Il Messaggero, 30 agosto 2018
Quella suggestione che viene dal 400: tre Papi che passeggiano in Vaticano
La richiesta di dimissioni a Papa Francesco apre la strada, in via teorica, ad una ipotesi che potrebbe mettere letteralmente sottosopra la Chiesa. Squassandola. Se mai Bergoglio dovesse cambiare idea e decidere di lasciare l’incarico anzitempo, esattamente come ha fatto il suo predecessore Ratzinger nel 2013, si verificherebbe un insolito sovraffollamento papale. Ben tre papi in Vaticano, magari che passeggiano assieme, di cui due emeriti e un terzo che eletto in un conclave convocato di conseguenza. Roba da alto medioevo.
SCENARI
Naturalmente nella complicata storia della Chiesa esiste un precedente, siamo nel XV secolo, un periodo attraversato da papi e antipapi ma che, spiega Pierluigi Guiducci, storico della Chiesa al Laterano, è impossibile comparare perché oggi non siamo in presenza né di antipapa, di scismi o eresie. Al momento in Vaticano c’è solo il Papa emerito che nutre nei confronti del pontefice regnante un affetto e una devozione totale. Così lo scenario dei tre papi trova spazio solo a livello speculativo benché la pubblicazione del memoriale Viganò, tra i suoi effetti collaterali, stia inevitabilmente inserendo nel dibattito interno domande su prospettive diverse. Quando il 91enne Joseph Ratzinger non ci sarà più che cosa accadrà in Vaticano? È chiaro che Francesco potrebbe maturare il grande passo e scegliere di ritirarsi, magari abitare in una periferia urbana, o in America Latina. Durante la visita in Armenia, due anni fa, scherzando con il patriarca Karekin II, davanti alla immensa veduta dell’Ararat nella stanza in cui era stato alloggiato, disse che gli sarebbe piaciuto trasferirsi lì per la pensione. Naturalmente scherzava, era solo una battuta. Di dimettersi, invece, al momento non ci pensa proprio. Durante una intervista un po’ di tempo fa disse di avere la sensazione che il suo pontificato potesse essere breve, ma poi aggiunse: «Non mi piace pensare a un limite di età per il Papa».
LIMITI
In ogni caso lo smottamento causato dalle accuse di Viganò, estese al sistema in generale, fanno ormai capire che sotto la superficie sono attive correnti carsiche di dissidenza, di critica, di progressiva lontananza. Il pontificato che si è saputo guadagnare un consenso popolare mai conosciuto prima, si trova su un cammino sempre più impegnativo. L’effetto Francesco e la sua Chiesa in uscita forse non è stata compresa e assimilata da tutti. Di sicuro non è stata capita l’Amoris Laetitia, il documento chiave sui matrimoni, divenuto la piattaforma di una estesa resistenza dottrinale. Così come non sono stati compresi certi interventi, per esempio la inter-comunione oppure, in altro ambito, la distanza che sin dall’inizio ha imposto sulle questioni di politica europea o italiana, lasciando che se ne occupassero i vescovi ma senza troppe direttive dall’alto, col risultato di arrivare una sostanziale irrilevanza. Lo scontento si è allargato poi con la riforma della curia, tuttora in mezzo al guado, impantanata tra rallentamenti, arretramenti, start up e restyling non compiuti. Fatta salva la buona volontà sembra essere carente la trasparenza che in molti campi difetta, dalla lotta alla pedofilia per esempio, alle finanze. La trasparenza resta ancora un elemento piuttosto sconosciuto in Vaticano. Ma per tornare ai tre Papi ipotesi ovviamente azzardata c’è chi si chiede chi potrebbe mai essere eletto oggi se si dovesse tenere un conclave? Sicuramente un rebus tenendo conto che per la prima volta sono candidati (ed elettori allo stesso tempo) anche nuovi cardinali praticamente sconosciuti provenienti da posti altrettanto sconosciuti. Les Cayes, Morelia, Port Luis, Port Moresby, Yangon, Tlalnepantla, Capo Verde, Bangui, Bamako, Pakse, Cotabato. Le periferie della Chiesa in uscita.