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 2019  gennaio 25 Venerdì calendario

I grillini fanno bene a evitare ogni vaccino...

Che paragone fare? Nessuno: nel 2008 al Senato invitarono Giovanni Allevi a dirigere il concerto natalizio, e fu un sacrilegio anche quello (Allevi sta alla musica classica come Celentano sta alla filosofia teoretica) ma almeno non faceva male alla salute, o non dell’Italia intera. Qui, invece, stiamo parlando del marchio della Camera messo in mano a una deputata grillina, Sara Cunial, una secondo la quale il vaccino anti-influenzale (quello influenzale per bambini, mica chissà che cosa) ricorda «l’eutanasia di massa che doveva portare a una rigenerazione genetica», qualcosa che doveva investire «neonati e bambini malformati e handicappati» e che fu «mantenuto strettamente segreto con la complicità di medici e personale sanitario», con le case di cura «riadattate con impianti per inalazioni di gas tossici e forni crematori per smaltire cadaveri». Era il 6 gennaio 2018 e, su un social network, erano le parole testuali di questa Sara Cunial che in precedenza si era sempre occupata di carote e piselli da imprenditrice agricola: la stessa a cui ieri è stato consentito di organizzare una conferenza ipocritamente titolata «Libertà di scelta» con invito esteso agli stralunati del «Corvelva», inteso come quel «Coordinamento veneto per la libertà delle vaccinazioni» già protagonista di analisi falsate e di campagne-choc per bambini presuntamente morti o danneggiati per via dei vaccini: «Io sono uno dei bimbi morti post-vaccino occultati dai rapporti ufficiali», diceva la didascalia di un mega-manifesto stradale; poi venne fuori che il bambino era vivo e che la foto era stata presa senza autorizzazione su internet. Fu un piccolo caso. Inutile.

MINISTRA DISSOCIATA
Persino la ministra della Salute, Giulia Grillo, si è dissociata dalla collega di partito e dalla sua «conferenza», benché si sia limitata a dire che sarebbe stato opportuno convocare «una controparte», tipo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Ringraziamo la ministra anche se ha detto una sciocchezza: siamo in Occidente e alla Camera dei deputati, non in un blog grillino, non c’è da invocare ogni volta una malintesa «libertà di espressione» che rimetta in discussione i fondamentali della civiltà. Già sappiamo che la Terra è tonda e che gira attorno al Sole, che le donne hanno il cervello delle stesse dimensioni dell’uomo, che i bambini schizofrenici non vanno portati dall’esorcista, che gli omosessuali non sono dei malati e che – eccoci – non vaccinarsi è pericoloso per il singolo e per la comunità. Questi sono fatti, notizie, non sono opinioni, non c’è da aprire ogni volta un dibattito, non c’è da reclamare la par condicio per sostenere il contrario o, peggio, una dannosissima «libertà di scelta» espressa da quattro amici di una deputata eletta con quattro voti. Rispetto alla ministra, è più grave l’ambiguità del presidente della Camera Roberto Fico che ha concesso la sala delle conferenze stampa (benché la Camera non c’entri nulla con l’organizzazione dell’incontro) e questo nonostante il presidente degli Ordini dei Medici chirurghi, l’altro giorno, gli avesse indirizzato una lettera aperta affinché sospendesse l’incontro perlomeno in quella sede: «Esprimiamo la preoccupazione del mondo medico», scriveva Filippo Anelli, «per la diffusione in un luogo istituzionale di informazioni che sono valutate dall’Agenzia italiana del farmaco come scarsamente attendibili e che, senza le opportune verifiche, creerebbero allarmismi ingiustificati… la prestigiosa sede nella quale l’evento è programmato non può che generare prevedibili equivoci sulla sua validità scientifica e ufficialità istituzionale». Roberto Fico se n’è fregato. Sicché quest’associazione da terzo mondo ha potuto spiegare che «la politica ha il dovere di garantire che nessuno venga costretto a subire discriminazione e che nessuno possa essere limitato nel diritto a esercitare il pensiero critico e la libertà di opinione». Ma certo. Giusto. Infatti c’è un equivoco: la comunità scientifica e il buon senso comune, in realtà, non hanno niente in contrario a che gli sciroccati di Corvelva possano non vaccinarsi: basta che poi partano per la Papuasia, non correndo così il rischio di ammalarsi, contagiare o diventare portatori sani, ergo un provato pericolo per gli altri.

«ISTANZE» E DELIRI
Invece no. Restano qui. E resta, in particolare, la deputata Sara Cunial che ieri, dopo l’incontro, parlava come un Antonio Di Pietro lobotomizzato: «Siamo chiamati a essere portavoce dei cittadini, il Parlamento deve tornare ad essere la casa dei cittadini, il nostro primo dovere è portare la voce dei cittadini». Testuale. Bene, ma quali cittadini? Ci sono cittadini secondo i quali Jim Morrison è ancora vivo e la Terra sarebbe piatta: li ospitiamo alla Camera? «Questo deve tornare il luogo dove tutti i cittadini e le loro istanze possano trovare ascolto». Le istanze. I cittadini. «Lo facciamo nel luogo dove tutte le istanze dei cittadini – ha proseguito, coi giornalisti ad annotare, – possono essere discusse e accolte. Proprio ora, qui alla Camera, si sta votando la legge sul referendum e sulla democrazia diretta. Lo spirito di questa conferenza stampa è proprio questo». Perfetto. E – domanda inevitabile – l’adesione di Beppe Grillo al patto pro-vax dell’immunologo Roberto Burioni? Risposta: «Beppe Grillo è libero di fare quello che vuole». Che vuol dire? Niente, ma va così. Aspettando che la democrazia diretta trasformi in élite l’ignoranza esibita come valore democratico. O forse ci siamo già. E non c’è vaccino.