la Repubblica, 24 luglio 2018
Una finta Mafalda per l’Argentina anti abortista E Quino si ribella
Perfino Mafalda è stata vittima di una fake news. La bambina ribelle dalle battute sagaci, i capelli a caschetto neri legati da un fiocco, il viso tondo da furbona, è finita a corredo dei manifesti che il fronte dei conservatori argentini ha distribuito a pioggia nella sua campagna contro la depenalizzazione dell’aborto.
L’icona di intere generazioni non solo argentine, l’emblema dell’anticonformismo uscito dalla magica penna di Quino, è diventata suo malgrado testimonial dei settori cattolici e di destra che fanno di tutto per evitare che il nuovo progetto sull’interruzione di gravidanza passi anche al Senato dopo essere stato approvato alla Camera.
Fazzoletto azzurro al collo, il colore dei difensori della vita, sorridente, le braccia aperte, Mafalda appare sotto una scritta in cui si invita a votare contro l’aborto. Ormai lontano dalla ribalta, quasi cieco, sotto il peso di 86 anni, il suo creatore, il vignettista Joaquín Salvador Lavado, ha sentito il dovere di intervenire per rimettere le cose a posto. «Si sono diffuse immagini di Mafalda», scrive Quino sul suo profilo Facebook, «con un fazzoletto azzurro che simboleggia l’opposizione alla legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Non l’ho autorizzato e non riflette la mia posizione. Sollecito che venga rimossa. Ho sempre sostenuto le cause di diritti umani in generale», ricorda ancora il disegnatore, «e quelli delle donne in particolare. A chi lo desidera auguro fortuna nelle sue rivendicazioni».
Il testo, falso, riportato sui manifesti, sempre con Mafalda sorridente al fianco del suo padre putativo, dichiarava: «Mi hanno detto che si sta utilizzando senza il mio permesso l’immagine di Mafalda nella campagna per la legalizzazione dell’aborto. La cosa mi fa piacere. Ma approfitto per ribadire che Mafalda è sempre stata a favore della vita e quindi sollecito tutti a non farle indossare dei colori verdi perché il suo colore è l’azzurro». Un fake abilmente confezionato.
Lavado non è il solo ad essere impropriamente usato in una campagna che polarizza la società argentina. Così come è accaduto durante la lunga e contrastata seduta alla Camera prima del voto a favore della depenalizzazione dell’aborto, il fronte cattolico e conservatore sommerge la rete e i social di messaggi spesso falsi e provocatori. I telefoni dei parlamentari sono subissati di testi e di appelli. Gli stessi argentini si vedono recapitare inviti e velate minacce. Ma è il mondo intellettuale, quello che fa opinione, a subire le pressioni più forti. La scrittrice Claudia Piñeiro, militante attiva pro-aborto, è stata vittima la settimana scorsa di migliaia di tweet che invitavano a boicottare un incontro nel quale intervistava lo scrittore cubano Leonardo Padura. Adesso si è ricorsi a Mafalda. Con la pronta reazione di Quino. Il voto al Senato è fissato per l’8 agosto.