Libero, 7 settembre 2018
Gli insetti seppelliranno l’uomo
D’ora in poi, e forse per una buona volta, la smetteremo di dire «Ti schiaccio come un insetto». Perché a dominarci e sostituirci saranno loro, quegli esserini con sei zampette, due antenne e il corpo diviso in tre. Già adesso lo fanno, a dire il vero, anche se non ce ne accorgiamo per via delle loro piccole dimensioni, che li rendono padroni indiscussi del microcosmo ma – ai nostri occhi miopi – non ancora del cosmo. Eppure in futuro potrebbero essere le uniche creature a resistere e durare, più a lungo di uccelli e mammiferi, ben oltre l’homo sapiens. Nati molto prima di noi e prima di ogni altro essere oggi vivente – la loro origine risale a oltre 400 milioni di anni fa – gli insetti «verosimilmente continueranno a popolare la Terra anche quando noi umani non ci saremo più», garantisce l’entomologo Marco Di Domenico, autore dell’affascinante Il mondo segreto degli insetti (Educazione scienza, pp. 128, euro 19,90), presentato ieri al Festivaletteratura di Mantova. A suffragare questa ipotesi c’è innanzitutto il loro numero incomparabilmente maggiore a quello di qualsiasi altro essere vivente: di insetti nel mondo esistono circa un milione di specie (al confronto, di mammiferi ci sono appena 4.200 specie), per un totale di individui che si può approssimare a 10 miliardi di miliardi: in pratica, per ogni essere umano, esistono circa 1 miliardo e mezzo di insetti. Non bastasse la loro quantità, andrebbe considerata la loro capacità di riprodursi e la rapidità del loro sviluppo. Vedrete, presto governeranno il mondo e il ronzio sarà la colonna sonora del pianeta.
ELASTICITÀ MENTALE Giova, a sostegno di questa prospettiva, la loro straordinaria «elasticità ambientale», come la definisce Di Domenico, ossia la loro attitudine ad adattarsi a qualsiasi clima e habitat, e quindi il loro status privilegiato nella lotta per la sopravvivenza. Grazie alle loro dimensioni ridotte possono proliferare dovunque, perfino in un bicchiere d’acqua, grazie alla loro varietà riescono ad attecchire anche nei contesti più impervi, dai deserti ai ghiacciai. D’altronde, sin dal principio della vita gli insetti hanno fatto da pionieri in tutti gli elementi della natura: se i loro antenati artropodi avevano colonizzato l’acqua, gli insetti sono state le prime creature ad abitare la terraferma e le prime a popolare il cielo, «inventando l’arte di volare», come ci dice ammirato Di Domenico. In nome dello stesso eclettismo, gli insetti si nutrono delle sostanze più svariate, senza fare troppo gli schifiltosi, dal sangue al legno, dalla carta agli escrementi, dalle muffe al cuoio. E sanno essere flessibili durante la loro stessa vita, modificando la propria natura e il proprio aspetto, attraverso processi sorprendenti di metamorfosi: non c’è solo il caso arcinoto del bruco che diventa farfalla, ma anche quello di insetti che crescendo cambiano radicalmente funzione. Si pensi alla zanzara che, da larva, purifica l’acqua dai batteri; da adulta, si cimenta nel succhiare il sangue agli uomini. E soprattutto gli insetti sono un anello insostituibile, nella grande catena biologica, il più importante secondo Di Domenico perché, al contempo, impollinano i fiori, permettendone l’esistenza, sono cibo per i grandi volatili, di cui permettono la sopravvivenza, e fungono da impresa di pulizia e smaltimento rifiuti del pianeta, decomponendo le sostanze organiche e sbarazzandosi della nostra spazzatura. Contribuiscono così alla bellezza (cosa sarebbe un mondo senza i fiori!), all’igiene e al mantenimento della vita. Da ultimo, sono piatti appetitosi, dato che in molte aree del mondo – «e presto anche in Europa», assicura Di Domenico – gli insetti sono tra i principali fornitori di proteine animali all’uomo, cibi gourmet di cui ci si può saziare, senza sconvolgere gli equilibri dell’ecosistema. Ma non illudiamoci, non ci sbarazzeremo degli insetti nutrendoci delle loro carni. Perché alla fine, a costo di far saltare la mosca al naso a qualcuno, saranno loro a sostituirci.