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 2018  settembre 13 Giovedì calendario

Ilva, gli operai dicono sì all’intesa sindacale

Una valanga di sì. Una sorta di plebiscito più che una votazione. La stragrande maggioranza dei lavoratori del gruppo Ilva approva l’intesa sindacale raggiunta la settimana scorsa al Mise dai sindacati con ArcelorMittal. Il via libera è arrivato dal 90% dei dipendenti di Cornigliano, dall’89,4% di quelli di Novi Ligure, dall’87% di Racconigi e dal 63% di Marghera. Oggi voteranno anche gli ultimi reparti e turni dei 10.500 dipendenti di Taranto. Proprio quest’ultimo è considerato il responso più insidioso, perché è qui che c’è e continuerà ad esserci il maggior numero di cassintegrati. E le polemiche sull’ambiente di certo non sono finite. Ma anche in questo caso i sindacati non temono sorprese negative: l’accordo – prevedono – passerà a grande maggioranza. Forse – si spinge qualche sindacalista – anche qui la percentuale dei sì raggiungerà risultati “bulgari”, superiori all’80%. Alle assemblee non sono mancate domande e richieste di chiarimenti ai sindacalisti. Ma – visti i risultati – è evidente che alla fine è passata la tesi del «di più non si poteva». Per molti il “sì” sulla scheda è stato una sorta di sospiro di sollievo (l’Ilva è salva, non chiude) e anche di apertura di credito nei confronti dei nuovi proprietari, che di siderurgia certamente se ne intendono essendo il primo produttoremondiale. I RISULTATI A Cornigliano (Genova) su 1.474 lavoratori hanno votato in 1.123: il 90,1% (1.012) ha detto sì, l’8,8% (99 schede) ha detto no mentre 12 sono state le schede nulle. Molto simile il risultato del voto a Novi Ligure, dove l’intesa è stata approvata dall’89,4% dei votanti. Nel dettaglio, su 730 lavoratori aventi diritto hanno votato 510 persone: 456 i voti a favore, 52 quelle contro (10,2%) e 2 schede nulle. Ieri è arrivato anche il risultato dei dipendenti dello stabilimento veneziano di Marghera: su 52 votanti il 63% ha approvato l’intesa (33 hanno detto sì, 18 no, 1 astenuto). L’esito del voto di Racconigi (87% a favore) si era già avuto l’altro ieri. Adesso i fari sono puntati su Taranto, dove lo spoglio si concluderà oggi pomeriggio. Come detto, i sindacati fiutano aria più che positiva, nonostante proprio qui ci saranno i maggiori sacrifici. Dei 10.500 attualmente in forze al siderurgico, AmInvestco Italy (la newco formata da ArcelorMittal per Ilva) ne assumerà a Taranto 8.200, gli altri passeranno all‘amministrazione straordinaria con una cassa integrazione al 70%. In base all’intesa, però, non ci sarà nessun esubero. Su un totale di dipendenti dell’intero gruppo Ilva di 13.500 lavoratori, la newco ne assumerà subito 10.700. Il governo mette sul piatto 250 milioni di euro per finanziare la cig e gli incentivi all’esodo (fino a 100.000 euro a persona per 2.500 dipendenti). Una clausola di salvaguardia prevede che, se alla fine del piano qualche lavoratore non avesse aderito agli incentivi e dovesse ritrovarsi senza occupazione, entro il 2025 sarà assorbito dalla newco. Domani i risultati complessivi del referendum saranno consegnati ad ArcelorMittal e ai commissari: se la maggioranza dei si è confermata, il colosso franco-indiano potrà entrare nelle fabbriche e avviare il rilancio della nuova Ilva.