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 2018  maggio 25 Venerdì calendario

Foodiestrip, dalle Marche alla conquista dell’America



sul CorriereEconomia (11/6/2018)
Foodiestrip è nata su iniziativa di Fabrizio Doremi e Alessio Poliandri per risolvere il problema delle fake review. Con Foodiestrip c’è un processo di certificazione del Foodie, ossia di chi fa la recensione. Viene controllato, attraverso la geolocalizzazione e il tempo di permanenza, che davvero sia stato nel locale che si appresta a recensire. In una prima fase viene consentito al recensore di commentare l’esperienza nel ristorante solo attraverso un sistema di domande a risposta chiusa con un’identità pubblica e visibile.
Ciò fa sì che i membri della community possano verificare chi è l’autore della recensione, ma anche vedere i luoghi che frequenta, capire i suoi gusti e ponderare, in base alle analogie, la rilevanza di ogni singola recensione. L’amministratore delegato Fabrizio Doremi spiega: «L’obiettivo non è solo quello di eliminare le fake review o di avere soltanto recensioni positive, ma di ristabilire un dialogo fertile tra ristoratori o esercenti e i clienti. E in ogni caso siamo solo all’inizio. Foodiestrip è stata infatti progettata come piattaforma aperta che crescerà insieme ai suoi utenti per essere sempre più funzionale alle loro esigenze».





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Cecilia Mussi per il corriere.it (25/5/2018)

Foodiestrip è una piattaforma nata dall’idea di due giovani marchigiani, Fabrizio Doremi e Alessio Poliandri, che oggi hanno 41 anni e sono entrambi di San Benedetto del Tronto. Lavoravano per una delle più importanti guide gastronomiche a livello mondiale, quando si sono accorti che nel panorama virtuale stava cambiando qualcosa. Finte recensioni, siti con commenti «costruiti», classifiche truccate. Così hanno sviluppato il progetto di Foodiestrip, un’app, gratuita sia per iOS che per Android, dove gli utenti possono lasciare vere recensioni di locali. Come? Grazie a un check-in brevettato, che certifica il tempo passato nella struttura, e a un algoritmo che costruisce in modo intelligente la recensione finale. Dal 2012 a oggi i due ragazzi hanno viaggiato spesso in Europa e America per perfezionare il loro prodotto e ora vedono con orgoglio il risultato di tanto lavoro. «Abbiamo formato un team di 15 persone tra collaboratori e assunti – racconta Fabrizio – Tutti più giovani di noi». Foodiestrip in poco tempo ha già raccolto le recensioni di oltre 320 mila locali italiani e più di un milione nel resto del mondo.

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Gianni Rusconi per ilsole24ore.com (31/5/2018)

Se le recensioni sulla qualità del cibo non hanno alcun fondamento di oggettività (e non succede di rado), o peggio ancora di verità, a pagarne le conseguenze sono sia i ristoratori sia i consumatori. Foodiestrip, utilizzabile anche come app per iPhone e smartphone Android, è una piattaforma che riduce il rischio delle “fake review” e dare vita a un sistema di recensioni autentiche che certifica il recensore, ne controlla la geolocalizzazione e il tempo di permanenza nel locale, lo identifica in ottica social per tutti i membri della community e lo guida nella recensione attraverso un modello di domande a risposta chiusa. Attiva in tutto il mondo, il servizio oggi conta di circa 5mila “Foodies” attivi, circa 350mila locali segnalati e 7mila attività certificate.

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Fabiana Salsi per vanityfair.it (21/5/2018)

Critiche spesso poco costruttive, tante recensioni false, utenti non riconoscibili: sono tra i motivi principali dell’astio di ristoratori (e albergatori) contro TripAdvisor. Da qui parte una nuova app, provando a rivoluzionare il sistema delle recensioni: FoodiesTrip.

L’hanno inventata Fabrizio Doremi e Alessio Poliandri, due ragazzi di San Benedetto del Tronto con l’obbiettivo «di metter finalmente pace (e ordine)  – dicono – nel mondo dei critici da tastiera e dei «ristoratori». Accontenta tutti, perché è pensata per evitare recensioni false e fare in modo che le critiche siano utili sia per chi le riceve che per gli gli utenti che le consultano in fase di scelta.


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Eugenio Spagnuolo per wired.it (28/6/2018)

Le recensioni online, come farne a meno? Ma davvero sono sufficienti a dirci se il ristorante o l’hotel dove stiamo per prenotare risponde davvero alle nostre aspettative? Anche se le review degli utenti sono diventate col tempo, un po’ quel che Virgilio era per Dante, ma l’inferno si nasconde spesso nei dettagli. Ma basta fare un po’ di attenzione per evitare spiacevoli sorprese. Ecco qualche trucco utile quando prenotate online.


