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 2018  settembre 07 Venerdì calendario

Paolina Bonaparte assetata di sesso e potere

Fu una lettera incompiuta e non ancora spedita, scoperta per caso nello studio del fratello, a scatenare la sua cieca gelosia contro quella che chiamava la Vecchia. Parliamo di Paolina Bonaparte, di suo fratello Napoleone e della moglie di quest’ultimo, Joséphine de Beauharnais. Il 22 novembre 1796 è il giorno della scoperta della lettera, che la sedicenne Paolina legge impallidendo per la rabbia. «Come sarei felice», scrive il ventisettenne Napoleone a Joséphine, che ha sposato da pochi giorni ed è nel fulgore dei suoi splendidi 33 anni, «di poter assistere alla tua toeletta’ Mi sembra di vederti. Ecco una tua piccola spalla, un tuo piccolo seno bianco, elastico, ben fermo’ E poi la tua piccola foresta nera. Io le do mille baci e aspetto con impazienza di esserti vicino, oltre che con il mio ardente desiderio, con tutto me stesso». Napoleone si firma “Il tuo amante impaziente” e così il poeta Arnault, che conosce bene tanto lui che la sorella, scriverà: «Con la sua reazione, Paolina rivela il suo dramma. L’aver scoperto che il fratello non solo spasima per Joséphine, ma che anche glielo confessa con parole che lei non può sopportare, la portano sull’orlo di un collasso». Ed è così, entrando nello studio e vedendola sul punto di cadere a terra, che Napoleone capisce. Nessuno ha mai saputo quello che i due si sono detti, ma quello che è certo è che lei – non potendo punire il potente fratello al quale, «è troppo, veramente troppo legata» – decide di colpire l’odiata “Vecchia” con raffinata cattiveria. Joséphine ha un amante, Hyppolite Charles, che incontra in segreto, e lei glielo soffia. Quindi racconta al fratello, nei dettagli più intimi, “l’impresa” che ha compiuto. 

L’ATTORE FASCINOSO
Paolina era conosciuta a Parigi, dove era arrivata da poco con la madre e le sorelle Elisa e Carolina dalla natia Corsica, per la sua estrema spregiudicatezza. Il giorno in cui aveva compiuto 16 anni era diventata l’amante dell’affascinante Jules Lafon, celebre attore di teatro con trent’anni più di lei. «Gli si era disinvoltamente concessa», si legge in una sua biografia, «soprattutto per fare un dispetto alle decine di aristocratiche che anelavano alla sua compagnia». Tuttavia la relazione, finita in un lampo sulla bocca di tutti, aveva mandato Napoleone su tutte le furie. «Lascia quel pagliaccio», aveva ingiunto alla sorella, «perché le tue pazzie amorose mi danneggiano». Paolina aveva rotto con Lafon «e già che c’ero – citiamo dal suo diario – avevo chiuso anche con un altro mio spasimante, il deputato Louis Fréron. Del resto lui aveva già una moglie, un’amante e tre figli da ognuna delle due». Anticipando di due secoli Diana Spencer, che avrebbe definito «troppo affollato» il suo matrimonio con Carlo d’Inghilterra, Paolina concludeva: «Quando si è in troppi, è bene che qualcuno si faccia indietro». Napoleone, soddisfatto della decisione presa dalla sorella le impone di sposare uno dei suoi generali, Victor Leclerc. Paolina obbedisce e il marito, pazzo di lei, non perde tempo: un mese dopo le nozze, celebrate nel 1797, lei è già incinta. Ai primi del 1798 nasce il piccolo Luigi Napoleone, che però la madre insiste a chiamare Dermide ispirandosi a un eroe del suo poeta preferito, Ossian. Il bambino nasce a Milano, dove Leclerc è stato inviato da Napoleone come comandante dell’Armata d’Italia. «Qui è tutto bellissimo», scrive Paolina, ma già alla fine dell’anno suo marito decide di tornare a Parigi rinunciando al suo incarico. «Sono malato», fa sapere a tutti. In realtà non sopporta più di stare a Milano, dove la moglie colleziona un amante dopo l’altro. Tornata a Parigi, si dà alla vita mondana e si ritrova ai piedi decine di uomini. È il periodo più oscuro del suo legame con il fratello. I loro incontri sono infatti molto, troppo frequenti fino al 1801, quando un giornale parigino rivela che «il noto attore Jules Lafon, già legato a madame Paolina in passato è nuovamente il suo amante ufficiale». Lo scandalo è enorme. Napoleone convoca Leclerc e lo spedisce a Santo Domingo con un corpo di tremila uomini. L’isola caraibica si è ribellata alla Francia e Leclerc deve sedare la rivolta. Paolina lo segue con il piccolo Dermide e un incarico ufficiale: costruire orfanotrofi per i figli dei ribelli uccisi. Lei esegue e spiega al marito che, per farlo, deve allacciare «stretti rapporti diplomatici» con gli insorti. In particolare, con il loro capo Toussaint Louverture, conosciuto come l’uomo più affascinante di Santo Domingo. Leclerc, colpito da una malattia tropicale, muore. Si legge in una cronaca del tempo: «Paolina si imbarca su una nave con la bara del marito. Lungo la rotta che la riporta in Francia il mare è molto agitato. La navigazione dura quasi un mese. A consolare la vedova provvede il prestante generale Humbert». Paolina raggiunge Parigi dove il fratello le ha riservato un intero palazzo. Si veste di nero dalla testa ai piedi e, dopo averla vista, il più famoso scultore del tempo, Antonio Canova, dichiara che «sarà un sogno scoprire, non appena ne avrò la possibilità, l’armonia senza paragoni della donna più bella che ho mai conosciuto». Per Paolina è una sorta di diploma. A 23 anni, mentre ancora porta il lutto per Leclerc, accetta la proposta di nozze del principe romano Camillo Borghese. Diventa principessa il 23 agosto 1803 «e per un anno dopo essermi trasferita con Dermide a Roma sono immensamente felice». 

