la Repubblica, 30 agosto 2018
Addio al telefono fisso, dalla Francia parte la rivoluzione
I musei dei telefoni – ce ne sono tanti in giro per il mondo e virtuali sul web -preparano già nuove aree espositive. Tra vecchie foto delle telefoniste (finite anche nella serie tv Le ragazze del centralino) e cabine da strada in disuso, ecco pronto un nuovo angolo di nostalgia. Il telefono fisso, per come lo conosciamo, sta per diventare un ricordo del passato. Roba da museo, almeno in Francia.
Dove Orange – un gigante delle comunicazioni da 8,9 miliardi di ricavi nei primi 6 mesi dell’anno sbatte il pugno e avverte. Già da novembre, nessun nuovo cliente (famiglia o azienda che sia) potrà chiedere un abbonamento alla sola voce di tipo tradizionale.
Nessuno più avrà diritto al telefono fisso allacciato alla spina della parete. Orange assegnerà un numero di telefonia fissa soltanto alle famiglie e alle imprese che si piegheranno al modello che questa società sperimenta – fin dal 2016 – negli edifici in pietra di Saint-Evarzec, Rosporden, Pleuven e di altri undici Comuni della regione di Sud-Finistère. Siamo sotto Brest, in Bretagna. Qui il telefono fisso allacciato alla parete, non c’è già più. Nelle abitazioni, nelle fabbriche, finanche in alcuni uffici pubblici, gli apparecchi fissi sono stati rimpiazzati da uno o più cordless di tipo Dect. Sono dispositivi senza fili che permettono, certamente, di telefonare e ricevere chiamate (in casa, in ufficio). Ma la voce delle persone viaggia lungo la rete Internet, non più sui cavi tradizionali chiamati Rtc. Perché la voce viaggi in Internet, i clienti di Orange dovranno mettersi in casa, per forza, un modem che li connetta alla Rete. Si chiama “Livebox play” e Orange lo propone in 17 modelli diversi, a seconda dei requisiti tecnici. Questo nuovo modello apre a Orange interessanti prospettive in termini di guadagni. I cordless e il modem – punto primo giustificano la richiesta di un compenso. Io te li porto, tu cliente me li devi pagare.
Soprattutto cordless e modem sono un cavallo di Troia nella vita di quelle persone che finora hanno vissuto benissimo senza troppe diavolerie in casa. In Francia ci sono ancora 9,9 milioni di abbonamenti alla sola telefonia fissa tradizionale. Sono spesso in mano ad anziani schivi, un po’ impacciati, per niente tecnologici come quelli che la star francese di YouTube, Cyprien, mostra nelle sue gag. Queste persone si vedranno offrire – visto che hanno ormai un modem – di tutto di più: dalle connessioni Internet fino ai programmi tv, come in calcio.
Molti capitoleranno, in tanti pagheranno di più, alla fine.E in Italia, come andrà? In Italia, in forme ancora più stringenti che in Francia, sono in vigore norme a protezione dei clienti. Il Codice che regola il settore della telefonia – agli articoli 53 e 54 - stabilisce che ogni italiano ha il diritto di avere una linea telefonica fissa «a prescindere» dal luogo dove vive. A Roma, a Torino, come anche nel più sperduto dei paesini. E questa linea telefonica di base gli deve essere venduta così com’è, liscia, senza l’aggravio di servizi come una connessione web veloce o la televisione.
A farsi carico all’onere spesso ingrato di portare la linea fissa finanche sul cucuzzolo della montagna è Telecom. Spetta a Telecom portare questo peso, perché è l’ex monopolista del settore. Siamo salvi, dunque, ma soltanto in parte. Nel 2017, i ricavi dai servizi “voce” si sono prosciugati del 9,6%, qui da noi.E migliaia di famiglie ogni eliminano l’apparecchio fisso, da sole, spedendolo al museo.