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 2018  settembre 04 Martedì calendario

Assisi, il vescovo dice no al turismo dei matrimoni

Il matrimonio nella città di San Francesco è una cosa seria, non uno spettacolo da allestire con la scenografia migliore. Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, incurante delle mode e del sicuro ritorno economico di un settore in espansione come quello del turismo dei matrimoni, respinge le richieste di chi risiede in altre parrocchie. Dall’inizio dell’anno, sono state celebrate nella sua diocesi (che comprende anche Nocera Umbra e Gualdo Tadino) 159 nozze, e tra queste 90 di non residenti.
«Per molti c’è soltanto un motivo estetico – ha spiegato monsignor Sorrentino all’Avvenire – Piace una chiesa, un panorama, il contesto culturale e spirituale, e si decide di venire ad Assisi. Ma i motivi per preferire le proprie parrocchie di origine sono importanti». Sorrentino ricorda che il matrimonio è un «momento della vita ecclesiale» da preparare con un percorso all’interno della parrocchia. Un po’ come dire che i parroci celebranti nella basilica di San Francesco o nella cattedrale di San Rufino dovrebbero dare per buona la volontà di sposi, mai visti prima, a impegnarsi nel matrimonio cristiano. Una volontà che le statistiche mettono in dubbio, poiché il quotidiano cattolico cita un’incidenza maggiore di casi di nullità matrimoniale in nozze celebrate ad Assisi, come se gli sposi troppo impegnati a cercare la scenografia perfetta avessero tralasciato di concentrarsi sulle implicazioni del passo intrapreso. La diocesi di Assisi perciò vuole rendere le cose un po’ più difficili ai non residenti «senza respingere nessuno» afferma il vescovo, valutando le richieste e suggerendo, se la scelta è motivata dalla devozione per San Francesco, di fare del paese del Poverello la meta del viaggio di nozze per «una messa di ringraziamento e una benedizione speciale».
È un buon compromesso per non entrare in collisione anche con la Regione, che ha visto, nel giro di affari di 7 miliardi di euro generato ogni anno in Italia da abiti per gli sposi e per gli invitati, servizi fotografici, addobbi floreali, bomboniere, banchetto e viaggio di nozze, un settore da sviluppare in chiave turistica.
Nel “Piano annuale delle attività di promozione turistica e integrata” dell’Umbria del 2017, infatti, il turismo dei matrimoni era indicato come «prodotto turistico di apprezzabile opportunità di radicamento e ulteriore sviluppo nel territorio», un obiettivo che l’integrazione al piano del 2018 ha ribadito con decisione.