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 2018  luglio 18 Mercoledì calendario

Non c’è pace su Heidegger: bloccata la traduzione

Non c’è pace tra i sentieri della Foresta Nera. L’editore Bompiani annuncia per il prossimo autunno l’uscita – in edizione italiana – del volume 97 dei Quaderni neri di Martin Heidegger, l’ultimo tra i filosofi sommi, ma dalla Germania arriva lo stop: “Facili strumentalizzazioni e contenuti falsati”. Il libro doveva già uscire in maggio, i giornali ne hanno dato notizia e s’attendeva – come è già accaduto con i precedenti volumi, oggetto di reiterati esorcismi – la rinnovata mostrificazione di Heidegger, la reductio ad hitlerum di un grande pensatore.
L’autore di Essere e Tempo è pretestuosamente additato presso i circoli liberali – cui nessuno osa sollevare obiezioni, tanto la pubblicistica accoglie acriticamente la mistificazione – come il teorico del nazionalsocialismo se non, senza mezzi termini, come una sorta di stregone ai margini dello sterminio.
Una voga tutta italiana ha alimentato questo sabba intorno ad Heidegger ma i sentieri della pazienza si sono definitivamente interrotti e i toni, adesso, sono tanto aspri quanto ultimativi: “L’uscita di questo volume è legato al placet per la pubblicazione dell’avv. Arnulf Heidegger, amministratore del lascito di Martin Heidegger; questo placet non è all’orizzonte e non potrà essere accordato se la traduttrice italiana, la dottoressa Alessandra Iadicicco, non si atterrà a eseguire una traduzione che sia libera da insinuazioni ideologiche e capace quindi di entrare nel lessico heideggeriano in modo competente. Il mio stretto amico, il maestro Franco Volpi – con la sua scuola – dovrebbe essere un punto di riferimento per la traduzione in Italia delle opere del filosofo; impeccabile è, infatti, il lavoro di Adelphi nella pubblicazione delle Opere Complete…”.
È Friedrich-Wilhelm von Herrmann, il responsabile scientifico dell’archivio Heidegger, che parla: “Questa è la mia norma, in coerenza con il compito affidatomi da Martin Heidegger personalmente”.
Con il professore – docente presso la prestigiosa Albert-Ludwigs, l’Università di Friburgo in Brisgovia, la stessa di Martin Heidegger – c’è anche il suo assistente privato, Francesco Alfieri.
Combattivo frate francescano, sacerdote, Alfieri, ha avuto incarico da Von Herrmann – in accordo con l’amministratore del lascito – di leggere traduzione del volume 97: “Il professore Alfieri ha esaminato il volume e solo quando tutte le interpretazioni pretestuose saranno espunte l’editore potrà avere l’atteso placet; non si può mettere a tacere il dato di fatto che la traduzione italiana dei Quaderni è in pieno stallo”.
C’è ben più che una polemica. “La misura è colma”, ripetono a Friburgo ma Iadicicco – nostra obiezione – è persona intellettualmente onesta e difficilmente potrebbe tradire, traducendo: “Diciamo allora che ci sono delle difficoltà – replica padre Francesco – le difficoltà sono molte e a diversi livelli; anzitutto la scelta della Iadicicco di tradurre molti termini del lessico heideggeriano con una tonalità piuttosto ebraicizzante che porta a distorcere il reale contenuto”.
La questione è delicatissima, un accento, un tono o una sfumatura fuori canone e subito si apre il baratro dell’abiezione facendo di Heidegger il pastore del Male Assoluto e non quello che veramente è, il custode del disvelamento dell’Essere.
Ecco, è la questione delle questioni. “Ma a queste difficoltà – afferma Von Herrmann – si aggiungono le personali interpretazioni dei Quaderni neri contenute nelle ‘Avvertenze della traduttrice’ che non possono e non devono affatto comparire perché disorientano il lettore. Questa lunga lista di difficoltà nel lavoro eseguito dalla Iadicicco è stato da me, Von Herrmann, in qualità di responsabile scientifico dell’edizione complete di Heidegger, e da Francesco Alfieri, mio assistente privato, consegnato all’avvocato Arnulf Heidegger perché l’edizione italiana delle opere di Heidegger siano sottratte a chi invece vuole utilizzarle per fini ideologici che poco hanno a che fare con la cultura e con la ricerca rigorosa”.
Togliere di mezzo Heidegger, dunque, questa è la vera meta benpensante. Basti considerare quello che la pubblicistica – anche autorevole – offre sul tema. Con l’uscita di qualsiasi volume che abbia a che fare con Heidegger, ecco che monta il pretesto per ritornare “su vecchie polemiche – dice Alfieri – che ormai si rivelano vuote sulla base delle nuove acquisizioni scientifiche sui Quaderni neri”.
L’abbiamo ricordato che si chiamano “neri”, i quaderni, per via della copertina e non, nel contenuto, di eventuali fascinazioni nazi?
I due professori sono severissimi: “La traduzione del volume 97 a oggi è bloccata e tale rimarrà finché l’editore non si convincerà di attenersi al lessico heideggeriano e non ceda alle facili strumentalizzazione che poi portano a falsare il contenuto, ma…”. Ma? I due professori, adesso, sorridono: “Crediamo che il gioco mediatico avuto in Italia con i Quaderni neri volga al termine”.