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 2018  ottobre 10 Mercoledì calendario

La Müller doppiata alla Scala dalla Martin du Theil

Il presagio era già nel titolo. Quel Finta insidiosamente abbinato alla leggiadria della Giardiniera. Un binomio che aveva deliziato l’autore, un Mozart 19enne giocoso e malizioso con la passione per i travestimenti e gli inganni amorosi. E che l’altra sera, alla prima scaligera della sua opera datata 1775, si sarebbe divertito un sacco nel veder messo in pratica oltre ogni aspettativa l’artificio che fa da motore all’intera storia. Perchè Sandrina, oltre agli inganni concessi dal libretto – in realtà si chiama Violante, non pota le rose ma è una marchesa, si spaccia per morta ma è vivissima – stavolta ha aggiunto un tranello inatteso, moltiplicandosi in due. Due soprano per una doppia finta protagonista: la titolare Hanna-Elisabeth Müller e la sostituta Julie Martin du Theil a spartirsi il ruolo in contemporanea. La seconda che lo canta in quinta, la prima che lo mima in scena, muovendo le labbra in sincrono in una sorta di playback «dal vivo».
Un colpo di teatro non programmato, visto che i cali di voce non danno preavvisi e la sfortunata Müller, che pur aveva cantato senza problemi alla «generale» di venerdì scorso, nel weekend si è ritrovata a boccheggiare invano. Per cercare di salvare la prima il teatro milanese ha cercato freneticamente la sostituta ideale per una parte così impegnativa, ben sei arie, molte colorature, e l’ha trovata nella soprano svizzera, specialista in ruoli mozartiani, già otto volte interprete della Giardiniera.
«Domenica sera mi ha telefonato il sovrintendente Pereira, mi ha detto che c’era un’emergenza e mi ha chiesto di precipitarmi a Milano» racconta ancora emozionatissima Julie. Come dire no alla Scala? «Ho preso un aereo da Ginevra la notte stessa, la mattina dopo ero a provare con il pianista, a confrontarmi con i recitativi un po’ diversi... Un debutto così, all’improvviso, alla Scala e da protagonista. Un sogno che mai avrei immaginato, ma dai contorni di un incubo».
Difatti, viste le molte trovate del regista Frederic Wake-Walker, impossibile andare in scena nell’arco di poche ore. E allora la soluzione è stata di affidare a Müller la parte teatrale e a Martin du Theil quella canora.
A sipario ancora chiuso, è stato lo stesso Pereira a salire in proscenio e annunciare che, causa indisposizione, Hanna-Elisabeth Müller sarebbe stata «doppiata» dalla ardimentosa Julie. «Sapevo che avrei dovuto prestare solo la voce, ma questo non mi tranquillizzava affatto. Quando ho iniziato a cantare, le gambe mi tremavano. Mi tremano ancora» confessa ora nell’intervallo di una prova che domani sera, alla seconda recita (essendo Müller ancora malata), le garantirà di affrontare anche la ribalta.
«Sarà il debutto vero, ma già così per me è stato un miracolo. Il pubblico ha capito, è stato dalla mia parte, alla fine gli applausi sono stati tanti». Tra cui quelli di Pereira stesso che, grato del salvataggio, le ha garantito un prossimo e più tranquillo ritorno al Piermarini.
Non è la prima volta che accadono simili imprevisti. Di recente, il 18 settembre scorso alla Scala, è stata proprio Müller a sostituire nel recital di canto Sonya Yoncheva, anche lei colpita e affondata all’ultimo da una raucedine.
Più thriller per il Lohengrin che il 7 dicembre 2012 aprì la stagione scaligera con Barenboim sul podio. Anja Harteros, che doveva interpretare Elsa, si ammala, al suo posto arriva Anne Petersen che però, a poche ore dal debutto si ammala anche lei.
Panico, chiamata d’urgenza per Annette Dasch, che sfidando germi e batteri, canta benissimo e ne esce trionfatrice. Più simile al trauma Giardiniera quel che accade a Torino l’ottobre dell’anno scorso. Quando, all’ultima recita di Tristan und Isolde, Isolde (Ricarda Merbeth) a metà del primo atto si ritrova afona e in pronto soccorso compare Rachel Nicholls che, senza neanche aver tempo di cambiarsi d’abito, si sistema in un angolo del palcoscenico e presta la voce alla protagonista. Vere eroine dell’opera, capaci di reggere degli stress indicibili. Che però talora aprono la via a carriere luminose.