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 2018  luglio 22 Domenica calendario

Una bella intervista a Barbara Palombelli

Che le piaccia o meno, Barbara Palombelli da settembre sarà la protagonista di uno scontro in tv alla Eva contro Eva: da una parte, La7, alle 20.30 ci sarà Lilli Gruber con il suo talk show politico Otto e mezzo; dall’altra, la rinnovata Rete4, lei con Stasera Italia. Ovviamente alla stessa ora e sempre occupandosi di politica. Roba da sfida all’ultimo telespettatore. Faticosissima. Anche perché lei continuerà a condurre Forum su Canale 5 e Lo sportello di Forum su Rete4. Romana, 64 anni, moglie di Francesco Rutelli, 4 figli, giornalista da una vita, Palombelli fissa l’appuntamento per l’intervista in un albergo del centro dove arriva con un’auto elettrica («Non inquino e non dò soldi alla Raggi per il permesso in centro»). 
L’ha sollecitato lei questo talk o Mauro Crippa, il gran capo dell’informazione Mediaset?
«Nooo... Mai sollecitato niente, anzi. Spesso ho rifiutato, come nel caso di Grande Fratello, per mancanza di tempo ed energie. Mi ha chiamato Lucio Presta e mi ha detto: Fanno sul serio, ti vogliono per un talk politico preserale. Ho accettato, è una bella sfida».
Che risultati si aspetta?
«Non ne ho idea. Bisogna vedere cosa farà la Rai. La vera incognita è quella».
Starà in video più di Barbara D’Urso, che ormai vive in diretta. 
«L’ho già superata l’anno scorso. Il problema è un altro: non lavorerò in un unico studio e avrò un’ora e un quarto per andare da una parte all’altra di Roma. Con il traffico che c’è...».
L’obiettivo qual è?
«Spingere la gente a far pace con la politica. Spiegando come stanno le cose: non è vero che la situazione è così drammatica come è stato detto in questi anni. Questo è ancora un Paese che lavora e tiene in piedi tutto, fregandosene della politica e dei suoi giochini».
Sarà anche una bella sfida, ma la Gruber con gli ascolti va forte.
«Lo so. Fra noi c’è grande stima. E Otto e mezzo l’ho condotto anch’io nel 2003 con Giuliano Ferrara. Per me è importante lavorare a Rete4, la prima grande tv privata d’Italia. Nata nel 1982 grazie a editori come Perrone, Caracciolo e Formenton fece lavorare Bocca, Biagi, Gregoretti, Tortora, Costanzo».
I risultati, però, furono deludenti. Arrivò Berlusconi a salvare la baracca, cambiando tutto.
«Vabbè. Resta comunque una storia aziendale di grande qualità».
Come sarà il suo talk?
«Una clip di un minuto per dare il senso della giornata e poi via con gli ospiti».
Vedo che ha i capelli biondi: anche così si prepara allo scontro con la rossa Lilli?
«Per carità. È colpa del mare, poi li tingerò».
Il tempo che passa la spaventa?
«Ho perso così tante persone care di giovane età che so bene quanto invecchiare sia una fortuna».
Mai fatto qualche ritocchino?
«Mai».
Alla sua rivale cosa invidia?
«Siamo completamente diverse: lei ha passato la vita all’estero, io a Montecitorio. Non la invidio, semplicemente perché non l’ho mai fatto. Il mio difetto, forse, è la superbia».
A proposito, l’anno scorso disse che i giovani giornalisti non hanno coraggio: l’ultima cosa coraggiosa che lei ha fatto qual è stata?
«A Forum due anni fa ho messo in onda le prime nozze gay. E poi, vado a memoria, ho parlato per sei ore di biotestamento, ho chiesto a Berlusconi se aveva a che fare con la mafia, a Monti se era massone Mi piacerebbe che anche i giovani facessero cose del genere. Non era una critica, la mia, ma uno stimolo da zia».
Nel 2009 e 2015 si fece il suo nome per la presidenza Rai, adesso non capiterà, ma se un giorno dovesse conquistarla davvero, quale sarebbe la sua prima mossa?
«Insegnare in tv l’inglese agli italiani».
Lei come l’ha imparato?
«Con le canzoni. E basta».
Con la carriera si sente in credito o in debito?
