Libero, 28 luglio 2018
I 50 anni di Maria Grazia Cucinotta
Ha compiuto ieri 50 anni, Maria Grazia Cucinotta, e domani li festeggerà nella villa sull’Appia Antica, super party a base di caponata e pasta alla Norma, limoni e cassatine, regista in segreto il marito, l’imprenditore Giulio Violati, e la figlia Giulia, 17 anni. Un omaggio alla sua sicilianità doc. In realtà è il tipico segreto di Pulcinella, quello delle feste di compleanno a sorpresa, capita alle segretarie, e pure ai bancari o ai gelatai, il festeggiato lo sa ma fa sempre finta di non saperlo. Lei ovviamente ha scherzato con un «mizzica, cinquanta!» e ha commentato la ormai tipica tiritera sull’effetto della cifra tonda (i 50 non sono più quelli di una volta eccetera), basta non pensare alla menopausa, autostimarsi, fare sempre l’amore e tirare avanti con lo sguardo fisso al futuro, Maria Grazia è impegnata anche come produttrice cinematografica. Con ammirevole sincerità, confessa di soffrire di artrosi, ma se la porta dietro da quando aveva 15, quindi ci convive. E sottolinea che soprattutto bisogna autostimarsi: ma che cosa significa essere una diva oggi? Sì, perché in Italia la tipologia scarseggia, pensi al ruolo di grande star e ti vengono in mente solo le veterane post belliche, Lollobrigida e Loren. Segue domanda: la Cucinotta è una diva? Fisicamente è davvero tanta, con quella rutilante chioma corvina, la statura infinita, il seno opulentissimo che qualche problema deve averglielo dato quando, fanciulla neodiplomata, dalla natìa Messina si trasferì a Milano per fare la modella. Allora tutto ebbe luogo secondo le antiche regole obbligate sulla via del successo: al concorso di Miss Italia si classifica 3ª e viene notata da Arbore che la vuole come valletta in Indietro tutta. Segue di prammatica l’esordio al cinema con Vacanze di Natale e quindi la grande botta di fortuna con Il postino (1994) di Michael Radford accanto a Massimo Troisi e Philippe Noiret nel ruolo di Pablo Neruda famoso comunista e turista in incognito, che insegnava al giovane postino a scrivere lettere d’amore. Tanto da passargliene una in versione osè, che avrebbe suscitato uno scandalo, ma anche indotto al matrimonio fra i due. Dopo il grande successo del film, la Cucinotta di cose ne ha fatte, parecchie, ma chissà perché, restano come velate. Era nel cast de I laureati che lanciò Pieraccioni, divenne Bond girl ne Il mondo può attendere, di Michael Apted, protagonista Pierce Brosnan. Ha lavorato a Hollywood, quindi è diventata sceneggiatrice e produttrice, e nel 2011 ha debuttato come regista con il cortometraggio Il maestro, in seguito è stata protagonista di La moglie del sarto e Babbo Natale non viene dal Nord. Ha interpretato innumerevoli serie tv ed è apparsa in altrettante comparsate in programmi di intrattenimento. Insomma, Maria Grazia è una neo-50enne vitale, ma non si riesce a inquadrarla nella dimensione di star a tutto tondo: è come se il tempo l’avesse ingabbiata nel ruolo della fidanzata di Troisi. Una dimensione lusinghiera, inarrivabile, ma rimasta a quel 1994 del trionfo, quasi per rendere un omaggio senza fine al grande attore scomparso. Premio di consolazione: anche questo può contribuire alla ricetta per non invecchiare.