La Stampa, 8 settembre 2018
Qui! Group dichiarata fallita
Il tribunale di Genova ha dichiarato il fallimento di Qui! Group, la società dei buoni pasto in crisi dal luglio scorso, aprendo alla possibilità di una indagine per bancarotta sui fatti che hanno portato al dissesto. La crisi di Qui! Group ha anche riflessi sulla gara dei buoni pasto per la pubblica amministrazione attualmente in corso, base d’asta un miliardo. Malgrado la società sia stata esclusa da questa gara, la sua controllata Più Buono risulta ancora in lizza per i lotti 2 e 6 (Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana) del valore complessivo di quasi 100 milioni di euro.
I giudici della sezione fallimentare (Ada Lucca, Roberto Bonino, Daniele Bianchi) hanno rigettato la richiesta della società di accedere all’amministrazione straordinaria secondo la legge Prodi -bis e dichiarato invece il fallimento come richiesto dalla procura e da altri tre creditori.
Secondo i documenti presentati al tribunale, Qui! Group ha accumulato debiti per oltre 325 milioni di euro al 31 luglio scorso, dei quali 276 milioni scaduti. I giudici rilevano anche che «lo stato di insolvenza è stato confessoriamente dichiarato» dalla stessa società nella sua richiesta di amministrazione straordinaria, presentata lo scorso 5 agosto. Successivamente la procura - che ha aperto un fascicolo - aveva a sua volta chiesto il fallimento. La decisione del tribunale fallimentare potrebbe a questo punto far scattare l’accusa di bancarotta da parte della procura.
La storia
La crisi di Qui! Group è esplosa a metà luglio, dopo che Consip ha revocato l’appalto per i buoni pasto della pubblica amministrazione che la società genovese aveva vinto per cinque regioni (Lombardia, Piemonte, Lazio, Valle d’Aosta, Liguria). La tensione finanziaria in realtà risale ad alcuni mesi prima: fin da febbraio infatti i ritardi dei pagamenti agli esercenti che accettavano i buoni era stato oggetto di alcuni servizi televisivi. A inizio marzo la società - assistita da Mediobanca - aveva poi emesso un bond da 50 milioni di euro, ad alto rendimento, interamente sottoscritto dal colosso del private equity Kkr che aveva anche preso in pegno le quote della società e di lacune controllate.
Azionisti di controllo
Il 28 giugno scorso poi l’assemblea di Qui! Group aveva approvato un bilancio 2017 con un utile di alcuni milioni di euro, contestato nei giorni immediatamente successivi da Kkr. Secondo quanto riportato nel bilancio, gli accertamenti condotti dopo la decisione di Consip avevano mostrato che Qui! Services, la società che effettuava i pagamenti agli esercenti per conto di Qui! Group, non avrebbe effettuato pagamenti per almeno 55 milioni malgrado avesse ricevuto le risorse finanziarie per pagare. Qui! Services, formalmente non collegata a Qui! Group, condivide però con questa gli azionisti di controllo, ovvero la famiglia di Gregorio Fogliani.