Dopo anni di sanguinosi scontri, la Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) annuncia martedì la svolta: sotto l’egida dell’inviato dell’Onu, Ghassan Salamè, è stato raggiunto un accordo per il cessate il fuoco a Tripoli. Gli obiettivi dell’intesa sono mettere fine a tutte le ostilità.
La tregua però non è ancora entrata in vigore
• Roma vuole riconquistare un ruolo da protagonista
Nel braccio di ferro tra il generale Khalifa Haftar e il presidente Fayez al Serraj, l’Italia ha da tempo puntato su Tripoli e Serraj, scelto come interlocutore per garantire il contrasto ai trafficanti di esseri umani, ridurre il rischio sicurezza legato alla presenza Jihadista, mantenere l’ex Quarta Sponda, nell’area di influenza italiana. Il governo Conte vuole riprendere un ruolo di primo piano per curare gli interessi economici legati al gas e al petriolio e non crede che le elezioni in Libia siano possibili in questa fase.
• Parigi cura gli interesi nazionali e punta su Haftar
La Francia insiste perché le elezioni in Libia si tengano il prossimo 10 dicembre, persegue gli interessi nazionali e sostiene senza farne mistero il generale Haftar, insieme agli Emirati Arabi Uniti e all’ Egitto.
Parigi vuole procedere a una riunificazione del Paese, a cominciare dalla banca centrale, cruciale per il controllo delle entrate dall’estrazione del petrolio.
Questo sprint da parte francese, iniziato con la conferenza di Parigi del 29 maggio scorso, mette in evidenza l’esigenza di Macron di inserirsi in una partita in cui la Francia vuole giocare un rulo di primo piano.
• Mosca sta rapidamente cambiando strategia
La Russia è in avvicinamento alla posizione italiana e non ritiene più Haftar un elemento imprescindibile. Non è più convinta che Haftar sia centrale nel futuro della Libia. Lo hanno sostenuto finora soprattutto per infastidire gli Stati Uniti. Ma ora potrrebbero puntare su Serraj.
• Washington ancora non si schiera nello scontro
Gli Stati Uniti si occupano sostanzialmente di controterrorismo. Il resto della disputa politica libica sembra per il momento interessare meno all’amministrazione Trump.
• Le Nazioni Unite vogliono essere al centro della partita
L’Onu, con la mediazione tra le milizie di queste ore, sta provando a riprendere un ruolo che negli ultimi mesi era in declino. E continua a puntare con convinzione su Fayez al Serraj.