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 2018  settembre 13 Giovedì calendario

Riccardo Cucchi si racconta in un libro

Valvole, manopole e passione. Tanta. Di Riccardo Cucchi gli sportivi italiani conoscono la voce e non il viso, come è giusto. “Radiogol” è il riassunto di trenta anni vissuti, minuto per minuto, davanti a un microfono. “Un atto di amore verso la radio e il calcio”, dice.
Cosa salva di queste due partite della Nazionale?
I ‘vecchi’, Bonucci e Chiellini intendo, e Donnarumma. Un livello tecnico modesto, forse più di quanto pensavamo. E l’esclusione con la Svezia, ora possiamo dirlo, non è stata casuale.
Cosa e quando abbiamo sbagliato?
La crisi è un’adolescente, ha 12 anni, inizia la famosa sera con il cielo azzurro sopra Berlino. Ci siamo cullati su quell’alloro. I segnali inequivocabili, come le eliminazioni precoci in Sudafrica e Brasile, non siamo stati capaci di leggerli. Ed eccoci qui.
Fa tenerezza Mancini sovranista, che invoca “prima gli italiani”, inascoltato.
In teoria ha ragione, dovendo pescare in un bacino pari solo al 34% dei titolari in campionato. Non deve dimenticare però che, quando era all’Inter, giocava spesso con 11 stranieri. Ma prima gli italiani è un messaggio sciocco e antistorico, anche nel calcio.
Ventura: capo espiatorio o riabilitato eccellente?
Per come l’ho conosciuto, allenatore di Cagliari, Sampdoria, Torino, era ed è un tecnico di grandi conoscenze calcistiche e personalità. Ha mostrato limiti nella gestione della Nazionale, che è altra cosa. Gli auguro di rialzarsi, ha vissuto una parabola umana pazzesca.
Opti Tavecchio Pobà.
Buon dirigente dei Dilettanti. Forse non preparato culturalmente per fare il presidente federale. Ma non razzista né sessista, garantisco.
L’Italia pallonara è nel pallone. Da un lato un’estate di fallimenti, serie B e C stravolte, federazione acefala. Dall’altro l’arrivo di CR7. Qual è il vero volto?
Entrambi. Ma negli anni 80-90, da noi, c’era gente come Maradona, Zico, Platini, Rummenigge. Forse abbiamo una memoria corta.
Sacchi dice che le società vogliono solo vincere e per farlo venderebbero l’anima al diavolo.
Impossibile dargli torto. Manca del tutto l’aspetto del gioco, la cultura della sconfitta. Soprattutto non si insegna più il calcio, con dominio assoluto di fisicità e tattica. Un bambino che prova a dribblare un compagno, si becca i rimproveri del mister. Maradona portava a letto il pallone, in senso letterale, oggi il pallone i ragazzi lo vedono solo alla scuola calcio. Così non si allena, né si aiuta il talento a emergere. Totti, Baggio, Del Piero, anche se ci fossero, chi li vede più?
La Juventus vincerà anche quest’anno?
È la società più attrezzata. Stadio di proprietà, squadra femminile, seconda squadra (l’unica che l’ha iscritta). Le altre inseguono.
Intanto Berlusconi e Galliani, forse, ripartono dal Monza.
Meraviglioso. Pura passione, l’essenza di questo sport. Il calcio è un’industria potente e particolare, che non produce cioccolatini, ma qualcosa di immateriale: la passione. Attenzione a non dilapidarla.
A cosa allude?
La troppa televisione, soprattutto a pagamento, ha stravolto tutto. Ma non puoi trattare il tifoso o l’appassionato come un bancomat, magari vendendogli un servizio che non sei in grado di garantire. Siamo vicini al punto di rottura.
Le reti generaliste hanno scoperto che una partita trasmessa in chiaro fa ascolti.
Auspico che la Rai acquisti anche una sola partita in diretta del campionato…
Anche il solo secondo tempo, come 50 anni fa.
Anche solo quello.
Intanto il video trabocca di opinionisti, ex calciatori ed ex allenatori.
Il limite della radio è anche la sua forza: l’assenza di immagini, hai solo parole. La tv è soprattutto immagini, le parole hanno un altro effetto. Puoi essere stato un grande calciatore, ma se non studi e ti prepari, lo spettatore se ne accorge.
La tv come ha cambiato il calcio?
In tutti i sensi. È quasi un altro sport. Di sicuro la partita che vedi alla tv non è la stessa di quella che vedi allo stadio. Il rischio è ‘generazionale’: un nativo televisivo, diciamo un bambino che viene educato a guardare il calcio in tv, quando va allo stadio ha uno choc. Chiede: cos’è questa roba?
Esperienza alla Domenica Sportiva. Bilancio?
Interessante, ma ho toccato con mano due mondi diversi. Ieri, chi mi fermava mi diceva: ‘Ti ho ascoltato ieri’. Dopo la Ds, chi mi fermava mi diceva: ‘Ti ho visto ieri’, e io allora replicavo: ‘Ma mi hai anche ascoltato?’. I più se ne andavano, senza rispondere.