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 2018  settembre 12 Mercoledì calendario

Quattro film sul caso Weinstein

E quattro. Arriva il quarto film basato sullo scandalo sessuale che ha coinvolto e distrutto Harvey Weinstein, ex-mogul hollywoodiano con il vizio delle molestie ad attrici belle e famose. Stando allo Hollywood Reporter, infatti, James Schamus (Brokeback Mountain), già competitor agguerrito di Weinstein quand’era a capo delle Focus Features, produrrà un film sulle vicende che hanno scosso il mondo del cinema. «È una specie di Il diavolo veste Prada, con una ragazza che inizia a lavorare per il boss-mostro», spiega Scott Macaulay, partner produttivo di Schamus. Tutto ruota intorno alla figura di un’assistente che lavora per la Weinstein Company, con la descrizione particolareggiata di una sua tipica giornata lavorativa alle dipendenze dell’assatanato producer, mentre Georgina Chapman, ex-moglie di Weinstein, figurerà come personaggio nel film. D’altronde, gli hollywooditi si sono buttati a pesce sulla storia del potente manager, ex-amante di Asia Argento, la leader del movimento #MeToo, a sua volta nella polvere dopo le accuse di Jimmy Bennett.
Sul fronte delle storie più hot degli ultimi anni, con un impatto enorme sulla società globalizzata e i suoi leader, bolle in pentola anche Weinstein, documentario della Embankment Films – in un primo tempo intitolato Citizen Harvey, scimmiottando Citizen Kane, cioè Quarto potere, film del 1941 scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles -, finanziato da Simon Chinn e diretto da Ursula Macfarlane (Charlie Hebdo). A Cannes, il film è stato comprato da numerosi acquirenti internazionali. «Il film parla di uno dei più grandi scandali di Hollywood e pone la domanda: dove stiamo andando? La nostra ambizione è quella di approfondire un tema trattato in modo superficiale», spiega Hugo Grumbar della Embankment. Ha destato molto interesse, tra i compratori, anche The Reckoning: Hollywood’s Worst Kept Secret di Barry Avrich.
Questi tre film dovranno vedersela anche con un altro progetto su Weinstein, visto che ad aprile Megan Ellison (Zero Dark Thirty) di Annapurna Pictures, e Brad Pitt, con la sua casa di produzione Plan B (12 anni schiavo) hanno acquistato i diritti degli articoli apparsi sul New York Times, riguardanti la condotta sessuale di Weinstein e firmati dai giornalisti investigativi Jodi Kantor e Megan Twohey. Servizi che hanno fruttato al New York Times un Premio Pulitzer. Resta da vedere se l’affare Weinstein resterà croccante da qui all’uscita dei film.