Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  luglio 30 Lunedì calendario

Ferran Adrià è entrato nella cucina di Pablo Picasso

Ferran Adrià è entrato nella cucina di Pablo Picasso. Lo chef che ha spinto all’estremo le regole della gastronomia è stato chiamato a riflettere sul rapporto tra arte e cibo all’interno della mostra La cucina di Picasso,ospitata fino al 30 settembre nel museo dell’artista a Barcellona.
Chi ha visto lo chef aggirarsi tra le opere realizzate durante l’occupazione tedesca – un trionfo dell’abbondanza in tempi di carestia – e le salsicce con uova fritte rese immortali subito dopo essere state mangiate, dice che era perfettamente a suo agio.
Vestito come sempre di nero, scivolava con naturalezza tra i pezzi di cucina cubista e le sculture fatte con filtri e cucchiai, tra le ceramiche appartenute a Jacqueline Kennedy e gli scontrini delle macellerie dove l’artista si serviva.
Alla fine dell’esposizione, in una sala pensata come un assaggio del suo nuovo laboratorio gastronomico, Adrià ha trovato se stesso: i disegni dei suoi piatti, il catalogo di El Bulli, alcune voci della sua enciclopedica gastronomica Bullipedia...
Intervistato dai giornali spagnoli ha parlato di cucina e arte, avanguardia e connessione dei saperi, atti creativi e filosofie che accompagnano i gesti. Ma anche di ciò che lo lega a Picasso: l’origine mediterranea, l’ossessione per il lavoro, le tecniche possedute, o meglio divorate, per generare qualcosa di diverso, la necessità di sfide costanti, la sincronia di libertà e impegno, l’ammirazione per la cultura giapponese e ovviamente le analogie tra cubismo e destrutturazione culinaria.
La collaborazione con il Museo Picasso non è che l’ultima incursione di Adrià nel mondo dell’arte. Ed è quella con il sapore più buono, quasi una rivincita nei confronti di chi gli disse: «Non sei Picasso». Era il 2007 e lo chef era stato invitato ad esporre i suoi piatti a Documenta, la prestigiosa rassegna che ogni cinque anni raccoglie a Kassel i migliori artisti contemporanei del mondo.
Aveva accettato, scatenando le ire della critica. «Adrià non è Picasso. Picasso non sapeva cucinare, ma era senz’altro un grande artista. Che cosa è diventata l’arte oggi? Significa ancora qualcosa o non ha più alcun valore?», aveva reagito uno dei più importanti critici d’arte spagnoli, José de la Sota.
Intervistato dai giornali, lo chef ha sorvolato sulle vecchie polemiche. L’unica cosa che gli interessa – ha detto – è l’atto creativo.