la Repubblica, 21 luglio 2018
Viva il pelo
Il movimento pro hair: ultimo inno all’imperfezione Cavalcato anche da brand e attrici insospettabili di B ellezze imperfette. Femminilità poco glabre: dopo aver eliminato dai propri articoli la definizione “anti age”, il magazine Allure ha chiesto a sette donne di farsi ritrarre con le proprie braccia pelose. Le foto ravvicinate mostrano quello che prima, in molte, celavano. Il movimento pro hair è già attivo in America da qualche anno seppure in modo marginale. Tra le prime celebrities a sostenere la causa Julia Roberts, immortalata con l’ascella pelosa nel 1999 alla prima di Notthing Hill o l’attrice di Precious, Mo’nique, in posa con i polpacci irsuti sui tacchi a stiletto ai Golden Globe del 2010. Ora però nell’anno del Body Positivism e del Me-Too, i tempi sembrano maturi per sdoganare la peluria. Un nuovo slancio verso la salvaguardia del pelo, o comunque della sua accettazione, è arrivato qualche settimana fa dalla campagna pubblicitaria di Billie. Il marchio di rasoi ha mostrato come si presentano inguini, gambe e ascelle femminili prima della depilazione. Con il claim Peli sul corpo, tutte li abbiamo, Billie ha fatto il pieno di condivisioni e like sulla rete. Forse perché si vede il prima e il dopo il lavoro della lametta. Lo scorso autunno infatti, visualizzazioni da record le ha ottenute la modella svedese Arvida Byström nella pubblicità di Adidas. Le sue gambe pelose in primo piano però hanno scatenato la polemica sul web e persino minacce di stupro alla modella. Il campo degli sfavorevoli all’esposizione pilifera è nutrito e agguerrito. C’è chi la considera un sussulto postfemminista fuori luogo: “Non sarebbe stato meglio – si legge nei post – se si fosse esaurito a fine anni Settanta, quando agli hippy subentrarono gli yuppy con il loro look patinato?”. Secondo la società di tendenze Fractals «il dilemma del “mi rado o non mi rado” affonda le sue radici nel rinnovato sentimento femminista, riportato in auge dalle campagne per la fluidità e la parità di genere. L’analisi di Mintel dice che circa una millennial su quattro sceglie di non depilarsi, mentre le donne che radono le proprie ascelle sono scese dal 95 per cento del 2013 al 77 per cento nel 2016». Se oggi l’accettazione di sé è una priorità assoluta, esporre i propri peli se si vuole e quando si vuole è diventata una dichiarazione di libertà. Lo ha spiegato Paris Jackson. La figlia ventenne di Michael Jackson, allergica alle etichette e più volte apparsa in pubblico non depilata, ha detto: «Voglio sentirmi libera di fare quello che mi pare». Chissà se anche in Europa saranno in tante a seguirla.