Il Messaggero, 10 dicembre 2018
Il ritorno al passato della nuova Playstation
Anno 1994. Roberto Baggio sbaglia il rigore nella finale dei mondiali di calcio a Pasadena, escono al cinema Pulp Fiction e Forrest Gump, Fausto Brizzi scrive il suo romanzo d’esordio Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Jovanotti furoreggia con Penso Positivo e, in quello stesso anno, la Sony decide di lanciare la prima Playstation.
Nel campo videoludico è una piccola-grande rivoluzione per una serie di motivi: i videogiochi sono caricati su cd-rom (e non più su cartucce), la grafica è simile – se non migliore – a quella dei videogiochi da sala, il controller diventa uno strumento chiave e il videogame un complesso sistema di intrattenimento per tutta la famiglia con il quale trascorrere ore e ore.
I CONTROLLERDicembre 2018. Sony per omaggiare i 25 anni della console fa uscire PlayStation Classic (99,99), che riprende le sembianze della PS1 ma in formato compatto e con 20 giochi pre-caricati. La console sta ora su un palmo di un mano, i due pulsantoni Power e Open sono sempre presenti, anche se non c’è più bisogno di inserire il cd; basta solo collegare la console alla tv con il cavo Hdmi (non più presa Scart, per fortuna) e iniziare a giocare. Nella confezione oltre al cavo Hdmi vi è anche una memory card virtuale per memorizzare i salvataggi e due controller cablati identici agli originali.
I giochi pre-caricati riescono a soddisfare più o meno tutti i gusti: ci sono i picchiaduro Tekken 3 e Battle Arena Toshinden, la madre di tutti i giochi d’azione Metal Gear Solid, il primissimo Grand Theft Auto, i platform storici come Rayman e Odd World, le missioni di Tom Clancy’s Rainbow Six e i giochi di guida come R4: Ridge Racer Type 4. Certo, in molti sulla rete si stanno lamentando per l’assenza di classici come il primo Tomb Rider, Gran Turismo o Crash Bandicoot, ma i giochi erano veramente tanti ed è inevitabile che qualcuno rimanga deluso.
Tuttavia, una volta acceso la Playstation Classic e visto il vecchio logo PlayStation, è inevitabile che per chi ha più di 30 anni non scatti fortissima la nostalgia. E l’operazione da questo punto di vista è riuscita: i colori, i personaggi, lo stile di gioco e le atmosfere riescono a farti ripiombare negli anni 90.
GLI ANTENATI
Il tema del revival applicata al tech e ai videogame peraltro sembra non voler cessare: in questi ultimi anni il cosiddetto retrogaming era legato ai cosiddetti arcade game, ovvero i primi videogiochi da sala (Space Invaders, Pac Man, Donkey Kong) e agli antenati delle console dei videogiochi, dagli Atari ai vari Vic20, Amiga e Commodore 64, presentati come piccoli computer ma che in realtà servivano fondamentalmente per giocare. Esauriti tutti gli anni 80, ecco che ora i vari produttori di tech si buttano sull’immaginario degli anni 90, ovviamente attualizzato nei formati e nella più semplice giocabilità: ci aveva già provato l’anno scorso Nintendo lanciando il suo Super Nintendo Mini (Super NES), una riedizione della storica console Nintendo del 1992, anch’essa in versione più piccola con 20 giochi a 16 bit tra i più popolari (SuperMario World, Street Fighter 2 tra gli altri, più l’inedito Sterfox 2) già preinstallati.
Ma la retromania non si ferma solo alla riproposizione riattualizzata di vecchie console, ma anche ai titoli di videogame.
LE VERSIONI
È appena uscito infatti per PS4 Spyro Reignited Trilogy che ripropone le versioni rimasterizzate di 3 giochi del famoso draghetto sviluppato da Toys for Bob (già sviluppatori di Skylanders) e pubblicato da Activision, mentre tra le app più scaricate per smartphone c’è My Tamagotchi Forever, il personaggino virale a cristalli liquidi che negli anni 90 doveva essere nutrito, pulito e coccolato, oggi viene riproposto con un’evoluzione nella grafica e nella struttura, grazie a mini-giochi contenuti nell’app.