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 2018  settembre 08 Sabato calendario

Trattare Salvini da fascista è fuorviante e sbagliato

Caro Aldo,
vedo che Lei purtroppo non valuta a pieno il pericolo fascismo in Italia. Pulsioni e parole mi sembrano evidenti: abolizione del Parlamento, abolizione della legge Mancino, Orbán come modello, mancato rispetto di alcuni principi sanciti dalla Costituzione. Non basta essere eletti: in democrazia il potere ha i suoi limiti nei principi fondamentali sanciti dal liberalismo.
Ambrogio Valtolina
Salvini non è né Mussolini né Hitler, ma tutto il suo modo di agire, le idee che manifesta, la sua comunicazione, il suo story-telling (come si usa dire oggi) cos’altro sono se non la (brutta) copia di quei due nefasti personaggi? 
Ferruccio Guida

Cari lettori,
opporsi a Salvini è lecito e talora anche giusto, ma trattarlo da fascista è fuorviante e sbagliato. È utile rileggere un libro straordinario, «L’Italia in camicia nera». Indro Montanelli e Mario Cervi raccontano quasi giorno per giorno l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Tutto è completamente diverso: il contesto storico, le personalità in campo, le caratteristiche del Paese. Certo, qualche punto in comune si può trovare: la violenza con cui si liquidano gli avversari politici e in genere chi non la pensa allo stesso modo; cent’anni fa era una violenza fisica, oggi è una violenza verbale. Ma leggere il presente con le categorie ideologiche del passato non aiuta a capire. Invece l’analisi dei ricorsi storici è una sorta di tic nazionale. Il fascismo viene tirato in causa spesso a sproposito. Lo si è fatto anche venticinque anni fa, quando apparve sulla scena Berlusconi, e quando l’Italia non era governata dalla rete, ma dalla televisione. Si è cantato Bella Ciao in situazioni che non c’entravano niente. Si è evocata la Resistenza in battaglie come quella contro l’alta velocità che nulla avevano a che fare con il No detto da tante italiane e tanti italiani ai nazifascisti. In questo modo si sono costruite reputazioni e carriere, ma si sono logorati parole e valori – ad esempio l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, senza distinzioni di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali – che dovrebbero appartenere a tutti. Non ricominciamo adesso.