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 2018  dicembre 11 Martedì calendario

Una valanga di turisti a Berlino

Sui muri e sui pali di Berlino appaiono cuori rossi cancellati da una croce e la scritta Keen Herz für Touris, in slang niente cuore per i turisti. È già cominciata l’invasione natalizia. Per strada sento parlare italiano, e russo, spagnolo, francese. I berlinesi di solito non parlano mentre camminano, e neanche gli inglesi. Da Deutschitaliener, da italiano ma ospite permanente, o quasi, non mi accorgo dei disagi.A Roma, sarebbe superfluo ricordarlo, è peggio. Non riesco a attraversare a piedi la piazza del Pantheon, bloccato dalla folla dei turisti, per i vicoli di Trastevere mi vengono incontro gruppi compatti di giapponesi terrorizzati di perdere il contatto con la guida che innalza un ombrello colorato, o una bandierina. Devo farmi da parte, schiacciandomi contro il muro, come a Pamplona quando arrivano i tori per la festa di San Firmino. I pullman turistici intasano il traffico al limite del credibile. Una volta, in auto, mi sono trovato sbarrato ogni passaggio nella piazza innanzi al palazzo di giustizia. Ho proseguito, come gli altri, sul marciapiede. Tanto non c’era un vigile nei dintorni.
Dalla primavera all’autunno, di notte sono svegliato da americani intontiti dal vino dei castelli che cercano di intonare O Sole mio, tutti ospiti di B&B abusivi. Berlino mi sembra tranquilla, almeno sopportabile nel mio quartiere, ma in altre zone la pensano diversamente. La Frankfurter Allgemeine si preoccupa della capitale, minacciata dal turismo a basso costo. Arrivi con un volo low cost nel vecchio aeroporto di Schönefeld con meno di 30 euro, e con 3 euro e 40 in bus e metro arrivi dall’altra parte della metropoli, un viaggio di 30 o 40 chilometri. E se sbarchi a Tegel, l’altro aeroporto, e sei in compagnia, prendi un taxi con 20 euro.
In quale altra capitale d’Europa puoi sfamarti con 6 o 7 euro, senza rischiare di morire avvelenato? Un kebab, un würstel con pommes, cioè patatine fritte, una pizza al taglio, sono gustosi, abbondanti, se non si hanno problemi con il colesterolo. Puoi bere una birra o comprare una bottiglia di vino tutta la notte in uno Späti, altra parola in gergo per indicare gli spacci aperti 24 ore su 24.
E puoi dormire per 8 euro e 50, informa la Faz, a A&O, gigantesco Ostel con 1.560 letti nella Köpenickerstrasse a Mitte, cioè il quartiere centrale. Berlino in realtà ha diversi centri e ti troverai in una strada desolata, ma con uno Späti sull’angolo. La tariffa minima prevede condizioni da caserma, otto clienti in una camera, e una minuscola toilette con doccia arrugginita. Però con 20 euro ti offrono una sistemazione più decente. E se hai soldi da buttare trovi una doppia in un tre stelle a partire da 50 euro. Ai giovani non importa, per un week-end possono fare a meno di dormire, la movida di Kreuzberg, Prenzlauerberg o Friedrichshein li attende. Sono pronti a trascorrere ore all’addiaccio pur di conquistare l’ingresso al Berghein, il night che è la mecca proibita dei giovani di tutta Europa. Sul Warschauer Brücke, come sul ponte di Rialto a Venezia, in estate non si riesce neanche a passare.
Berlino, si allarma il quotidiano, rischia la fine per Overtourism. I turisti di fascia alta, quelli che prenotano in uno dei 27 alberghi a cinque stelle (comunque, in bassa stagione, anche qui si parte da 200 euro per notte), sono una minoranza ben accolta. «Tutto ciò non è giusto», protesta Burkhard Kieker, direttore di Visit Berlin, come dire l’ente per il turismo.
Nel 2006, quando Angela era cancelliera solo da un anno, arrivarono appena sette milioni di turisti, l’anno scorso oltre 13 milioni. E qualche quartiere è corso ai ripari, vietando il B&B. Migliaia di appartamenti sono stati comprati dagli stranieri, in prima fila noi italiani, attirati dai prezzi bassi. E li offrono per pochi giorni ai turisti, grazie a agenzie specializzate. Le case per vacanze sarebbero oltre 15 mila, non tutte in regola, e i giovani berlinesi non trovano più alloggi da affittare. I quartieri hanno un loro sindaco, come a Parigi, e possono decidere per conto loro, ma il divieto non sarebbe costituzionale. A casa mia posso ospitare chi voglio, oppure no? Però non sarebbe male se la misura venisse adottata anche a Trastevere. Berlino è una capitale povera, il 20% dei 3,5 milioni di abitanti, sopravvive con l’assegno sociale. E il turismo crea 250 mila posti di lavoro, sia pure non sempre ben pagati. Che fare? Ma il turismo non invade ancora l’intera metropoli. L’85% degli abitanti, secondo un sondaggio, è orgogliosa che la loro città sia una meta ambita per i turisti di tutto il mondo, e l’82% non si sente disturbata dai visitatori, giovani o no. Devono essere miei vicini di casa.