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 2018  settembre 02 Domenica calendario

Sette giorni di cattivi pensieri

Tristezza, per favore vai via. Dura, se le tristezze sono due, una italiana una internazionale. Quella italiana riguarda l’Atalanta, fuori dall’Europa dopo il doppio 0-0 con i danesi del Copenaghen. Era nell’aria, e poi se hai una trentina di occasioni e non ne infili una è anche giusto andare a casa, pur meritando di andare avanti.
Questa eliminazione toglie un po’ di sapore alle coppe europee, dove restano solo squadre metropolitane a rappresentare l’Italia. La provincia che scompare mette tristezza addosso a chi resta convinto (io) che l’Atalanta avrebbe potuto superarsi, fare ancora meglio dell’anno scorso, già ampiamente positivo.Ripartiremo in campionato, ha detto Gasperini. Sì, forse, ma uscire a fine settembre può essere una botta non leggera. Siccome la bontà del gioco non è scomparsa, verrebbe da suggerirgli un supplemento d’allenamenti solo per i tiri in porta. Ma non è il caso.
Lo suggerisco ad personam: Pasalic. Impressionante la sua facilità d’inserimento. Se impara a tirare in porta, vale dieci gol.La tristezza internazionale è Usain Bolt. Che fa il giro del mondo cercando di giocare a calcio. Il viaggio era cominciato a un livello abbastanza alto (provino col Borussia Dortmund) e poi è scivolato in basso. Due giorni fa il suo esordio con la maglia di un club professionistico, i Central Coast Mariners di Gosford, vicino a Sydney. È entrato al 27’ st di un’amichevole contro una squadra di dilettanti locali. Ha sfiorato il gol. La partita è finita 6-1. Diecimila spettatori hanno scandito il suo nome, lo hanno applaudito ad ogni tocco di palla, fossi stato a Gosford lo avrei applaudito anch’io, per quello che ha fatto sulle piste e per come lo ha fatto, sempre col sorriso, come se una finale olimpica fosse un gioco. La tristezza sta nel fatto che Bolt vuol dimostrare di poter giocare nel calcio dei pro, ma il calcio dei pro non lo ha filato e così si ritrova a Gosford. Consigli: nessuno. Tutti hanno il diritto di inseguire un sogno, per quanto difficile da realizzare.
Restiamo in quel continente. Titolo su Libero: "La Nuova Zelanda vuole vietare i gatti come animali domestici”. Non tutta la Nuova Zelanda, in verità, ma soltanto il villaggio di Omaui, nel sud del Paese. Prima dell’arrivo dei Maori, nella zona c’erano solo uccelli. E agli uccelli sono riservate alcune aree verdi, dove i gatti vanno a caccia. Anche se la popolazione è invitata a tenerli in casa. L’operazione antigatto sarebbe graduale. Si chiama Piano di disinfestazione: obbligo di sterilizzazione con installazione di un microchip, impossibilità per i proprietari di rimpiazzare un gatto estinto con un gatto vivo. Per gli inadempienti, lettere di richiamo, multe e, ultima mossa, sequestro del felino. Si voterà entro fine mese. Gli uccellofili fanno carico ai gatti della morte di milioni di uccelli e piccoli mammiferi. I gattofili si appellano al principale dovere di un gatto che si rispetti: e ai topi chi ci pensa? Consigli: nessuno. Vivo a Milano, non a Omaui, e sono più preoccupato dai corvi che sterminano i passeri già nel nido.Quando qualcuno in Comune si occuperà della cosa, se ci sarà da votare per una diminuzione legale del numero dei corvi ci andrò volentieri. In natura ognuno fa il suo mestiere, il più forte vince e il più debole soccombe, ma non è un buon motivo per abbandonare i più deboli. Deboli e forti, quanto a immagine, ci sono anche in campionato. Rolando Mandragora, 21 anni, passato dalla Juve all’Udinese per 20 milioni di euro, è stato squalificato per un turno per aver bestemmiato in campo. Poteva essere nella lista di Mancini, è stato retrocesso nell’Under 21. Giusto, c’è un regolamento da rispettare. Meno giusto che per allenatori e calciatori più famosi di Mandragora non sia scattata la sanzione perché la bestemmia non era inequivocabile, oppure si faceva finta di non averla sentita.Tutti hanno sentito Mourinho dopo lo 0-3 col Tottenham. Quando perde, in particolare quando perde seccamente, lo Specialone dà il meglio di sé.
Mancava, come sottofondo musicale, “Nessuno mi può giudicare” ma non importa. «Sono l’allenatore di uno dei club più grandi del mondo ma anch’io sono uno dei più grandi tecnici al mondo e così resterà a prescindere dall’esito di questa stagione. Avete mai letto il filosofo Hegel? Diceva: La verità è l’intero.
Solo nell’interezza si può trovare la verità». Interezzante. Ma nessuno dei colleghi inglesi aveva letto Hegel, né Kant, né Spinoza.
Ma è poi vero che solo nell’interezza si può trovare la verità, o la si trova anche nei frammenti, nelle scorie? Chissà. E comunque 7 a Mourinho per la citazione spiazzante. Un contropiede secco. Il resto, son solo ripartenze. Infine, a Noto, matrimonio tra un’influencer e un rapper. Impensabile trent’anni fa, questi mestieri non esistevano e nessuno ne sentiva la mancanza.