da dove un pettine, si cotonava al volo e, lanciandomi uno sguardo di sfida, mi faceva la linguaccia» (Piero Tosi, costumista) • «“Per ogni vestito doveva chiedere il permesso a suo marito, Carlo Ponti. E soprattutto pretendeva di non pagarli perché indossandoli mi faceva pubblicità» (lo stilista Roberto Capucci a Maria Corbi, La Stampa, 10/7/2019) • «I divi di oggi sono diversi, più normali, più vicini alla gente comune. Prima gli attori avevano facce straordinarie, sguardi che è difficile dimenticare» (lei a Silvia Fumarola, la Repubblica, 13/6/2003).
Giudizi «L’unica vera diva del nostro cinema, la sola che all’estero possa rivaleggiare con il marchio della Ferrari o con il bel canto di Pavarotti» (Simonetta Robiony) • «Sofia è una donna intelligente e volenterosa, con una disciplina ferrea. Arrivava sul set quattro ore prima dell’inizio delle riprese per truccarsi da sola, con calma. Non si è mai lamentata per un disagio. Una volta, durante Boccaccio 70, prese degli schiaffoni violentissimi da un giovanotto che non era un attore e non sapeva fingere. Neanche allora fiatò» (Luisa Alessandri, per trent’anni aiuto regista di De Sica) • «Non è stata una vita fortunata la sua ma voluta: costruita con il talento e con il carattere» (Enzo Biagi) • «Tutto ciò che ha raggiunto se l’è guadagnato con la fatica e con l’entusiasmo. Ha imparato tutto, dall’italiano all’inglese. Ha imparato perfino a ridere a bassa voce, lei che lo faceva a scroscio, spaccando i vetri» (Montanelli).
Mamma Romilda Villani morì il 9 maggio 1991 • «La persona più importante della sua vita? “Mia madre, non c’è dubbio”» • «Mi parlava di me come se Sofia Loren fosse lei...» (alla Caprara). 
Vecchiaia «Quando mi vidi truccata da ottantacinquenne nel film Lady L ebbi uno shock» (lei a 55 anni) • «Gli uomini non vogliono più le donne vecchie. L’unica che è riuscita a rimanere sexy è stata Sophia Loren» (Meryl Streep) • Negli ultimi anni ha fatto da madrina a una sfilza di «fiere, convegni, monumenti, alberghi, negozi, navi, pellicce, gioielli, carte telefoniche e piastrelle» (Sasha Carnevali, Il Sole 24 Ore, 6/3/2004). Ha inaugurato le Olimpiadi invernali di Torino nel 2006 e ha posato per il calendario Pirelli 2007 • «Esiste davvero un momento tragicomico, o una giornata particolare, in cui l’amata diva diventa all’improvviso la vecchia babbiona. Per Sophia Loren il passaggio dall’altare alla polvere è avvenuto a 73 anni, quando la sua presenza doveva dare un tono vintage […] alla Festa del cinema di Roma. Gli informati hanno diffuso la diceria maligna: “Basta pagare e la Loren viene a inaugurare anche il supermercato di quartiere”» (Edmondo Berselli) • «Un look alla Pampanini» (Dino Risi) • «Faccia la signora anziana e non la bambola» (Franco Zeffirelli).
Curiosità Ha lanciato in Italia la moda del bikini (nonostante l’opposizione della Chiesa) (Bentivoglio, la Repubblica, 17/7/2011) • «Signora Loren, come si firma? Con il “ph” o senza? “Se è una lettera privata, Sofia con la f: l’altro è il nome d’arte”» (Serra) • La sorella minore Maria il 3 marzo 1962 sposò a Predappio Romano Mussolini (1927-2006), figlio di Benito dal quale ha avuto due figlie, Elisabetta e Alessandra Mussolini, politico di Forza Italia. Insegnò lei alla nipote a giocare a poker: «Mia zia è una grande bluffatrice» (Luca Telese, Vanity Fair, 26/2/2004) • Nel 1982 passò 17 giorni nel carcere di Caserta, accusata di evasione fiscale. «È colpa del mio commercialista» disse lei. Nel 2013, 31 anni dopo, la Corte di Cassazione l’ha completamente scagionata • È superstiziosa e si faceva cucire il sale nell’orlo dei vestiti • Ha incontrato Pio XII, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Nel 2009 una sua lettera fu inserita tra le testimonianze raccolte da monsignor Slawomir Oder, il postulatore che stava istruendo la pratica di beatificazione di Woytila. Bergoglio invece le ha donato un rosario: «“Eravamo in udienza privata in Vaticano, con mia sorella Maria, con Alessandra, una sua figlia. È stato molto emozionante.” Aveva visto i suoi film? “Ah non lo so, non l’ho chiesto, non volevo esagerare, non è che lo vedi tutti i giorni!”» (alla Serra) • «Cosa fa quando si sveglia? “Guardo la tivù per le notizie. Leggo, controllo la posta, faccio sempre qualcosa perché sono abituata a lavorare e questo sarà per sempre”» (ibidem) • Mangia la pasta ogni giorno, la domenica prepara il ragù napoletano o la salsa genovese. Sa fare la pizza. Ha cucinato in diretta per la Cnn e ha scritto un libro di ricette • «Cucinare è un atto d’amore» • «Sophia Loren sa rapire anche quando racconta di come sbuccia le cipolle» (Serra) • «Dà una sensazione deliziosamente raccapricciante vederla mangiare» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini) • «Pulcherrima diva, il soffritto no! Non ti abbiamo forse amato abbastanza? Perché vuoi avvicinarti così tanto a noi poveri cessetti quotidiani? Perché tu, lontana, altera, trascendente, spaziale, enorme, con le tue splendenti tettone gonfie di autocompiacimento, con le tue pazzesche gambe arroganti e vittoriose vuoi mostrarci le tue tenere inadeguatezze?» (la lettera aperta di Mina sulla pubblicità di Sophia al suo libro Ricette e memorie). «Parole, parole, parole» (la risposta della Loren a Mina) (Ansa, 26/8/2004) • Per avere una pelle sempre giovane consiglia maschere a base di fiocchi di avena, acqua o latte in polvere • Tiene l’Oscar vinto con La ciociara nella libreria del salotto: «Ci ho messo un faretto sopra per illuminarlo bene e tutte le mattine gli tolgo la polvere. Perché l’Oscar deve brillare!». Gli altri premi, negli armadi: «È roba mia, che neanche i miei amatissimi nipoti possono toccare» (Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 11/5/2014) • Non le piacciono i cellulari, non usa YouTube e non ha WhatsApp • In pubblico porta sempre una parrucca • Fa il bagno, non la doccia • Fa ginnastica tutti i giorni tranne quando è in viaggio • Nel 1992, nel segreto dell’urna, qualcuno la votò come Presidente della Repubblica • «Io la Loren la farei senatrice, guarda te....» (il paparazzo Rino Barillari, citato da Massimo M. Veronese su Il Giornale) • «Io esisto solo perché dentro di me sono rimasta soprattutto e soltanto napoletana».