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 2018  luglio 24 Martedì calendario

Molinari il re gentile: «Giocate a golf è un mondo dove si avverano i sogni»

«I titoli dei giornali? Dipende, la Ferrari non ha vinto? Allora ci sarà più spazio per me». Francesco Molinari è fatto così. Piedi per terra e cervello sempre lucido. E quando gli inglesi gli hanno chiesto se la sua vittoria all’Open Championship a Carnoustie, in Scozia, sarebbe stata la storia del giorno in Italia, ha risposto così. Poi ha spiegato le emozioni di una giornata indimenticabile, ha salutato ed è partito con moglie, figli e Claret Jug, la brocca dei desideri, per le Bahamas. 
«Non sarà originale, ma vincere l’Open è il coronamento del sogno di una vita. È speciale ed è un’emozione che mi ripaga di tutto. Quando ho alzato la coppa ho pensato a tante cose, ai sacrifici e alle rinunce di questi anni, ai momenti negativi, ai sogni che facevo da bambino. Ora, però, non intendo fermarmi, c’è la Ryder a fine settembre, ci sono le Olimpiadi tra due anni... Devo guardare avanti anche se sono felicissimo e faccio ancora fatica a credere che sia successo».
Il primo italiano a vincere un Major ha fatto il pieno di complimenti, da parte di Tiger Woods e degli altri colleghi, dai dirigenti dello sport italiano, anche dall’Inter, la squadra del cuore.
«Tiger è sempre stato un modello, giocare con lui l’ultimo giro è stato indimenticabile. Come l’ultimo putt, alla 18: quello lo ricorderò per sempre. E poi ringrazio tutti, famiglia, allenatori, il mio presidente Chimenti. Tutti mi hanno dato una mano e senza di loro non ce l’avrei fatta. L’Inter? Bellissimo. Chissà che un giorno non possa portare la Claret Jug a San Siro...».
Un messaggio particolare è arrivato da Costantino Rocca, che nel ’95 arrivò secondo all’Open Championship. «Avevo 12 anni, eravamo in montagna. Trovammo un televisore per vedere l’ultimo giro di Costantino. Piansi quando perse al playoff, ma per me fu una grande ispirazione. Spero che tanti ragazzi mi abbiano visto giocare domenica, e spero di poter essere un riferimento per loro, come lo è stato Rocca per me. Il mio messaggio per loro è lavorate seriamente e divertitevi. E giocate a golf, perché è uno sport meraviglioso, dove a volte i sogni si avverano».
Molinari è riuscito a realizzare il suo sogno. Con il suo golf esatto, senza errori, ha incantato tutti. Thomas Bjorn, capitano della squadra di Ryder Cup, ha commentato: ma è un uomo o una macchina? E detto da uno svedese vale ancora di più. Ma Chicco non ha vinto per caso: quest’anno aveva già conquistato due tornei e sfiorato il successo in altri due. E i numeri confermano che nessuno negli ultimi due mesi ha giocato meglio di lui.
«La svolta? A Wentworth, nessun dubbio. Quando ho vinto lì ho capito di poter vincere qualsiasi torneo. A Went-worth mi sono convinto che presto sarebbe arrivato qualcosa di grande. Quei quattro giorni mi hanno dato fiducia e consapevolezza».
Forse, però, nemmeno Molinari credeva che «qualcosa di grande» sarebbe arrivato così presto.
«La verità? Se qualcuno a Carnoustie aspettava il botto di sicuro non lo aspettava da me. Ma non è un problema, è sempre stato così nella mia carriera». Fino a domenica scorsa, perché a Carnoustie è iniziata un’altra storia.