Corriere della Sera, 9 settembre 2018
Calenda sta vicino alla moglie malata di leucemia
roma«Viola è una leonessa, e tutti noi combattiamo con lei: è stato un anno di dolore, ma anche di grande amore»: Carlo Calenda, l’ex ministro dello Sviluppo economico, racconta così la malattia della moglie, ricoverata in ospedale per essere sottoposta ad un trapianto.
La leucemia, che sembrava debellata, è tornata: una recidiva, che ha costretto l’ex ministro Pd a ritirarsi dai suoi impegni pubblici e a rivelare, ieri su Twitter, il motivo per cui ha dato tante «buche» ad incontri fissati da tempo e feste dell’Unità. Deve seguire «i tre bimbi» (che hanno 5, 9 e 12 anni: ma lui ha anche una figlia più grande avuta da ragazzo) e non può «allontanarsi da Roma». E deve stare accanto alla moglie, Violante Guidotti, che anche dall’ospedale continua a essere forte e presente, scherzando e parlando con i figli via WhatsApp e via Skype: «Quando una persona sotto chemio ablativa e in isolamento totale riesce a controllare compiti e lavaggio dei denti dei figli via Skype (anche perché non si fida del marito) siamo su un altro pianeta», scrive orgoglioso a un suo follower.
Che la moglie di Calenda fosse malata si era scoperto in primavera, quando la coppia, solitamente molto discreta, riservata, lontana dalla mondanità romana, era stata fotografata ad un evento dell’organizzazione di volontariato Komen Italia, per promuovere le politiche di prevenzione: «Viola ha appena finito di curarsi per un tumore al seno scoperto per tempo – scriveva lui stesso il 13 aprile scorso pubblicando la foto —. La prevenzione fa la differenza e il ruolo delle famiglie e dei mariti/compagni è fondamentale durante e dopo le cure».
Capelli corti, sorriso radioso, la moglie sembrava essere in gran forma dopo aver affrontato le cure. Ma non tutti sapevano che invece nell’ultimo anno «Viola», come lui la chiama da sempre, era stata colpita anche da una leucemia, che si è ripresentata nelle ultime settimane. E che ha costretto Calenda a ritirarsi in silenzio.
Fino a ieri. Perché l’ex ministro, dirigente d’azienda, che ha seguito la vicenda Ilva, non voleva parlarne prima che la trattativa fosse conclusa, per evitare che qualcuno strumentalizzasse le sue vicende familiari per attaccarlo dal punto di vista professionale. «Finché eravamo nella battaglia Ilva» ha preferito tacere. Ora che la vicenda si è conclusa, dice la verità: perché è «fondamentale che chi ha un cancro non lo viva come una “menomazione” da tenere nascosta. Così ci regoliamo io e Viola, nel rapporto tra di noi, con i bambini e con gli altri», scrive a chi si preoccupa per «i titoli dei giornali».
Hanno deciso insieme di parlare della malattia, «di non tenerla nascosta come se fosse una colpa»: un esempio anche per migliaia di famiglie che vivono malattie terribili nel silenzio, vergognandosi come se potessero essere marchiati a fuoco dall’onta del «brutto male».
«Ho scoperto che spesso il tumore crea anche grandissime fratture nelle coppie, nelle famiglie – ci confida —. Io e Viola ci siamo invece avvicinati ancora di più e il nostro amore è diventato se possibile ancora più profondo. Abbiamo affrontato apertamente la malattia, parlando con i bambini, spiegando quello che stava succedendo: questo ci aiuta anche a mantenere un clima di normalità in famiglia».
Ed è proprio la normalità, ciò a cui aspira ora Calenda: «Non voglio pietismi e drammatizzazioni», chiede con fermezza. Lui e Violante sono insieme da quando avevano 18 anni, hanno condiviso gioie e dolori, sempre rimanendo lontani dai riflettori. Ed è quello che faranno anche in questo momento. «Oh ma non è che sparisco – conclude Calenda rassicurando chi lo segue —. Continuo a combattere per le mie idee e contro questo governo. Dopo figli e moglie e con qualche limitazione in più rimane una priorità. Adelante».