ItaliaOggi, 4 settembre 2018
Diritto & Rovescio
La situazione in Libia si sta arroventando. Non che fosse calma, intendiamoci, ma adesso sta diventando rovente. I combattimenti in atto direttamente nella capitale di Tripoli mirano a sfrattare il consiglio presidenziale guidato da Sarraj, protetto dall’Onu e vicino all’Italia, per scelta che risale ai precedenti governi. L’antagonista di Sarraj è il generale Haftar, il Gheddafi della Cirenaica, che vuol papparsi la Libia intera e ha i mezzi per farcela. Non solo. È anche amico dei francesi. La posizione italiana è debolissima, sempre e causa dei precedenti governi che non a caso (vedi Berlusconi) contribuirono persino a far fuori l’amico dell’Italia, Gheddafi. E le conseguenze ai nostri danni si sono già viste. C’è chi dice che adesso dovremmo mandare la marina da guerra davanti alle coste libiche per «esibire la bandiera». Ma la marina militare italiana che è stata ridotta dalla Pinotti (nota pacifista nonché girl scout) a crocerossina degli scafisti, ha il morale a terra. È specializzata in canotti non in attacchi militari.