«Mio padre è morto che avevo 21 anni e il mio destino, visto che la mia è una famiglia di agenti di cambio, era entrare in banca da raccomandata. Ringrazio Dio tutti i giorni per com’è andata».
Come li vede i nuovi politici?
«Con interesse e senza spocchia. La Lega ormai ha una storia trentennale, spesso di grande efficienza come in Veneto. Quelli del M5S hanno intercettato un malessere che il Pd in cinque anni non ha intravisto nemmeno da lontano».
lei, invece, oggi com’è vista dai romani?
«Mi vogliono più bene a Milano, mettiamola così. Lavoro sempre con aziende milanesi... Scherzo: Roma è la città che amo, nonostante i tassisti, le calunnie e tutto il resto. Non crede a niente, questa città. Ed è giusto così».
E lei?
«Nel privato, sì. Per il resto, mai. Sono una giornalista, deve essere così. Dubbi e curiosità sono le nostre armi».
Fra le tante qual è stata la calunnia più fastidiosa?
«Quella dei parcometri. Si diceva che fossero miei. Assurdo. Negli otto anni in cui mio marito è stato sindaco non solo non ci siamo arricchiti, ma lui per fare il Parco della Caffarella ha anche espropriato un terreno di sei ettari sull’Appia Antica di mia madre. E poi ha bloccato l’edificazione di terreni di mio nonno. Ci siamo impoveriti».
Addirittura?
«Sì. Anche se poi le cause vinte in tribunale mi hanno permesso di comprare parte della mia casetta alle Eolie».
Perché si dice che lei abbia gli artigli?
«Non lo so. Forse solo perché sono curiosa e mi piace fare le domande giuste».
Quanto si annoia allora a guardare i talk show politici in tv?
«In questi ultimi anni non li ho mai visti. Adesso però è tutto diverso, ci sono dinamiche nuove e interessanti. Facendo Forum, per esempio, ho capito che la gente chiedeva sicurezza, ordine, lotta alla droga. E ho vinto anche le scommesse su Trump presidente e la Brexit. Se non si guardano certi talk, si capisci meglio la realtà».
Quindi lei che farà?
«Da settembre spero di raccontare di giorno la politica della gente, la sera quella del Palazzo. In maniera sempre comprensibile».
Il suo chiodo fisso qual è?
«Cercare di capire quello che vuole il pubblico. Me l’ha insegnato Montanelli. Per questo leggo tutto quello che mi scrivono, anche le critiche».
L’equivoco più frequente sul suo conto?
«Essere gelida».
Lo è?
«No. Non sono sguaiata e forse sembro un po’ maestrina, ma ho un cuore anch’io. Anche se tutti pensano che quello buono sia mio marito».
Non è vero?
«Certo che no. Lui è un siciliano che si ricorda tutto e prima o poi... Io invece mi arrabbio lì per lì ma poi mi passa subito».
A 38 anni è diventata Cavaliere della Repubblica: perché?
«Seguivo il presidente Cossiga all’estero. Nel 1991 in Islanda ero con altri colleghi a una festa del Capo dello Stato, una donna. Pippo Marra dell’AdnKronos si presentò con tantissime onorificenze. Io che indossavo uno smoking maschile, neanche una. Cossiga si avvicinò e mi disse: E tu? Niente? Ti nomino Cavaliere del lavoro. C’era anche Federica Sciarelli (conduttrice storica di 
Chi l’ha visto?, ndr) e così dopo di me nominò anche lei».
La storia del malocchio è vera o è una balla?
«No. Nel 79 andai a fare un servizio sull’esorcismo. Il prete che li faceva dopo un po’ mi disse che mi avevano fatto il malocchio e che me lo aveva appena tolto. Dopo un po’ mi assunsero all’Europeo, conobbi Francesco Insomma, tutto si sbloccò in positivo. E il pezzo vinse un premio. Sì, credo alle influenze negative».
Come se la passa Roma secondo lei?
«Non sono così catastrofista, come si potrebbe pensare. Roma ogni tanto si riposa, arriva un sindaco che non fa un tubo... e poi riparte. C’è da millenni, Roma, continuerà a esserci».
Poi prende una pillolina.
Che cos’è?
«Omega 3. Contro il colesterolo. Ce l’ho alto, pur non mangiando schifezze. C’è poco da fare con certe cose».