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 2018  settembre 12 Mercoledì calendario

Il nuovo romanzo Andrea De Carlo diventa una festa

Una serata di presentazione del nuovo libro di Andrea de Carlo si trasforma in una festa a sorpresa dedicata allo scrittore, per celebrare il suo «ritorno» e il ventesimo romanzo. Con il nuovo Una di Luna, da domani in libreria, de Carlo è tornato infatti a La nave di Teseo, della quale Elisabetta Sgarbi è il direttore generale ed editoriale, che sta ripubblicando la backlist dello scrittore («I libri di Andrea de Carlo») con le copertine disegnate dall’autore stesso. Dopo la parentesi con Giunti, con cui de Carlo aveva pubblicato a inizio d’anno L’imperfetta meraviglia, lo scrittore torna a casa e festeggia il ventesimo libro.E l’accoglienza per lo scrittore è quella delle grandi occasioni: in tema con Una di Luna, che è ambientato in una Venezia piena di sfumature e di colori, de Carlo è stato protagonista di una serata molto suggestiva a Murano, nella vetreria che i Seguso hanno fondato 23 generazioni fa, nel 1397. Qui lo aspettava, insieme ai vertici della casa editrice, con Elisabetta Sgarbi e il presidente Mario Andreose, anche una sorpresa: emozionato, lo scrittore ha potuto cimentarsi come «vetraio» stampando un sigillo nella pasta incandescente (ma sotto la guida dei Seguso). E infine ha ricevuto una copia del suo libro in vetro, un esemplare unico costruito dai mastri vetrai, in cui il titolo e l’immagine compaiono in controluce.
Naturalmente, la serata è stata l’occasione per una conversazione sul libro («C’è una luce misteriosa e magica a Venezia – ha spiegato de Carlo — e il colore è uno dei Leitmotiv del libro. E ci sono sfumature di luce in tutti i romanzi che mi piacciono, come la Bovary, per citarne uno»), ma anche sul rapporto che lega uno scrittore al suo editore: una storia che risale al 1984, quando de Carlo — dopo il debutto da Einaudi con Italo Calvino per Treno di panna (1981) e Uccelli da gabbia e da voliera (1982) – iniziò con Macno (1984) il lungo sodalizio editoriale con Elisabetta Sgarbi, prima con Bompiani, poi con La nave di Teseo. «Come le vere storie – ha affermato la Sgarbi – quella con de Carlo è stata tortuosa, fatta di ripensamenti e ritorni. Siamo cresciuti insieme, lui come autore, io come editore».
Rievocando i tempi di Macno, che fu presentato in televisione («a quell’epoca era un fatto straordinario portare uno scrittore da Pippo Baudo a Domenica in»), anche de Carlo ha ricordato il suo percorso: «Dopo la tv, Macno era entrato subito in classifica. Ho raggiunto un pubblico più grande e da quel momento ho potuto vivere del mio lavoro. All’epoca c’era un rapporto diverso con programmi e conduttori».
Anzi, un rapporto molto diverso, ha continuato de Carlo, rievocando anche un’altra esperienza in tv, quella di giurato a Masterpiece, talent letterario di Raitre (2013-14). Un’esperienza che lo scrittore ha narrato, indirettamente, anche in Una di Luna: uno dei personaggi, infatti, il padre della protagonista Margherita, è un celeberrimo, anziano e burbero chef, il «maestro» Achille Malventi, chiamato a partecipare a un talent di cucina alla televisione. E le pagine che de Carlo dedica nel libro, per bocca del suo chef Malventi, allo strumento televisivo, sono feroci.
Un giudizio ribadito nella serata veneziana: «Un’esperienza allucinante ma utile. Il vantaggio di fare lo scrittore – ha concluso de Carlo — è che conservi il controllo di quel che fai. Nel talent eri uno strumento di chi costruiva lo show, a contare era soltanto il format».