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 2018  luglio 25 Mercoledì calendario

Su Twitter urla bene chi urla in maiuscolo

Se sei d’accordo, o vuoi sembrarlo, metti un like. Se sei contento, o vuoi sembrarlo, metti uno smiley. Se sei sedotto, o vuoi sembrarlo, metti un cuore. Se sei commosso, o vuoi sembrarlo, metti una lacrima. Se ridi tanto, o vuoi sembrarlo, metti un LOL. E se sei «incazzato nero e tutto questo non lo sopporto più», o comunque iperconvinto di quello che stai dicendo (o vuoi sembrarlo)? SCRIVI A TUTTE MAIUSCOLEEEE!!! Fai come Beppe Grillo, ieri pomeriggio: «MARCHIONNE, LA FINANZA È QUEL SISTEMA CHE TI UCCIDE DA VIVO, MENTRE SEI VIVO». Fai come Matteo Salvini, il 20 luglio: «DIFENDERSI in casa propria, nel proprio negozio o nella propria azienda, senza aspettare di essere aggrediti, è un sacrosanto DIRITTO». O ieri: «Un RICHIEDENTE ASILO, un africano del Mali, è stato arrestato dalla Polizia di Piacenza per VIOLENZA SESSUALE su una bimba di 9 anni». Oppure fai come Donald Trump, che alla fine è quello che sta insegnando il mestiere a tutti: «To Iranian President Rouhani: NEVER, EVER THREATEN THE UNITED STATES AGAIN OR YOU WILL SUFFER CONSEQUENCES THE LIKES OF WHICH FEW THROUGHOUT HISTORY HAVE EVER SUFFERED BEFORE. WE ARE NO LONGER A COUNTRY THAT WILL STAND FOR YOUR DEMENTED WORDS OF VIOLENCE & DEATH. BE CAUTIOUS!» (23 luglio). Senza stare a tradurlo, ché la carta costa, il testo è minaccioso, e lo è fortemente; assolutamente, inequivocabilmente. Che sia stato scritto a tutte maiuscole, ovvero con il comando CAPS LOCK inserito, parrebbe il meno. Però la Luna è sempre la stessa e forse ogni tanto è meglio guardare anche al dito.Cosa di intimidatorio aggiunge alla minaccia verbale la circostanza per cui viene scritta a tutte maiuscole?Ayatollah e governi islamici non si spaventerebbero al suono delle parole, ma solo alla loro composizione tipografica? Senza voler offendere l’intelligenza di alcuno, queste parole, ma soprattutto la loro veste maiuscola, non sono rivolte agli ayatollah ma agli americani e agli occidentali in genere. Significano: ecco, gliel’ho detto, avete sentito?Avete visto?Nelle email, negli sms, nei post, nei social network e nelle scritture via video in genere, il «tutto-maiuscole» significa una cosa sola: «sto urlando».Comunica soprattutto il fatto che il mittente sta urlando e mette in secondo piano il messaggio che viene urlato.Viviamo in un’epoca in cui non ci sono strategie di comunicazione di massa più efficaci di quelle massimamente rozze. Insulti un disabile e vieni eletto presidente degli Stati Uniti; ti scusi per averlo fatto e ti dicono che sei diventato buonista e melenso. E così per scrivere in modo retoricamente efficace non solo non è necessario aver letto Cicerone e Quintiliano, ma anzi è necessario non averlo fatto.Il «tutto-maiuscole» a scuola veniva chiamato «stampatello»: forma di scrittura manuale che imitava quella a stampa. Era la scrittura più chiaramente leggibile da lontano, da più persone, la più adatta all’esposizione pubblica.Derivava dalla scrittura epigrafica, adottata poi nelle scritture murali a caratteri colossali, dall’inizio del Novecento e quindi dai regimi totalitari.Ma era anche il modo di scrivere a mano i testi di protesta dei tatsebao e gli slogan nei volantini del Movimento. Gli stessi proclami delle Brigate Rosse, scritti con la macchina a testina rotante, prevedevano parti di slogan a tutte maiuscole. Lettere alte, in rappresentanza della voce alta. Era anche il modo per rendere il testo graficamente più chiaro possibile, nei punti che più si volevano imprimere nella memoria.
Scrivere a tutte maiuscole era come scandire la scrittura.La chiarezza e l’invadenza grafica del maiuscolo oggi connotano il «parlar chiaro», il «dirlo fuori dai denti», «senza remore».La chiarezza sbandierata da tanti maestri di stile è un mito di cui perlomeno sospettare. Chiara è l’aggressività, mentre ogni indugio dialettico è visto come opaco e confusivo, minuscolo nella sua forma e nel suo effetto. Della scrittura epigrafica, a tutte maiuscole, son pieni i cimiteri. Ma, al solito, ce ne si accorgerà troppo tardi.