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 2018  dicembre 11 Martedì calendario

Gol “last minute” e grandi rimonte In A non è mai finita

È come se, per ovviare all’ennesimo monologo della Juventus, la Serie A stesse cercando ogni altro modo per farsi bella e attraente. La classifica-rebus sotto le big, in effetti, concede speranze europee a tanti. Ma è nelle singole sfide che queste prime 15 giornate hanno dato il meglio, con ben nove doppi svantaggi rimontati e 14 risultati cambiati da gol «last minute» arrivati dal 90’ in poi (un anno fa erano 11). E il campionato delle partite che non finiscono mai, proprio in questo ultimo weekend ha addirittura esagerato. Cose mai viste, recuperi rocamboleschi di squadre in inferiorità numerica, reti segnate tra il 96’ e il 99’, come soltanto nell’era della Var può accadere. 
La Juve ha inaugurato la serie
Sabato si sono buttate via le romane. Ha cominciato la Roma: da 0-2 a 2-2 a Cagliari, con i sardi in 9 ad abbrancare un punto al 96’ in contropiede. L’ha seguita la Lazio al’Olimpico: gol del 2-1 su rigore al 96’ e pareggio della Samp in 10 al 99’. Ieri, all’ora di pranzo, l’autogol se lo è fatto il Sassuolo: vinceva 2-0 e poi 3-1, ma la Fiorentina che non molla ha rimediato tra l’89’ e il 96’. Mai, in una sola giornata, tanti gol quasi da tempi supplementari. Sono il frutto di partite che il ricorso alla tecnologia ha allungato, sono il risultato di duelli che restano aperti fino in fondo. Con l’eccezione, guarda un po’, di quelli che impegnano la Juve padrona. I bianconeri, noblesse oblige, si sono limitati a inaugurare la serie, dettando la tendenza stagionale: 18 agosto, match d’apertura del torneo, 3-2 in casa del Chievo maturato in rimonta al 93’ con graffio di Bernardeschi. Da allora, Allegri le sue partite le ha sempre chiuse molto prima.
Napoli, il meglio in Europa
Tutto il contrario di quel che sta capitando, e non è nemmeno una novità, alle milanesi. Soprattutto al Diavolo di Gattuso: ha vinto tre volte tra il 91’ e il 97’ (due le botte decisive di Romagnoli), ma ha perso il derby al 92’ e s’è fatto raggiungere in coda da Atalanta e Lazio. In più, a Napoli, all’alba del campionato, era crollato dal 2-0 al 2-3. È dell’Inter, invece, il guadagno più consistente negli extratime: +4 punti grazie ai successi su Samp e Milan. Una qualità che sta tenendo vivo Spalletti anche in Champions: senza il 2-1 sul Tottenham firmato da Vecino al 92’ gli ottavi sarebbero irraggiungibili. Già che ci siamo allargati all’Europa che conta, è il caso di sottolineare come nelle altre leghe di prima fascia soltanto in Spagna si decidano in coda più partite (17) che da noi. Germania (12), Inghilterra (9) e soprattutto Francia (7) regalano finali meno elettrizzanti. E in nessun caso si è segnato oltre il 96’, minuto in cui, però, il Liverpool s’è preso il derby con l’Everton e il Chelsea di Sarri ha raggiunto il Manchester United di Mourinho. Nessuno, però, sta facendo meglio dell’Alaves spagnolo, che all’ultimo respiro ha sconfitto Valladolid, Real Madrid e Villarreal e pareggiato col Getafe. Se invece si amplia lo sguardo agli sprint dall’80’ in poi, il top lo abbiamo in Italia. Ancelotti ha plasmato un Napoli micidiale nei finali: 9 gol segnati e nessuno subito, con 7 punti ricavati. Se ha ancora una timida speranza di infastidire la Juve è proprio grazie alla capacità di emergere alla distanza.