ItaliaOggi, 13 luglio 2019
I francesi sono i più anti-vax
La Francia, una volta culla dell’illuminismo e della raison, è diventata il paese più anti-vax del mondo. Secondo un recente sondaggio demografico condotto in 140 paesi, un terzo della popolazione francese ritiene pericolosi i vaccini. È seguita nella classifica da due paesi della Françafrique, Gabon e Togo. Nel mondo, il 79% della popolazione ritiene invece sicure le vaccinazioni e l’84% le considera efficaci. Il dato francese spiega come mai il Paese ha visto un aumento del 426% nei casi di morbillo nel 2018. L’Oms ha recentemente inserito ciò che pudicamente chiama «vaccine hesitation» nell’elenco dei dieci maggiori rischi globali per la salute pubblica: insieme con Ebola, la resistenza agli antibiotici e il rischio di nuove pandemie come l’influenza spagnola del 1918, l’asiatica del 1957, l’Hiv ed altri morbi che hanno causato milioni di morti.I dati relativi al pericoloso scetticismo francese nei confronti della vaccinazione sono di uno studio Gallup-Wellcome Foundation condotto nel 2018 su un campione di oltre 140mila soggetti. Aldilà del caso limite della Francia, ha trovato che i ricchi paesi occidentali sono molto più inclini a temere la vaccinazione dei paesi meno sviluppati, un fenomeno che parrebbe dovuto più alla nevrosi che alla medicina. I sanitari ipotizzano che possa avere a che fare con una sorta di «trivializzazione» dei morbi in questione, percepiti come malattie infantili di poco conto e ormai debellate.
Centrerebbe molto anche il crescente dubbio riguardo ai progressi della scienza e della tecnologia. Oltre al timore dei vaccini, la ricerca Gallup-Wellcome ha trovato che la Francia sia anche l’unico dei paesi presi in considerazione dove oltre la metà della popolazione ritiene che scienza e tecnologia ridurranno il numero di posti di lavoro disponibili nei prossimi cinque anni. La visione più comune nel mondo è il contrario, e anche appena oltre la Manica, in Inghilterra, il 35% della popolazione esprime fiducia nella categoria degli scienziati, mentre solo il 21% dei francesi è altrettanto ottimista.
Il pessimismo «suicida» dei francesi è comunque abbastanza rappresentativo dell’umore dell’Europa Occidentale continentale nell’insieme, mentre l’Inghilterra, la Scandinavia, le Americhe Nord e Sud e anche buona parte del mondo in via di sviluppo vedono il futuro tecnologico con maggiore fiducia. Lo studio alla base di questa nota non dice niente però sulle nuove credenze europee che vanno a riempire lo spazio mentale lasciato libero dal crollo del razionalismo scientifico, una visione del mondo alla quale l’illuminismo francese del diciottesimo secolo, propugnando i valori della ragione, dello spirito critico e della circolazione democratica del sapere, ha tanto contribuito.
È preoccupante contrastare gli illuministi dell’epoca con gli illuminati, cioè le sette che proponevano di estendere l’umana perfezione attraverso l’illuminazione mistica per diventare «impeccabili», cosicché qualunque atto, anche se gravissimo per i non illuminati, non potesse essergli imputato come colpa. È la seconda faccia dello stesso anticlericalismo che un paio di secoli fa spezzò il monopolio intellettuale della Chiesa e che da allora si contende con i «meno puri e meramente razionali» l’anima dell’Occidente.