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 2018  ottobre 10 Mercoledì calendario

L’uomo che incastra le spie di Putin

«Abbiamo lavorato per settimane in un piccolo gruppo, formato da reporter ed esperti di tecnologia open source». Non guarda in faccia nessuno Eliot Higgins. Nemmeno zar Putin. E tira dritto dopo che il suo team investigativo ha scoperto l’identità del dottore spia che avrebbe fatto parte del commando inviato in Inghilterra per avvelenare l’ex 007 russo Skripal.
Trentanove anni, originario di Shrewsbury in Inghilterra, ex operatore finanziario, quando Higgins nel 2014 ha fondato la piattaforma investigativa Bellingcat in pochi lo vedevano come un nemico del presidente russo. Ma sono tanti i colpi messi a segno. La collina dove Jim Foley è stato ucciso dall’Isis, l’indagine sull’MH17, i raid chimici in Siria. Fino a ieri, quando Bellingcat, con il sito The Insider, ha pubblicato il nome del dottore Alexander Mishkin, agente dell’intelligence militare di Mosca, sospettato di aver tentato di uccidere il 4 marzo con l’agente nervino Novichok l’ex collega Sergej Skripal e la figlia Yulia.
La rivelazione pare essere il risultato di un’indagine molto accurata che, come spiega lo stesso Higgins al Corriere, è andata avanti per settimane e si è avvalsa di ricerche in rete nonché di fonti sul campo. «All’inizio abbiamo lavorato su Alexander Petrov, il nome di copertura che Mishkin ha utilizzato per entrare in Gran Bretagna. Ma era come finire in un vicolo cieco». Niente indirizzi, niente profili social. Petrov era un fantasma. Dopo intere giornate trascorse a scandagliare archivi e siti, a Higgins e compagni è venuta un’idea. «Spesso alcune informazioni reali vengono riciclate per creare le leggende, le identità sotto copertura delle spie. Ed è con la data di nascita indicata sul passaporto di Petrov, il 13 luglio 1979, che abbiamo fatto centro», hanno spiegato gli autori dello scoop ieri durante una conferenza stampa a Westminster.
Seguendo le briciole di pane, si arriva ad un numero di telefono registrato nel 2002 alla residenza dell’accademia navale militare di medicina S. Kirov, dove Mishkin si sarebbe laureato in medicina iperbarica. Ma è quando le ricerche si spostano da San Pietroburgo a Mosca che la faccenda si fa davvero interessante. Qui gli uomini di Bellingcat trovano un numero di cellulare registrato a nome Mishkin in un database di assicurazioni per auto, corrispondente a una Volvo XC90 le cui tracce finiscono al Khoroshevsky district di Mosca, lo stesso quartiere dove ha sede il Gru.
Siamo alla fine di settembre. Nel frattempo i reporter di The Insider sono partiti per Loyga, nel distretto di Arkhangelsk. È qui che Mishkin ha vissuto fino ai 16 anni ed è qui, tra i ghiacci del Mar Bianco, che i segugi trovano un’altra informazione preziosa. Nel 2014 Mishkin è stato insignito della stella d’oro come eroe della Federazione russa. E ad appuntargli la medaglia è stato Putin in persona. A rivelarlo è una fonte vicina alla nonna di Mishkin. Inoltre sia Mishkin sia il Colonnello Chepiga alias Ruslan Boshirov, l’altro agente del Gru sospettato di aver tentato di uccidere Skripal, nel 2014 avrebbero ricevuto in dono appartamenti di lusso a Mosca in vie adiacenti.
Spie, intrighi, rompicapi. Difficile scoprire la verità. Ma da Bellingcat si dicono tranquilli. «L’inchiesta regge. Come medico Mishkin doveva verificare che gli altri agenti non fossero contaminati».
In attesa delle reazioni di Mosca anche Higgins non si scompone. Siamo «indipendenti», assicura lui, anche se tanti lo definiscono vicino alla Nato e alla Open Society Foundation di George Soros. E delle spie russe dice di non aver paura. «Se vogliono uccidermi possono farlo. Cerco solo di stare attento alle tracce che lascio in rete».