Il Messaggero, 22 luglio 2018
Pingitore riporta Nerone a Roma
Pier Francesco Pingitore, per gli amici Ninni, riporta Nerone a Roma. Da domani al 27 luglio, nelle rovine dello Stadio Domiziano sotto Piazza Navona, andrà in scena la nuova commedia scritta e diretta dal regista: Nerone vs Petronio – la cena segreta del Satyricon, protagonisti Federico Perrotta (Nerone), Luca Biagini (Petronio), Valentina Olla (Poppea), Lorenzo Grilli (Sporo). Sdraiati sui triclini, mentre vanno e vengono danzatrici, schiavi, amanti, l’imperatore e il suo amico-consigliere intrattengono un dialogo serrato punteggiato di battute scoppiettanti, canti e balli, in cui ripercorrono le tappe salienti della loro vita. «Lo spettacolo, ambientato nel primo secolo dopo Cristo, mette in scena l’eterno rapporto tra intellettuali e potere», spiega Pingitore, che all’ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia nel 1977 dedicò un film di successo, Nerone, interpretato da Pippo Franco. «Petronio, prima di venire costretto a tagliarsi le vene dall’imperatore che aveva scoperto il suo coinvolgimento nella congiura di Pisone, fu il più ascoltato amico di Nerone. L’unico che avesse il coraggio di dirgli, sfottendolo, che non era il grande cantante e musicista che pretendeva di essere».
UMANIZZAZIONE
Alla base dello spettacolo, aggiunge Pingitore, c’è anche il desiderio di «umanizzare» Nerone e contrastare l’immagine tradizionale, inesorabilmente negativa, che di lui ci hanno tramandato gli storici. «Non amo i luoghi comuni, cerco sempre di grattare la crosta. Ho studiato per anni la figura dell’imperatore e ho capito che non è stato il mostro sanguinario di cui parlano soprattutto Svetonio e Tacito», spiega il regista. «Tantomeno incendiò Roma, suonando la cetra mentre le fiamme distruggevano la città: in quel momento si trovava addirittura ad Anzio. Al contrario, Nerone ha avuto molti meriti: ha costruito numerose opere pubbliche a cominciare dalla Domus Aurea, edificata dopo il grande incendio del 64 d.C».
UNIONI CIVILI
Altro spunto di attualità, nella commedia, è il rimando alle unioni civili: «Nerone volle unirsi in matrimonio con il liberto eunuco Sporo, dando vita al primo matrimonio omosessuale della storia», dice Pingitore, mentre anche la sua Poppea «non è la donna stupida descritta dai libri di storia ma sfoggia una buona dose di ironia. E sostenere che venne uccisa dal marito Nerone è un falso storico, probabilmente morì di parto: l’imperatore fece invece eliminare la madre Agrippina che congiurava per defenestrarlo». Ma cosa direbbe il buon Nerone se capitasse nella Roma di oggi? «Rimarrebbe sconcertato», risponde senza esitare Pingitore, che conta di portare lo spettacolo al Salone Margherita in autunno. «Bus che prendono fuoco, cumuli di immondizia nelle strade, gabbiani pronti ad avventarsi sui cassonetti, buche-killer: un caos così non si è mai visto, anche se non è del tutto imputabile alla sindaca Virginia Raggi, le magagne vengono da molto lontano. Forse Nerone oggi proverebbe l’impulso di riprendere il potere per mettere ordine nella nostra sciagurata e amata città».