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 2018  dicembre 09 Domenica calendario

Le automobili inquinanti dei parlamentari grillini

Vogliono costringere gli italiani a viaggiare su auto ibride ed elettriche, ma intanto loro si muovono su auto vecchie e inquinanti. Con l’idea da Stato etico di stabilire per legge il parco auto e di castigare l’Italia piccola, il M5s da giorni insegue e difende l’ecotassa, un emendamento approvato in commissione che inciderebbe sull’acquisto delle utilitarie più vendute. Le automobili più penalizzate sarebbero la Fiat Panda, la Fiat 500L il cui costo aumenterebbe da 400 fino a 1000 euro. E insomma, ci sarebbe da rubricarla come l’ennesima stramberia se non fosse che sono i parlamentari del M5s a guidare le stesse auto a cui vogliono mettere le ganasce.
Grazie alle dichiarazioni patrimoniali è infatti possibile entrare nei loro garage anche se il rischio è di uscire intossicati dai gas di scarico. Amante della solidità tedesca, la deputata Guia Termini, 33 anni di Treviglio possiede un Bmw del 1997 (in pratica acquistata 21 anni fa) che fa la fortuna di qualsiasi distributore di idrocarburi ma non certo dell’ambiente. Condivide la stessa passione per la velocità del deputato Stefano Vignaroli, compagno della «mamma Roma» del Senato, Paola Taverna, che, a proposito, parcheggia ancora con una Peugeot 208 del 2009. Vignaroli scorrazza con la sua Mercedes Slk a due posti ma ormai vintage (immatricolata nel 2000).
Per rimanere sempre in Germania, impossibile è stato convincere Stefania Mammì e Federico D’Incà a rottamare le loro Volkswagen. Possiedono rispettivamente una Polo e una Golf del 2001 e del 1999. Anche in questo caso sono auto longeve che hanno dato prova di affidabilità e stabilità ma che oggi, secondo le intenzioni dei proprietari, sarebbero le prime a essere colpite. E deve esserci sicuramente una passione segreta dei deputati grillini verso la Rover, casa automobilistica di Birmingham. È gettonatissima. Ne possiedono un esemplare i deputati Marianna Iorio, Roberto Traversi e i senatori Arnaldo Lomuti e Patty Labate. A vantare il maggior numero di chilometri percorsi è certamente quella della Labate immatricolata nel 1997 (21 anni) e della Iorio (19 anni fa).
Non tutti, e bisogna riconoscerlo, possiedono il gusto anglosassone di questi quattro. Guardando dietro lo specchietto retrovisore dei 161 parlamentari del M5s (tanti sono quelli che hanno comunicato modello e cilindrata, a mancare sono i big) ci si accorge che sono nelle maggior parte proprietari di utilitarie alimentate a benzina e diesel. Giuseppe D’Ippolito si mette al volante di una Ford Ka del 1999, Luca Migliorino di una Fiat Punto del 1997, stesso anno della Citroen di Loredana Russo. Di un’auto senza fronzoli aveva bisogno Luciano Cadeddu ex pastore sardo, che ha dovuto lasciare il gregge all’occhio vigile dei suoi cittadini di Uras che così lo hanno incoraggiato: «Vai Luciano in Parlamento! Le pecore le guardiamo noi». È proprietario di una Nissan Almera del 2001.
E che dire della Fiat Panda, auto vituperata e maltrattata dal sottosegretario all’Economia, Laura Castelli: «La Panda 1.2 costerà di più? Comprino la Panda Mille». Dovrà spiegarlo alla sua collega di Movimento, la senatrice Silvana Giannuzzi, una donna che, come si legge nel suo sito, ha girato molto il mondo come consulente di problem solving, ma che è sempre tornata al suo vecchio amore: una Panda del 1999.
Insomma, era necessario fare questo «pezzo» di strada per rivelare che ci sono deputati che lucidano ancora una Ford Escort del 1975. Si tratta Giampaolo Cassese. Non sappiamo se abbia mai avuto il privilegio di salire a bordo della Triumph Spitfire (1979) del senatore Marco Pellegrini, o sulla Maggiolino di Gianluca Ferrara (fabbricata nel 1968) o ancora sulla Cinquecento del 1969 della deputata M5s, Patrizia Terzoni. Non sarà a metano ma conferma l’opinione di Henry Ford ovvero che «ogni buona automobile deve innanzitutto durare quanto un buon orologio».