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 2018  dicembre 11 Martedì calendario

La recensione del film di Boldi e De Sica

Tutti lo aspettavano come il ritorno del cinepanettone, con Boldi e De Sica che si rimettevano insieme dopo tredici anni di separazione (dai tempi di Natale a Miami). E invece Amici come prima suona piuttosto come la pietra tombale di quel sotto-genere. Bisogna aspettare i titoli di coda con i ciak sbagliati e le scene improvvisate per ritrovare un po’ della comicità triviale e irrispettosa, fatta di allusioni, sghignazzate e ammiccamenti, che era il marchio di fabbrica dei film natalizi. Qui siamo invece dalle parti della farsa, della commedia degli equivoci (e dei travestimenti), con i buoni e coi cattivi (più le donne in questo ruolo: una piccola vendetta di Brizzi, coautore del soggetto con Christian De Sica?), senza ambizioni sociologiche o tentazioni slapstick, piuttosto con un occhio all’estero (la Francia di Quasi amici, l’America di Mrs. Doubtfire: Boldi è sulla sedia a rotelle, De Sica si traveste da donna per trovare un lavoro) e la voglia di salvarsi l’anima dalle accuse che avevano sempre inseguito i loro film, con De Sica che si regala anche un pistolotto contro ogni gabbia sessuale, capace di liberare il figlio dalla vergogna di essere omosessuale. Anche se alla fine Amici come prima sembra come sospeso a metà, troppo poco scatenato per una farsa, troppo poco originale per una commedia.