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 2018  dicembre 11 Martedì calendario

I pellicciai francesi polemizzano contro le pretese vegano-animaliste

In Francia, la federazione nazionale dei pellicciai ha deciso di ribellarsi ai diktat lanciati, per motivi etici, dalle associazioni di vegani e animalisti contro l’uso delle pellicce nell’abbigliamento e nella moda. Oggi sono molte le griffe che le hanno bandite dalle proprie creazioni, magari a favore delle ecopellicce, come testimonia anche l’elenco sempre più lungo, anno dopo anno, dei vincitori del Fashion Awards 2018 organizzato da Peta (The people for the ethical treatment of animals), associazione che difende la causa degli animali. Da Michael Kors, a Diane von Furstenberg a Burberry sono gli ultimi marchi ad aver aderito alla Fur Free Alliance (movimento contrario all’uso della pelliccia nell’abbigliamento). Ma anche Gucci e Jean-Paul Gaultier hanno annunciato che rinunceranno all’uso di pellicce. Chanel smetterà di firmare borse, cinture di pelle di coccodrillo, lucertola e rettile per poter soddisfare le esigenze di etica e di tracciabilità dei propri fornitori, secondo quanto ha riportato Le Monde. La prima stilista ad aprire la strada agli anti-pelliccia è stata, molti anni fa, l’inglese Stella McCartney.Ebbene, adesso i pellicciai francesi non ci stanno più: denunciano l’ipocrisia dei marchi di moda che, dicono, con il pretesto dell’etica prendono queste decisioni di marketing perchè «la causa difesa dai vegani-animalisti sarebbe nell’aria» secondo quanto ha dichiarato a Le Monde, il portavoce della federazione nazionale dei pellicciai francesi, Pierre-Philippe Frieh. In passato si è verificato che sfilate di moda siano state interrotte dagli attivisti che difendono la causa degli animali. Eppure, a sentire la federazione dei pellicciai francesi, gli allevamenti in Europa rispettano gli standard previsti dalla legge francese ed europea e sono di gran lunga migliori rispetto agli allevamenti cinesi.
Malgrado l’avanzata delle pretese vegane a animaliste il mercato mondiale di peli e pellicce naturali va bene grazie ai clienti asiatici (cinesi e coreani) e del Medio-Oriente. In 15 anni la cifra d’affari è arrivata a 35 miliardi di euro e le vendite sono cresciute del 250% nello stesso periodo, secondo quanto ha riportato Le Monde.
La categoria si impegna a lanciare un’etichetta unica a livello mondiale, il Furmark nel 2020. Intanto, fino ad allora, la federazione dei pellicciai francesi fa sapere che intenterà cause per diffamazione contro tutti quelli che spacceranno delle contro-verità sulla filiera di questo settore.