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 2019  giugno 30 Domenica calendario

A.A.A. mattone di Stato vendonsi

Vendesi «appartamento di ampia metratura composto da ingresso, ripostiglio, disimpegno, sei stanze, cucina, due bagni e balconi» nel quartiere Trieste a Roma, zona «prevalentemente residenziale» e servita da «numerosi mezzi pubblici». O forse interessa un «tre stanze, cucina, bagno, ripostiglio e disimpegno» a Campo Marzio, quartiere centrale che «annovera vie, palazzi, chiese e monumenti tra i più belli e famosi di Roma». Oppure un bilocale nel «quadrante nord/ovest» di Firenze, una villetta a Tarvisio o una palazzina a Perugia.
A mettere online questi annunci, domattina, non sarà un’agenzia immobiliare né uno dei portali che promettono «la casa dei tuoi sogni». Sarà il ministero dell’Economia. O, meglio, Invimit, la sgr del Tesoro che si occupa della gestione del mattone pubblico. L’offerta, tramite aste di Stato rivolte a privati e gestite direttamente dalla sgr guidata da Giovanna Della Posta, sarà la prima mossa operativa del piano straordinario di vendita del mattone pubblico che secondo gli obiettivi dell’ultima manovra dovrà portare almeno 950 milioni di euro quest’anno e altri 300 nei prossimi due sull’altare della riduzione del deficit. Gli immobili offerti direttamente sul mercato per questa via sono solo un piccolo antipasto. Ma il piatto forte dovrebbe seguire pochi giorni dopo. Perché a Via XX Settembre sono pronti i testi dei provvedimenti chiamati a farlo partire. Si tratta degli elenchi dei beni da mettere in vendita, circa 1.500 individuati dal Demanio e altri dal ministero della Difesa a partire da 41 caserme, e soprattutto del decreto di Palazzo Chigi (su proposta appunto dell’Economia) per disciplinare le varie mosse di un piano che poggerà su vendite dirette e sulla creazione di un fondo (si chiamerà Dante) da almeno 500 milioni per la valorizzazione. Il piano lavorerà su portafogli differenziati, dal residenziale al terziario, e coinvolgerà anche Regioni ed enti locali in una veste duplice: come “fornitori” di immobili (in questo caso le entrate serviranno ovviamente a tagliare il loro debito) ma anche come facilitatori dei processi di valorizzazione attraverso le varianti urbanistiche e i cambi di destinazione d’uso. In palio ci sono premi che vanno dal 5% al 15% dei ricavati della vendita, articolati in base alla rapidità di attuazione. In base alle bozze, l’assegno del 15% dovrebbe essere riservato a chi chiude l’iter burocratico in meno di 12 mesi, chi supera i 2 anni si accontenterebbe del 5% e per le performance intermedie sono previsti incentivi fra il 10 e il 13%.
Perché il freno al deficit al centro dei negoziati con la Ue di queste ore è il problema più urgente. Ma l’obiettivo dichiarato è di evitare svendite in nome dell’emergenza, e usare il mattone come leva strutturale per migliorare i conti e attrarre investimenti. Sfida complicata, da tentare anche con mosse innovative come l’asta di Stato rivolta a privati e famiglie. Che Invimit gestirà direttamente, senza intermediari, e offrendo tutte le informazioni anche tramite l’attivazione di un numero verde.