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 2019  luglio 13 Sabato calendario

L’Egitto denuncia Christie’s per Tutankhamon

Che quella piccola scultura di appena 28 centimetri battuta all’asta lo scorso 4 luglio da Christie’s a Londra sia l’effigie di Tutankhamon è fuor di dubbio. L’anonimo collezionista, sborsando la bellezza di 4.746.250 di sterline (5,2 milioni di euro), sapeva bene che la preziosa quarzite marrone, opera degli scultori amarniani (celebri per il loro realismo), è uno dei ritratti del celebre “faraone bambino” nelle fattezze di Amon «per mettere il sovrano allo stesso livello degli dei», secondo la descrizione della casa d’aste. La bocca piena, il labbro inferiore leggermente pendente, agli occhi a mandorla e il profondo incavo tra gli occhi e le sopracciglia non lasciano aperte altre ipotesi. Che invece sussistono a proposito della sua provenienza. Subito dopo la sua aggiudicazione, infatti, l’Egitto ha annunciato che intenterà una causa legale alla casa d’aste inglese Christie’s per ottenere il rimpatrio di quell’incredibile reperto antico di oltre 3.300 anni: secondo le autorità del Cairo, la testa del faraone sarebbe stata saccheggiata una quarantina di anni fa dal tempio di Karnak a Luxor. Già prima dell’asta, in realtà, il governo del Cairo aveva tentato di bloccare la vendita, ma non c’è stato nulla da fare. La scultura ha trovato un nuovo proprietario che ne godrà tra le mura della sua casa. «Ci hanno lasciato senza altre opzioni che far valere le nostre ragioni di fronte a un tribunale», ha dichiarato il ministro egiziano delle Antichità, Khaled el-Enany, alla Bbc. «Faremo di tutto affinché la testa di Tutankhamon torni in Egitto», ha aggiunto. 

INCOMPARABILE BELLEZZA
Del resto si tratta di un manufatto realizzato nell’età dell’oro – quello della XVIII dinastia del cosiddetto Nuovo Regno – non solo in termini politici, ma anche per l’incomparabile bellezza e qualità dell’arte prodotta. Tutankhamon, che aveva 9 anni quando divenne faraone (regnò tra il 1333 e il 1323 a.C.) rappresenta un simbolo universale al quale il Cairo non vuole rinunciare. Ma la casa d’aste Christie’s tira dritto, respingendo gli addebiti e escludendo categoricamente che la testa, alta 28 centimetri, sia stata trafugata nel corso degli anni ’70. L’archeologo ed ex ministro delle antichità egiziane, Zahi Hawass, però non ha le stesse certezze. A suo parere è più che probabile che l’opera «abbia lasciato l’Egitto negli anni Settanta perché, a quel tempo, altri oggetti antichi della stessa tipologia sono stati rubati dal Tempio di Karnak, a Luxor». Secondo la ricostruzione degli specialisti di Christie’s, invece, la statua fu acquistata da Heinz Herzer, un antiquario con sede a Monaco di Baviera nel 1985; in precedenza Joseph Messina, un gallerista austriaco, l’aveva comprata nel 1974 da principe Wilhelm von Thurn und Taxis che la custodiva nella sua collezione dal 1960.

IL VENDITORE
A metterla in vendita è stato un privato che l’aveva acquistata dalla stessa casa d’aste londinese nel 2016 per 3 milioni di sterline proveniente da una parte della Resandro Collection, una delle collezioni private di arte egizia più famose al mondo. «È estremamente importante stabilire la proprietà recente dell’opera e la legalità della vendita, cosa che abbiamo chiaramente fatto», ha chiarito un portavoce di Christie’s intervistato da AFP, aggiungendo che «non viene offerto in vendita alcun oggetto la cui proprietà o esportazione solleverebbe domande». Non solo. Il portavoce ha sostenuto anche che l’ambasciata egiziana era stata informata in anticipo della vendita. Del resto la statuetta è stata pubblicata ed esposta diverse volte negli ultimi 30 anni grazie al collezionista privato che la possedeva con tanto di spiegazioni. La scultura, infatti, faceva parte di un colossale complesso dedicato al dio Amon, la divinità più importante del Nuovo Regno. La corona sopra la testa, costituita da un modio (copricapo) sormontato da due alte piume, forse in riferimento alla natura celeste di Amon, fa parte del iconografia della divinità. Perché l’Egitto se ne ricorda solo ora?