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 2018  agosto 09 Giovedì calendario

A Torino apre il primo bordello con le bambole di silicone

Il catalogo è stato mandato in stampa e, parte di esso, è già visibile sul web. La brochure del piacere 2.0, è un catalogo che riporta le foto e le misure di ragazze (ma anche di ragazzi) mozzafiato a disposizione della clientela per mezz’ora a ottanta euro e a 180 per due ore. Bellissime e bellissimi, ma non in carne ed ossa. Sono i robot al silicone che animeranno, si fa per dire, il primo bordello delle sexy bambole che aprirà a Torino tra qualche settimana. Eva è italiana: calda, bruna, con curve strepitose. Libera e vivace, è pronta a esaudire ogni desiderio, anche quelli inconfessabili. Ilary è la tipica ragazza sportiva. Ama giocare, non riesce a stare ferma. Ha addominali tonici, gambe lunghe e ben modellate e un meraviglioso “lato B”. E poi c’è Naomi, un vero angelo d’Oriente, corpo snello e piccoli seni e anche lei, come le altre, è programmata per distribuire piacere. Eva, Ilary, Naomi e le altre sono le Bocca di Rosa del futuro. Ragazze di silicone che sembrano donne vere. Sedurranno Torino, prima sede italiana in franchising della spagnola “Lumi Dolls”, che dopo Barcellona e Mosca ha scelto, per conquistare il mercato italiano, la città della Mole. L’apertura è prevista all’inizio di settembre, la sede sarà in uno spazio lussuoso e top secret a ridosso del centro città. «E lo resterà anche dopo – spiega il gruppo di amici torinesi che stanno lavorando al progetto – perché la privacy dei nostri clienti è fondamentale». L’idea di lanciarsi in questa iniziativa è venuta lo scorso anno durante una cena estiva. «Casualmente – raccontano – qualcuno di noi ha incontrato le Dolls, ci ha giocato, gli è piaciuto, poi abbiamo visto che il mercato è in crescita e ci siamo detti: perché no?». D’altra parte «o ti piace forte o fortissimo, o al limite ti piace. Che non ti piaccia, semplicemente non può succedere».

TU MI FAI GIRAR...
Ma cosa sono davvero le SexDolls? «Di sicuro non sono bambole gonfiabili – chiariscono subito da “Lumi Dolls” Torino -, ma modelli creati con materiali siliconici di altissima qualità. Materiali che danno una sensazione molto simile al vero». Al momento non ci sono ragazze che parlano o interagiscono. «Ma non è detto che in futuro non vengano offerte ai nostri clienti». Fin dall’apertura, però, si potrà prenotare anche per incontrare Alessandro, alto, corpo atletico e muscoloso, completamente personalizzabile, con diverse misure di pene per essere in grado di adattarsi ai gusti di tutti. Donne e uomini, oppure coppie, dato che anche a loro si rivolgono i servizi di “Lumi Dolls”. «Il nostro compito – assicurano i soci – è di adeguarci ai desideri dei clienti». Clienti che «non corrono alcun rischio», garantiscono i titolari, per la salute, «visto che abbiamo una certificazione europea per la igienizzazione delle bambole». E di fronte alla legge, «perché è tutto perfettamente legale, e nulla ha a che vedere con la prostituzione. In Italia, chi la sfrutta commette un reato, ma non è il nostro caso. Anzi, il divieto è uno dei fattori che fa sì che un mercato come il nostro sia in continua espansione».

NESSUNA TRATTA
La Legge Merlin, insomma, non c’entra. Perché qui non c?è nessuno che sfrutta ragazze in carne e ossa, ma soltanto un gruppo di amici che offre momenti ludici a base di sesso con “squillo” che non arrivano sui marciapiedi seguendo le vie della tratta. Eva, Ilary, Naomi, Bianca e le loro “colleghe” non soffrono e non vengono schiavizzate. E forse uno dei motivi del successo che Limi Dolls sta ottenendo altrove, è proprio il venir meno del senso di colpa che inevitabilmente prova chi cerca piacere lungo i viali. Le bambole si possono anche acquistare (sul sito lumidolls.com i prezzi vanno da 700 a poco meno di 2.000 dollari). Il sito della società è già stato subissato di richieste di prenotazione, «almeno una volta per provare», anche perché, stare mezz’oretta in compagnia di Eva, Ilary, Naomi, Bianca e Alessandro, «non significa certo tradire il proprio partner». Nonostante i bacchettoni di turno che alzano gli occhi al cielo e ripetono la solita litania: «Di questo passo chissà dove andremo a finire», l’arrivo delle bambole nella sabauda Torino sembra essere atteso con entusiasmo perché «loro, le bambole, almeno non parlano».