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 2019  luglio 13 Sabato calendario

Cosa dicono i sondaggi sul caso Lega-Russia

Per quanto appaia ormai tramontata la possibilità di anticipare il voto politico, le fibrillazioni e gli scontri in seno alla maggioranza rimangono quotidiani. Numerosi sono i temi all’ordine del giorno, ma due ci sembrano particolarmente importanti: da un lato la vicenda delle nomine europee; dall’altro lato la recentissima ipotetica trattativa con esponenti del governo russo per un finanziamento alla Lega.
Partiamo dal primo tema. Le nomine europee hanno lasciato l’amaro in bocca alla maggioranza degli elettori: il 43% le giudica negativamente (con un picco del 60% tra gli elettori leghisti), il 31% le valuta positivamente (57% tra gli elettori di centrosinistra).
L’operato del governo Conte nelle trattative viene giudicato negativamente dal 45% degli italiani, contro il 30% che invece ne dà un giudizio positivo. Le perplessità si mantengono consistenti anche tra gli elettori delle due forze che sostengono il governo: sia leghisti che pentastellati si dividono sostanzialmente a metà. D’altronde le differenze di visione emerse sono state importanti, sia tra i due partiti, sia, in maniera più evidente, tra Salvini e il premier.
E proprio questi ultimi contrasti sono visti dalla maggioranza relativa come sintomi di un conflitto che potrebbe mettere a rischio la tenuta del governo (46%), mentre il 38% li interpreta come normale dialettica istituzionale. Quest’ultima opinione è condivisa dalla maggioranza assoluta degli elettori dei due partiti di governo, ma in entrambi una consistente minoranza (33% tra i leghisti, 41% tra i pentastellati) vede rischi di tenuta, a conferma di una certa insofferenza, in entrambi, per le relazioni nella compagine governativa.
Che l’esito della trattativa sia stato complessivamente sfavorevole alla Lega, che non ha trovato interlocutori solidi nel suo percorso, è evidenziato dal fatto che il 50% degli elettori ritiene che essa sia sostanzialmente isolata in Europa. Lo pensa anche la maggioranza relativa degli elettori leghisti, nonché la maggioranza assoluta dei pentastellati.
Alla presidenza del Parlamento europeo, è stato eletto un altro italiano, David Sassoli, che sostituisce Antonio Tajani. Fra i partiti italiani, Sassoli è stato votato solo dal Pd, Forza Italia si è astenuta, mentre FdI e Lega hanno votato per un conservatore ceco. Ma nonostante questo la nomina di Sassoli è vista dal 40% come un riconoscimento al ruolo del nostro Paese, contro il 34% che la legge come uno sgarbo al governo in carica.
Infine la vicenda russa. Il primo tema che abbiamo sondato è relativo alle sanzioni imposte alla Russia dopo l’annessione illegale di Crimea e Sebastopoli. Sul mantenimento delle sanzioni l’opinione pubblica si divide quasi perfettamente a metà: il 39% la giudica una scelta sbagliata, opinione fortemente condivisa dagli elettori leghisti (56% è di questa opinione) ma anche, sia pur in misura più tiepida, dai pentastellati e dagli elettori di FI, mentre 38% la condivide. In generale però il tema sembra suscitare perplessità diffuse, tanto che circa il 30% di leghisti e pentastellati si schiera per il mantenimento delle sanzioni e specularmente un’analoga percentuale tra gli elettori di centrosinistra si augura che siano abrogate.
Da ultimo la vicenda Savoini, il leghista che da alcune intercettazioni sembrava trattare un finanziamento russo per la Lega. La domanda è stata fatta quando si avevano le prime notizie. È indubbio però che agli occhi dell’opinione pubblica si tratti di una vicenda grave: lo pensa il 58% degli intervistati contro un quarto che la considera marginale. Solo i leghisti e gli elettori di Forza Italia non le attribuiscono molta rilevanza, mentre gli altri elettorati (compresi i due terzi dei pentastellati) ne sottolinea la gravità. È indubbio che, se vi sono fondamenti, questo potrebbe essere un inciampo grave per la Lega e per Salvini.