1. Stelle vs Voti
Caso tipico: hotel a buon prezzo, anche troppo, che su Tripadvisor ha 5 pallini, segno che ha ottenuto molte recensioni positive. Ma c’è un ma: i pallini non corrispondono alle stelle dell’hotel, anche se la grafica dei siti di comparazione prezzi può generare l’equivoco. Un hotel a 3 stelle potrebbe avere soddisfatto pienamente i suoi clienti, che non avevano aspettative particolari. Mentre uno a 4 stelle potrebbe non aver ottenuto lo stesso numero di recensioni positive e meno pallini. Eppure tra i due hotel la differenza la fanno non solo i voti ma anche le stelle.

Una stella non è un dettaglio. Una stella in più significauna camera più spaziosa, maggiore pulizia e a volte anche il parcheggio e altre amenities.

2. La zona
Trovare un hotel a prezzi stracciati in un posto dove non siamo mai stati. Fortuna? Prima di approfittarne però  conviene farsi la fatidica domanda: perché? La verità potrebbe trovarsi tra le righe delle recensioni, ma non solo. Un hotel può essere abbordabile perché si trova in una zona mal collegata o poco sicura: In questo caso, per scoprire se la zona dove si trova il vostro buen retiro non ci riserva brutte sorprese, potete usare Safearound, il sito che “consente di valutare il livello di rischio in oltre 100 città in tutto il mondo”.

Da prendere con le molle, ma può aiutarvi a saperne di più della zona dove soggiornerete.


3. Parla con… l’hotel
Non dimenticate di compilare il campo richieste particolari, quando prenotate online: ogni hotel ha le sue regole, non solo su check-in e check-out, ma anche sulla distribuzione delle stanze agli ospiti: se volete una camera tranquilla e poco rumorosa, per esempio, è meglio chiederla prima (soprattutto negli hotel low cost e soprattutto all’estero).

4. Comparate… i comparatori
Se vi siete trovati bene con un sito di prenotazioni online, come Booking, Expedia o Hotels.com meglio così. Ma se volete sapere se il vostro sito di riferimento davvero conviene, provate a usare un comparatore di siti come Momondo e Trivago (entrambi in italiano) o Hotels Comparison (solo in inglese): vi permettono di cercare un hotel confrontando tra loro le tariffe dei vari siti come Booking e gli altri, e di scegliere il prezzo migliore. Attenti però, se il risparmio è lieve, meglio continuare a usare il sito di cui siete habituè, per ottenere i vantaggi della fidelizzazione, spesso previsti.

5. Al ristorante
Esistono varie app per scegliere un buon ristorante: come The Fork, una sorta di versione commerciale di Tripadvisor, per esempio, permette anche di prenotare in alcuni ristoranti, ottenere sconti speciali e accumulare punti. E solo chi ha davvero fatto una prenotazione con l’app, può lasciare una recensione. Tra le novità c’è anche Foodiestrip, app creata da una startup di San Benedetto del Tronto, per mettere pace tra ristoratori e clienti. Come? Verificando i recensori, attraverso la geolocalizzazione e il tempo di permanenza, per verificare che davvero siano stati nel locale che si apprestano a segnalare. E in una prima fase la recensione avviene attraverso un sistema di domande a risposta chiusa sulla sua esperienza all’interno del locale, per evitare che dietro il cliente insoddisfatto (o troppo entusiasta) si nasconda un abile digital-pr.

6. L’igiene innanzitutto
Ma spesso a fare la differenza tra un ristorante e l’altro più che la soddisfazione dei clienti, è quella degli ispettori sanitari: nelle grandi metropoli turistiche esistono app che aiutano i turisti nella scelta del ristorante, che abbia superato i controlli igienici e sanitari. A Parigi per esempio c’è Alim’confiance, realizzata dal dipartimento di sanità: una volta geolocalizzati, vi segnala i locali che hanno superato i controlli. A New York ce ne sono due e anche HDscores, che funziona in tutti gli states. A Londra invece per ora manca un’app, che svolga questo compito, ma c’è il sito della Food Standard Agency, dove basta inserire il nome del ristorante dove volete attovagliarvi per sapere quali controlli ha superato. E anche la City è servita…

7. Come riconoscere le recensioni false
E poi c’è l’annosa questione delle recensioni false, che rende ancor più difficile azzeccare la scelta, in fatto di ristoranti e hotel. Secondo uno studio di Harvard, il 16% delle recensioni dei ristoranti di Yelp sono false. La buona notizia è che ci sono diversi metodi per scoprirle. Il più facile è usare Fakespot: basta inserire l’indirizzo web di una qualsiasi attività segnalata su Tripadvisor per ricevere dopo pochi secondi un report sull’accuratezza e la veridicità delle recensioni (attenti solo a inserire il link con il suffisso “.com”, invece che “.it”). Ma potete anche divertirvi a giocare all’investigatore scoprendo voi le recensioni farlocche. Gli esperti in questo caso suggeriscono di:

