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 2018  luglio 22 Domenica calendario

Grillo, i 70 anni e la blog-celebrazione. E lui si esalta: “Sto andando su Marte”

Io ero uno di quelli che passavano di là, che ti ha sentito, che si è avvicinato e poi non se n’è più andato. Ora siamo milioni e siamo maledettamente orgogliosi del sogno che ci hai regalato». L’anonimo «sognatore delle stelle» dà il via al grande amarcord e presto viene seguito da centinaia di messaggi di auguri al «genio», al «rivoluzionario», il «guerriero dall’animo nobile», il «patriota», l’«amore nostro» che, nientemeno, «ci mostra una vita migliore»: chiamata tutta a raccolta, la comunità del Movimento Cinque stelle coglie l’occasione dei settant’anni del fondatore per una grande seduta di autocoscienza collettiva sul blog delle stelle attraverso la storia del Movimento, dai primi Vaffa day dritti dritti al governo.

Gli auguri dei ministri
«Vi aspetto su Marte per il Movimento 6 stelle», ringrazia lui via Facebook dopo che sono arrivate valanghe di commenti sul blog, e tweet e post, il ministro Riccardo Fraccaro che omaggia il «grande uomo» capace di «leggere il presente e immaginare il futuro», la collega siciliana Giulia Grillo che posta foto e lo invita «che ne dici di un’altra traversata dello Stretto?», il sottosegretario Manlio Di Stefano che lo ringrazia per l’invito costante a «prendere tutto col sorriso, scherzarci su e andare avanti», e poi Patrizia da Cagliari, Antonio da Carrara, Maurizio da Roma e tanti altri. Come una festa virtuale, gli auguri, e i grazie «per aver creato il partito dell’onestà, quello che è dalla parte dei cittadini», perché «erano decenni che aspettavo di vivere in un sogno come quello che tu hai regalato a tutti coloro che come bambini non smetteranno mai di sognare».
Dai Meetup in poi
Chissà quanti tra quelli che scrivono, tra cui c’è qualcuno che ringrazia in modo persino imbarazzante «la stella più bella e più splendente», il «grandissimo uomo» che «andrebbe clonato» o perlomeno, aggiunge un altro, insignito del premio Nobel per la pace, chissà quanti di loro hanno cominciato a crederci aderendo ai Meetup, o partecipando al primo Vaffa day, e hanno visto piano piano crescere la creatura inventata da Grillo e Gianroberto Casaleggio. «Io il 25 aprile 2008 ero là in piazza San Carlo a Torino tra la folla e per la prima volta in vita mia mi sono sentito parte di una moltitudine colta, preparata e onesta che voleva cambiare veramente le cose – scrive Osvaldo – e ora, dieci anni dopo, eccoci qui e questo è soltanto l’inizio». 
«Occhi aperti»
Le prime vittorie nelle città – Parma, «la nostra Stalingrado», anche se poi con il sindaco Federico Pizzarotti è finita come è finita – i risultati sbalorditivi alle politiche del 2013, la prima ondata di parlamentari grillini con zaini e spillette, alieni nel Palazzo armati di virtuale apriscatole al grido «non siamo onorevoli ma cittadini», il periodo del bando alle tv e degli scontrini esibiti con orgoglio. «Per favore tieni sempre gli occhi aperti e fa sì che tutto vada avanti sempre come tu hai previsto che fosse», si raccomanda Susy, perché poi di strada ne è stata fatta, e sulle restituzioni qualcuno è inciampato, e il divieto di telecamera è caduto, e ora che sono al governo, vincitori delle ultime elezioni, succede anche che su 222 deputati eletti ieri l’altro a sentire le dichiarazioni del capo politico Luigi Di Maio su una questione delicata e importante come Ilva fossero giusto un paio, «io non posso tollerare che i nostri parlamentari non fossero presenti», approfitta Cristina degli auguri per fargli una richiesta, come al padre che deve rimbrottare i suoi ragazzi.
L’Elevato
Chissà se lui, il festeggiato, «l’Elevato», come si prende in giro spesso da solo, avrebbe mai immaginato di vivere un’altra vita, dopo quella da comico, di unire in rete le persone via web, «una comunità di persone vere», scrive Giuseppe, di vederla crescere fino a un partito. «Hai trasformato semplici idee in manifestazioni pacifiche fino ad arrivare al governo», ricorda Rosario. «Adesso è abbastanza?», si chiede il «sognatore delle stelle»: «Conoscendoti non credo», e «non mi sorprenderebbe se un giorno ti facessi sparare da un razzo per andartene tra le stelle». Perché «per noi sei un eroe e gli eroi possono fare qualsiasi cosa». Anche fondare un partito mandando tutti a quel Paese, e arrivare a governare.