ItaliaOggi, 25 luglio 2018
Diritto & Rovescio
L’attività delle navi ong per il recupero dei migranti che si sono avventurati nel Mare Mediterraneo diretti in Italia ha quasi sempre precisi connotati economici. È un business vero e proprio. Un bastimento, del resto, non è un gommone. La sua gestione costa un occhio della testa. E, come qualsiasi business, va pubblicizzato. Per capire come vanno le cose basta seguire la sequenza, diffusa da tutti i tg ma evidenziata da nessuno, del recente salvataggio della donna africana da parte dei volontari di Open Arms. La donna, con gli occhi strabuzzati dal dolore e terrorizzati dalla paura (vicino a lei, su un legno, c’erano i cadaveri di due altre persone) viene salvata con fatica e inevitabile lentezza da due soli volontari. Gli altri quattro sono impegnati solo a riprendere la scena: uno con la fotocamera, due con il cellulare e uno con il tablet. Al giovane sciagurato che aveva ripreso alla stazione ferroviaria di Piacenza una signora investita da un treno la rivista 7 del Corsera ha giustamente dedicato una copertina sdegnata. Cosa farà con questi soccorritori per modo di dire?