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 2018  luglio 29 Domenica calendario

Perché nessuno in Italia conosceva "Germinal" di Halory Goerger e Antoine Defoort?

Il panorama dei festival teatrali di questa estate è molto servito a marcare la differenza tra quelli che offrono “semplici spettacoli” e quelli che si propongono come luoghi di novità e poetiche. Tra questi ultimi il Festival Drodesera, intitolato quest’anno “Supercontinent”, nella Centrale di Fies in Trentino, è ormai uno dei più importanti – e solo il ministero della Cultura e la sua commissione non se ne sono accorti – per l’individuazione di nuove tendenze del contemporaneo che poi diventano casi nazionali (vedi l’attenzione alle arti performative, la cura verso compagnie come Anagoor, Teatro Sotterraneo che qui ha proposto il nuovo Overload, di cui si parlerà più avanti) o che si pongono in modo problematico in quel fertile territorio di confine tra i generi. E in questo ambito una vera scoperta è stata Germinal di Halory Goerger e Antoine Defoort, da noi sconosciuto ma già un cult internazionale. In una scena spoglia, tre uomini e una donna (Arnaud Boulogne, Beatriz Setién, Antoine Defoort, Sébastien Vial) in abiti casual maneggiano ognuno una consolle, componendo ciascuno dei pensieri che poi noi spettatori vediamo scritti sulla parete di fondo. Gradualmente comprendiamo che siamo a un grado zero dei codici di comunicazione e i nostri “eroi” stanno esplorando, vagliando, scoprendo le possibilità, passano dal pensiero alla parola, al dialogo, alla conoscenza del mondo, all’elaborazione concettuale... Apparentemente sembra non avere un senso preciso, quasi un morbido delirio, perfino divertente perché i quattro toccano contorni assurdi, per esempio dividendo le cose in categorie, ciò che è “poc poc” e ciò che non lo è, oppure quando litigano tra loro… In realtà man mano e con grande raffinatezza si costruisce un paesaggio mentale che esplora la vertigine della comunicazione, del rapporto tra pensiero, linguaggio e mondo, della sua ambiguità, toccando problemi “ontologici” sulle teorie dell’informazione, l’organizzazione della conoscenza, la storia della scienza e delle tecniche, dio e il teatro con curiosità e interesse. Tra le altre ospitalità, si segnala il già visto e un po’ artificiosoBy heart di Tiago Rodrigues e gli eccellenti Nawel Nabù Bounar, Sly e Andrea Dionisi, interpreti di If, if, if, then una coreografia di Jacopo Jenna sull’evoluzione del movimento dalle origini ad azioni sempre più articolate, interessante per come intreccia i gesti della street dance con la danza contemporanea.