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 2018  luglio 30 Lunedì calendario

Apple o amazon, chi toccherà per primo quota mille miliardi?

L’appuntamento è per domani, quando Apple alzerà il velo sui risultati trimestrali. Se i numeri manterranno le attese, la mela morsicata (ora a quota 938 miliardi) potrebbe essere la prima società a raggiungere la soglia dei mille miliardi (in dollari) di capitalizzazione a Wall Street, il Santo Graal della finanza.
Certo è presto per cantare vittoria. In questa corsa la società di Cupertino non è più sola. Dietro di lei c’è Amazon (881,7 miliardi) che ha già superato per capitalizzazione Alphabet (861 miliardi). In lizza oltre alla casa madre di Google c’è anche Microsoft (827 miliardi), mentre Facebook (506 miliardi) ha subito una pesante battuta d’arresto dopo la pubblicazione della trimestrale giovedì scorso, che le ha fatto bruciare in Borsa 119 miliardi. Derubricati ormai a «inseguitori» i mostri sacri della finanza a stelle e strisce: Berkshire-Hataway, la holding di Warren Buffett capitalizza poco più della metà di Apple, 491 miliardi, mentre JPMorgan Chase è sotto la soglia dei 400 miliardi, a 389 miliardi. Ma se Amazon cresce a un ritmo sostenuto (negli ultimi 12 mesi le azioni di Amazon sono cresciute del 70%, quelle di Apple del 24%), il gruppo guidato da Tim Cook ha molti assi nella manica. Come ha sottolineato Bloomberg in occasione dell’ultima trimestrale record di Apple, «mentre è finita l’epoca della crescita a doppia cifra dell’industria degli smartphone, il ceo Tim Cook ha un piano per controbattere al rallentamento». Tradotto: calano le vendite degli smartphone, (che pesano comunque ancora per il 60% sui ricavi), ma l’aumento dei prezzi dei device e la crescita della voce «servizi» (+31% a 9,2 miliardi nell’ultimo trimestre), riescono a mantenere Apple sulla cresta dell’onda. A entusiasmare i mercati, anche il recente buyback da 100 miliardi, un utile a 13,8 miliardi, (+25% sul 2017) e ricavi in aumento del 16% sull’anno a 61,1 miliardi. Giusto per un raffronto, il pil del Lussemburgo nel 2017 era a quota 64 miliardi. Dalla diffusione dell’ultimo bilancio tre mesi fa, il titolo Apple ha guadagnato l’11,5%. Insomma, le premesse per la volata finale su Amazon ci sono, ma non bisogna sottovalutare la voglia di crescere di Jeff Bezos (che ha già scalzato Bill Gates dal gradino più alto del podio in fatto di ricchezza personale). Secondo l’ultima trimestrale, gli utili del colosso delle vendite online sono arrivati a 2,53 miliardi di dollari, 197 milioni di dollari in più rispetto a un anno fa. Le entrate sono aumentate a quota 52,89 miliardi di dollari, un po’ meno dei 53,41 miliardi di dollari previsti. Anche Amazon ha puntato sulla diversificazione. Il balzo degli utili è guidato soprattutto da servizi come il cloud computing, i servizi forniti ai venditori sul sito e la pubblicità. Ad aiutare Amazon, almeno sul mercato domestico, è anche l’aumento del potere d’acquisto delle famiglie americane, grazie al miglioramento dell’economia.
Ma ad essere troppo ottimisti si rischia «l’effetto social», ossia il disinnamoramento o peggio, la perdita di fiducia dei consumatori che ha colpito Facebook, come si è detto, ma anche Twitter che ha dovuto fare i conti con un calo di utenti di circa un milione. Con conseguente crollo in Borsa. Wall Street insegna: per quanto sia vicina quota mille, raggiungerla è tutta un’altra storia.