LUPA INSAZIABILE
Ma Paolina non ha un destino felice. All’improvviso le muore il figlio. Napoleone non sa che cosa fare per consolarla. Le promette nuove residenze sfarzose, le regala una tenuta di caccia in Toscana’ Quindi le conferisce, oltre a quello di principessa, un nuovo titolo nobiliare: duchessa di Guastalla. Per lei anche questa volta il lutto termina in fretta. Nel Palazzo Borghese in cui si è stabilita a Roma, convoca il Canova perché dia sfogo al suo estro. Nasce uno dei nudi più famosi della storia dell’arte, ma il bianco marmo di Carrara da cui lo scultore fa emergere la sensuale Venere suscita entusiasmi tali da ingelosire il principe Camillo, che ne vieta la visione. Una decisione quanto meno patetica. Perché ormai la sorella di Napoleone è simile a una lupa insaziabile. Come secoli prima faceva Messalina, di notte si aggira mascherata per le vie più malfamate di Roma. E all’alba, quando rientra a Palazzo, aggiorna la lista dei suoi incontri. Tanto sesso e tanti spasimanti, ma c’è anche chi la attacca. Il nemico più acerrimo di Paolina è Jules Lafon, del quale si ricorda la feroce stoccata vibratale alla vigilia delle nozze con il principe Borghese. «Solo le sue orecchie», scrisse Lafon, «non sono state mai viste da nessuno. Per tutto il resto, il corpo di questa gentildonna ha avuto tanti spettatori da riempire il Théàtre Francais». Lafon spiegava anche perché, stranamente, Paolina avesse affidato alle orecchie la difesa del suo pudore: «Erano la sua unica imperfezione, perché ai loro padiglioni mancava l’orlo superiore». Ecco il motivo delle elaborate acconciature (che le coprivano le orecchie) a cui Paolina non rinunciava. Nemmeno quando, completamente nuda, posò per la scultura del Canova. Fino all’ultimo, Paolina non smise mai di attaccare Joséphine, della quale passava ai giornali la minuziosa contabilità degli amanti. Quando nel 1821 Napoleone morì a Sant’Elena, Paolina chiese invano di poterlo raggiungere per l’ultimo saluto. Morì quattro anni dopo, a soli 45 anni, al termine di una giornata di rabbia. Una pagina del diario del fratello, arrivato nelle sue mani, aveva fatto rivivere la gelosia che tanti anni prima la lettera di Napoleone a Joséphine aveva acceso in lei. Nel suo diario, l’uomo che aveva cambiato i destini dell’Europa aveva scritto: «Ho avuto molte donne, ma quella che ricordo più spesso è Joséphine. Aveva un non so che piaceva molto. Non so, forse il più grazioso culo che avessi mai visto».