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 2018  novembre 09 Venerdì calendario

Tutto sullo staff di Salvini

C’era una volta la paludata comunicazione istituzionale dell’Interno. Poi Matteo Salvini ha cambiato i connotati del ministero.
Al Viminale il Capitano si è portato dietro “la bestia”, la squadra della comunicazione che gli ha fatto battere i record sui social network. Hanno traslocato a Roma: il guru Luca Morisi, il suo socio Andrea Paganella e i ragazzi che ogni giorno inondano Facebook, Twitter e Instagram con la propaganda verde. Così sono saltati i confini tra la comunicazione di un’istituzione statale e quella di un politico in campagna elettorale permanente. Morisi è incasellato come “consigliere strategico” con un compenso di 65.000 euro l’anno. Paganella è capo della segreteria particolare e ha uno stipendio più alto: 85.979 euro. I due sono doppiamente retribuiti per il lavoro che svolgono per Salvini: oltre agli stipendi del ministero, c’è il contratto da 170.000 euro l’anno che la loro società – Sistema Intranet srl – ha stipulato con la Lega.
Al Viminale si sono portati anche i quattro “ragazzi” della squadra social: hanno meno di trent’anni, profili e curricula intercambiabili. Daniele Bertana ha iniziato a “smanettare” con i computer nell’azienda di famiglia a Bruino (Torino), ha finito il liceo scientifico nel 2015 e ha trovato subito posto nella Lega. Andrea Zanelli, 24 anni, ha fatto un percorso quasi identico: subito dopo il diploma scientifico è stato cooptato nella comunicazione salviniana, da principio nella segreteria di Matteo e poi seguendo le orme del Capitano prima a Bruxelles e poi al Viminale (intanto ha trovato il tempo per una laurea triennale in Economia). Fabio Visconti, classe ’93, è passato direttamente dal diploma di perito informatico a Lecco all’impiego nei social del segretario leghista. Poi c’è Leonardo Foa, pure lui 24enne, con un curriculum accademico un po’ più ricco dei colleghi (trilingue, laurea in Bocconi, master a Grenoble), arruolato alla Sistema Intranet di Morisi e Paganella nel 2017 e poi catapultato al Viminale. Proprio nei giorni in cui il papà Marcello veniva scelto da Salvini – e poi imposto, dopo un braccio di ferro durato settimane – come nuovo presidente della Rai. I quattro ragazzi sono inquadrati con lo stesso stipendio: 41.600 euro all’anno.
A guidare l’ufficio stampa Salvini ha chiamato un giornalista di Libero. Matteo Pandini (90.000) fino a pochi mesi fa scriveva (anche) inchieste sulla Lega. Bergamasco, 38 anni, ha cementato il rapporto col Capitano curando e firmando la sua autobiografia Secondo Matteo. È lui che guida la macchina della propaganda a Roma.
A fine agosto negli uffici del ministro Salvini si è aggiunto Gianandrea Gaiani (65.000), esperto di Difesa, volto dei salotti televisivi, articolista un po’ ovunque, feroce sostenitore della linea dura sull’immigrazione (“la grande farsa umanitaria”, come da titolo del suo ultimo libro). Su Libero illustrò il piano per liberare i due marò detenuti in India “con sommergibili, spie e incursori”.
La segreteria del ministro è completata da due giornalisti al Viminale da diverse legislature – Cristina Pascale (30.000 euro) e Giuseppe Benevento (41.600 euro) – e dallo storico deputato leghista Luigi Carlo Maria Peruzzotti (41.600 euro). Il capo di gabinetto è l’ex prefetto di Bologna Matteo Piantedosi (152.536 euro), con lui c’è il prefetto Elena Garroni (146 mila euro), mentre a fianco di Pandini nell’ufficio stampa c’è il vice prefetto Paolo Canaparo (90.000 euro).
Salvini a Chigi si è portato una squadra ridotta, ma con diverse figure eccentriche. L’ultimo acquisto, arrivato un po’ alla chetichella, è un altro volto abbastanza noto dei talk show politici: Alessandro Amadori (65.000), il sondaggista dell’Istituto Piepoli. Presenza fissa su La7, lo si può incrociare anche in questi giorni davanti alle telecamere mentre spiega la crescita dei consensi del governo o descrive “il successo quantico (sic) della Lega di Salvini dal 2013 a oggi”. Della sua nomina pare non essersi accorto nessuno: Amadori si presenta ancora come sondaggista e vicepresidente dell’Istituto Piepoli e non come “consigliere per l’analisi politica e sociale” del politico più potente d’Italia. Il fulcro del team è la storica portavoce Iva Garibaldi (120.000), che ha accompagnato il percorso di Salvini dai leghisti al 3 per cento al virtuale 33 di oggi.
Nell’ufficio di Chigi ha preso scrivania un’altra donna di carattere, Susanna Ceccardi (65.000). Come il suo capo, colleziona incarichi: sindaca di Cascina (Pisa), commissaria della Lega in Toscana, probabile candidata alla Regione e pure “consigliere per il programma di governo” del Capitano. Per le “attività strategiche internazionali” c’è Claudio D’Amico (65.000). È l’uomo che cura i rapporti con Russia Unita e che ha accompagnato Salvini da Vladimir Putin. È il “russologo” della Lega, insomma. Curiosamente, ne è anche l’ufologo: è convinto che ci sia un complotto internazionale per nascondere la verità sugli alieni.
Completa l’ufficio il giovanissimo Lorenzo Bernasconi (classe ’87), da anni tra i più stretti collaboratori di Salvini (a Chigi gli fa da segretario particolare, 100.000 euro). L’unico “boiardo” pescato fuori dal bacino leghista e con una carriera di alto livello da funzionario della Camera è infine il capo di gabinetto Paolo Visca. Il suo trattamento economico risulta ancora “in corso di definizione”.