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 2019  gennaio 26 Sabato calendario

Ora per Soros il vero nemico è Xi

 «La realtà è che siamo in una guerra fredda che minaccia di diventare una guerra a tutti gli effetti». A pronunciare la fosca previsione è il miliardario e filantropo George Soros, che durante l’annuale cena privata al World economic forum di Davos attacca il Dragone. «La Cina non è il solo regime autoritario del mondo, ma è il più ricco, il più forte, il più avanzato tecnologicamente. Questo rende Xi Jinping il più pericoloso oppositore delle società aperte», avverte. Noto per le spericolate operazioni finanziarie che lo hanno arricchito – ma anche per aver fondato la Open society fundation – Soros mette in guardia dal «pericolo mortale che corrono le società aperte a causa degli strumenti di controllo che l’intelligenza artificiale possono mettere nelle mani di regimi repressivi». Il riferimento è alla Cina, dove Xi Jinping vuole che «uno Stato a partito unico regni supremo». Pechino, spiega, «si avvia a mettere tutta l’informazione disponibile su una persona in un database: se verrà introdotto, Xi avrà un controllo totale sulla popolazione». Neppure George Orwell, rileva il miliardario di origini ungheresi, sarebbe arrivato a immaginare un futuro simile. 
LA REPLICA DI PECHINOTra i nemici mette anche la Russia di Putin, spiegando che lo scenario più pericoloso è quando questi nemici «imparano l’uno dall’altro come opprimere meglio il loro popolo». Soros si sofferma poi sui giganti dell’high tech cinese Zte e Huawei: «Se queste società arrivassero a dominare il mercato 5G, rappresenterebbero un inaccettabile rischio per la sicurezza del mondo». Gli Usa, invece di «fare guerra praticamente a tutto il mondo, dovrebbero concentrarsi sulla Cina», ma il presidente Donald Trump «sembra seguire un cammino diverso: fa concessioni alla Cina e dichiara vittoria, mentre rinnova gli attacchi contro gli alleati Usa». La replica del ministero degli esteri di Pechino è ferma e misurata. Definisce «prive di senso» le critiche di Soros, «ci auguriamo che la persona in questione possa correggere il proprio comportamento, non essere miope e avere una obiettiva e razionale opinione dello sviluppo della Cina». Il miliardario americano, secondo il Dragone, «inverte giusto e sbagliato» e comunque «non vale la pena smentire» le sue parole.