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 2018  agosto 09 Giovedì calendario

La storia del film “L’onda” si ripete: il nazismo travolge i banchi di scuola

Il genere umano è sempre vulnerabile al fascino malato delle ideologie brutali, quelle che hanno la sopraffazione di gruppo come denominatore comune. Lo dimostra la disavventura di una classe della scuola media di Zurndorf, nel Land austriaco del Burgenland. All’ora di tedesco l’insegnante aveva proposto la lettura del romanzo L’onda dello scrittore americano Todd Strasser e la visione del film omonimo del 2008, diretto da Dennis Gansel.
L’onda si basa sull’esperimento tenuto da Ron Jones, professore di Storia californiano, che nel 1967, per spiegare l’attrazione del nazismo sulle masse, introdusse con gli studenti del liceo Cubberley di Palo Alto una serie di comportamenti volti a enfatizzare la disciplina e lo spirito di corpo. Lo scopo era replicare i meccanismi sociali che avevano permesso di dare via libera a Hitler. L’esperimento finì quando era chiaro che anche i liceali erano accecati dai rituali e non esercitavano più capacità critiche
Non diverso è stato il risultato nella scuola di Zurndorf: fra libro e film, l’insegnante era convinta che avessero compreso il senso della lezione. Ma negli intervalli qualche allievo ha cominciato a ripetere le scene del film. Poi in palestra un gruppo ha deciso di impersonare le SS, un altro faceva la parte dei deportati ebrei. A questo punto, ogni senso del limite è sparito. I ragazzi che facevano la parte di deportati, racconta il quotidiano Kurier, si sono sentiti chiamare «ebrei di m…» e sono stati rinchiusi in un magazzino per attrezzature sportive. Un giovane di quindici anni, che il giornale chiama “Lenni”, ha rivestito le parti del Führer, e si faceva salutare con il braccio teso, al grido di «Heil Lenni!». I ragazzi che rifiutavano finivano nella “camera a gas”, cioè il deposito di materassi della palestra.
Una storia che non poteva passar liscia, in Austria meno che altrove. Dopo la denuncia di una professoressa, la vicenda è arrivata all’Ufficio per la protezione della Costituzione. L’indagine ha chiarito che non ci sono state violenze, e che «la stanza dei materassi non poteva essere sbarrata», quindi il fascicolo è stato chiuso. Resta aperta l’inchiesta sulla possibile apologia del nazismo da parte di “Lenni”. Il giovane ha cercato di chiarire: «Era una recita, nessuno la prendeva sul serio. Ma dopo aver approfondito il tema con alcuni documentari, mi sono sentito male».