La Stampa, 13 luglio 2019
La moda ispirata allo Spazio
Tutte in orbita! Nella folla di suggestioni contemporanee la luna c’è sempre stata. Cinema, design (pensate alla poltrona Galaxy di Walter Pichler) e tanta moda.
Ma ora siamo in zona anniversario: il 20 luglio 1969 il primo uomo ha lasciato la sua impronta molto più di tre metri sopra il cielo. Ed è passato mezzo secolo tra corsi e ricorsi, serie post-apocalittiche, odissee galattiche. Dalla collezione Space Age di André Courrèges (un precursore, era il 1964) trionfo di tubini, body ultra-aderenti, stivaloni in plastica e vinile, dai bagliori metallici di Paco Pabanne, siamo arrivati al razzo di Chanel (2017), alla sfilata con navicelle e tute stampate sugli abiti. E avete notato che torna di moda il pallore elegante delle dive d’altri tempi? Nicole Kidman e Cate Blanchett sono già nel mood: perfettamente lunari.
Celebrazioni
Damien Chazelle con il molto premiato «First Man» dedicato a Neil Armstrong ha anticipato tutti l’anno scorso: ovunque si organizzano proiezioni. Christie’s mette all’asta per il 18 luglio il manuale di bordo dell’Apollo XI annotato da Buzz Aldrin (potrebbe valere 7-8 milioni di dollari). Trump scivola su una gaffe («la luna fa parte di Marte») e annuncia una nuova missione per il 2024, ma poi ci ripensa, mentre, nel nostro piccolo, i maestri cioccolatieri Perugina si inventano un moon cake. Mangiamolo!
Astro-chic
Cara Delevingne, testa rasata argento al Met Ball 2017 potrebbe essere Miss Moon. Ma l’ultima tendenza è la luna crescente capovolta (somiglia più a quella musulmana o al simbolo sleep mode dell’Iphone?) che dilaga sulle tute full body di Marine Serre (vista su Kendall Jenner) visionaria fashion designer. Polvere di stelle, universi e bagagli interplanetari per nomadi di lusso sono già nella storia nella moda: Francisco Costa per Calvin Klein, Angela Missoni con l’oro liquido delle tuniche da sera, Derek Lam con i suoi spolverini laminati, Alessandro Michele con la campagna Gucci and beyond. Se avete un lamé, un lurex è il momento di recuperarlo.
Estate 2019
C’è una viaggiatrice spaziale da Emporio Armani, c’è una strizzatina d’occhio all’anniversario nel minidress in puro argento di Isabel Marant e in quello di Céline con un’ala-rouche sul fianco, negli shorts abbinati a stivaletti silver di Roberto Cavalli, nella mantellina in plexi cosparsa cristalli-stelle di Genny.
Elisabetta Franchi rende omaggio alle tute degli astronauti con caschi + vinile avorio e manda in orbita la nuova Jackie Kennedy. Pinko presenta Space Program, capsule dedicata alle eroine moderne che si dividono tra lavoro e famiglia: un abito, una mini, una felpa oversized e a una cropped, una t-shirt e un giubbino con illustrazioni di Lawrence Sterne Stevence e MC Wolfman.. Insomma, chiunque può avere un raggio di luna addosso. Basta volerlo.
Nasa e dintorni
C’è chi fa sul serio con la filologia. Heron Preston firma «Public Figure»: pezzi ispirati alle tute degli astronauti in ripstop nylon e alluminio.Le giacche argentate con il vecchio logo Nasa (abbandonato nel 1992) hanno fatto il pieno di like su Instagram.
E’ tutto italiano invece «Couture in orbit» progetto dell’Agenzia Spaziale Europea con il Politecnico di Milano. Interpreta l’allunaggio con materiali riflettenti e leggeri in multistrato di alluminio e candide reti simili alle garze utilizzate per i satelliti.Il bianco e l’argento si alternano a stampe che ricordano la terra vista dallo spazio. Poi ci sono gli occhiali futuribili come i Matrix di Silhouette, o quelli a mascherina di Smith. Giulio Iacchetti ha creato per Moleskine uno zaino ispirato «alla scatola bianca a forma di parallelepipedo sulla schiena degli astronauti delle missioni Apollo». La Nasa aprirà al turismo dall’anno prossimo: siete pronti?.