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 2019  maggio 15 Mercoledì calendario

Il ritorno di Pomicino

Paolo Cirino Pomicino ha visto il segretario del Pd Nicola Zingaretti per offrirgli il sostegno elettorale suo e di una pattuglia di fedelissimi pomiciniani, semisconosciuti politici ed ex politici locali, alle imminenti Europee. Ci sarebbero stati almeno due incontri tra Roma e Napoli e la strana chiave di lettura di questa costruenda intesa la offre un big dei dem partenopei dietro garanzia di anonimato: “Sono le prove tecniche del futuro governo Pd-Cinque Stelle. L’eminenza grigia del M5S è un ex andreottiano come Vincenzo Scotti, no? Bene: un altro ex andreottiano come Pomicino parteciperà al Pd e aspirerà allo stesso ruolo ed insieme lavoreranno a un’intesa tra Zingaretti e Di Maio”. Sorride a trentadue denti il parlamentare napoletano mentre rilascia la confidenza, consapevole che la chicca resterà impressa nelle orecchie di chi ascolta. Per il resto, conferma tutto: l’interesse di Pomicino per il Pd, gli incontri tra l’ex ministro del Bilancio della Prima Repubblica e il segretario che ha vinto le primarie, le riunioni su input di Pomicino tra ex democristiani e figli di ex democristiani per convincere i recalcitranti e i perplessi. “Ma quel mondo – spiega la nostra fonte – da qualche parte doveva andare: certo uno come Pomicino non può offrirsi ai Cinque Stelle, Forza Italia si è dissolta, della Lega al sud manco a parlarne. Il Pd forse è rimasta l’ultima forza politica che può definirsi un partito, con il quale dialogare”. E perché Zingaretti dovrebbe assorbire Pomicino nel Pd? “Perché, glielo assicuro, non ha chiesto nulla in cambio. Ed a uno che ti propone di portarti qualche voto e basta, tu che fai? Gli dici di no?”.
I pomiciniani recalcitranti, dicevamo. Il 41 enne Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno e candidato del centro destra alle ultime politiche, è uno di loro, una collocazione ereditata dal padre. “Pomicino ci ha riuniti e qualcuno di noi ha espresso dei dubbi”. Quali? “Per me questo Pd di Zingaretti è troppo a sinistra, io mi sentirei a disagio. Io spero sempre nella ricostruzione di una nuova forza politica di centro moderato”. Ma i tentativi di rifare la Dc sono tutti falliti. “Lo so”. E il Pd può essere la casa dei moderati? “Non lo so. Ma se non mi rivedo in quello che si sta costruendo, se non me ne innamoro, non escludo di restare a fare solo il sindaco e ritirarmi a fine mandato”. E Pomicino come vi ha convinti? “Guardi che non abbiamo ancora preso una decisione definitiva: tra qualche giorno ci rivedremo, ci sono da fare ulteriori passaggi per capire in che direzione andremo”. Quindi scriverei una sciocchezza se scrivessi che Ranieri voterà Pd alle Europee? “In questo momento sì. Ma ho molti amici tra i dem”. Chi sono? “L’onorevole Lello Topo e il consigliere regionale Mario Casillo. Con Mario c’è un’amicizia più stretta, siamo vicini anche territorialmente”.
Topo è uno degli esponenti dell’area guidata da Lorenzo Guerini che secondo le indiscrezioni di questi giorni dovrebbe trasformare l’intesa tra Pomicino e Zingaretti in un sostegno alla candidatura dell’europarlamentare uscente Giosi Ferrandino, di nuovo in pista dopo l’assoluzione dell’anno scorso nel processo sulla metanizzazione Cpl a Ischia. Lei è amico anche di Ferrandino? “No, ma lo conosco e lo stimo, l’ho conosciuto per la sua attività di sindaco di Ischia”. Ferrandino che ieri abbiamo cercato invano per una dichiarazione, attraverso un paio di telefonate e un messaggio lasciato a un collaboratore.
Uno degli ex dc che se ne intende e che nel centrosinistra c’è già stato, Clemente Mastella, commenta così l’iniziativa di Pomicino: “Gli voglio bene ma è come un grande talento del calcio che gioca bene, dribbla tutti, ma non fa mai gol. Vivendo a Roma ha perso il polso delle realtà locali e non si rende conto che quello lui che era una volta non lo è più”. A Benevento si racconta che ad un raduno all’Excelsior di Napoli Pomicino avrebbe invitato anche alcuni mastelliani. Che hanno ascoltato interessati e poi avrebbero preferito rimanere con il sindaco di Benevento e con la moglie parlamentare di Forza Italia.
Pomicino, sornione, si gode la scena ritrovata. Intervistato dal fattoquotidiano.it, spiega i perché e i percome: “Scelgo un partito che si differenzia dagli altri, è l’unico partito non personalizzato. C’è stato un tentativo di personalizzarlo ma è stato sconfitto”. Traduzione: se c’era ancora Renzi non si sarebbe avvicinato. Invece ha bussato a Zingaretti. Che l’ha accolto a braccia aperte.