  • Controllare le date delle recensioni. Tante recensioni positive ravvicinate, potrebbero essere il frutto di una campagna di marketing.
  • Cliccate sul profilo del recensore. Lascia sempre recensioni positive, con un linguaggio brillante? Tende a concentrarsi su posti poco conosciuti? Questo è un po’ sospetto.
  • Diffidate delle recensioni arrabbiate: dietro potrebbe nascondersi una ripicca. Ma anche le recensioni entusiastiche, se nella pagina sono presenti recensioni di segno opposto, potrebbero essere poco attendibili.
  • Fate caso allo stile. Uno studio della Cornell University ha scoperto che le recensioni false sono più incentrate sulle narrazioni in prima persona, con tanto di dettagli (inutili) sui compagni di viaggio e le ragioni del viaggio. Quelle vere invece si concentrerebbero su aspetti specifici come le dimensioni del bagno e i prezzi, insomma più sono noiose, più potrebbero essere… Vere.



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    Michela Becchi per il Gambero Rosso (8/6/2018)
    Tripadvisor e le false recensioni

    Tripadvisor sì, Tripadvisor no. Il mondo del web si divide sull’utilità del portale di recensioni più famoso nel mondo, croce e delizia delle attività commerciali (principalmente alberghi e ristoranti) che se da un lato guadagnano in visibilità, dall’altra si espongono a qualsivoglia giudizio. Compresi quelli di origine incerta, o, ancor più grave, le false recensioni che impazzano sulla piattaforma. Una piaga che danneggia molti esercenti e che a più riprese si è cercato di arginare con campagne di sensibilizzazione, denunce, esperimenti che potessero smascherare l’uso fraudolento del mezzo (fra cui lo stratagemma architettato da Italia a Tavola nell’estate 2015, iscrivendo sul sito un ristorante inesistente – tal La Scaletta di Moniga sul Garda – e pubblicando diversi commenti che avevano fatta balzare l’attività in vetta alla classifica).

    Il progetto per contrastarle

    Per far fronte all’annosa questione, due giovani marchigiani di San Benedetto del Tronto hanno deciso di ideare una nuova piattaforma dedicata alle recensioni di ristoranti. Il progetto di Fabrizio Doremi e Alessandro Poliandri è semplice: si tratta di un’app gratuita per iOS e Android dove gli utenti possono pubblicare recensioni di locali certificate. Si chiama FoodiesTrip e si propone come alternativa sicura e trasparente alla più nota Tripadvisor, grazie al regolamento ferreo imposto dalla piattaforma.

    Come funziona

    Ogni persona (foodie) che decide di iscriversi deve sengnare la propria presenza all’interno di un ristorante verificabile con un semplice click. Una sorta di check in “precisissimo, che incrocia i dati del gps, della connessione wifi e in più calcola la durata della permanenza”, hanno dichiarato gli ideatori al Corriere della Sera. Se non si oltrepassa un certo numero di minuti all’interno del locale, il check in viene invalidato. L’obiettivo? “Rimettere la valutazione dei locali nelle mani delle persone. Oggi assistiamo alla perdita di valore di alcune piattaforme, dei social, proprio per colpa delle notizie false. Certo, non pretendiamo di batterle al 100 per cento, ma almeno vogliamo provarci”. Attraverso il check in, ma non solo. Una volta recati al ristorante, i foodie devono rispondere ad alcune domande “molto specifiche”, per garantire la loro reale presenza all’indirizzo recensito.

    La piattaforma social

    Un’idea nata nel 2012, sviluppata negli anni attraverso diverse ricerche in Italia ma soprattutto all’estero, affinata poi nel 2016 e incubata come startup. Uno strumento utile per il consumatore, ma anche una sorta di piattaforma social, dove ogni utente può condividere le proprie esperienze con gli amici (da aggiungere, proprio come per Facebook, solo tramite ricerca per nome). È possibile, inoltre, seguire altri foodie, senza esserci necessariamente “amici”, e richiedere l’inserimento di un nuovo locale non ancora segnalato nell’app. Attualmente, sono circa 1,2 milioni fra ristoranti, caffetterie e cocktail bar gli indirizzi recensiti in tutto il mondo, di cui 320mila in Italia. L’app è scaricabile su Google Store e Apple Store, per ora in una versione beta ma presto in quella definitiva.

    www.foodiestrip.com/it/